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Questa è l'ultima cosa che sentiamo l'attimo prima di morire

Il momento dell’ultimo respiro resta il più delicato, e per molti aspetti ancora misterioso, istante della vita ma la scienza ha alcune certezze.

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

L’esperienza della morte è un mistero che ha affascinato l’umanità per secoli. Cosa accade nei nostri ultimi istanti di vita? Una delle domande più intriganti riguarda ciò che sentiamo nell’attimo prima di morire. Numerosi studi scientifici e testimonianze personali cercano di svelare questo enigma, esplorando le percezioni sensoriali e le esperienze che accompagnano il nostro passaggio finale. In questo articolo, analizzeremo le ricerche più recenti e le teorie emergenti su quale sia l’ultimo suono percepito dal nostro cervello, un viaggio affascinante tra scienza e introspezione.

Il coma e lo stato di pre-morte

Gli attimi immediatamente precedenti, insieme a quelli che seguono, il momento della morte sono fra i misteri più profondi e delicati dell’essere umano. Da sempre, la scienza e altre discipline si sono interrogate su cosa succeda alla mente e al corpo quando la vita esala il suo ultimo respiro. E nel corso dei secoli si sono alternate le più svariate teorie o correnti di pensiero, ma oggi la ricerca medica ha potuto dare qualche risposta in più, che permette di chiarire ciò che si sentirebbe prima di morire.

A rendere possibile questo tipo di conclusioni sono gli studi sui pazienti in stato di coma, ovvero coloro che hanno vissuto la pre-morte e che, una volta tornati coscienti, sono stati in grado di fornire la loro testimonianza. Oltre a ciò, ovviamente, ci sono ii monitoraggi e gli esami clinici che hanno tracciato il comportamento fisiologico di tali soggetti prima del loro risveglio. Così, se qualche aspetto è ora noto, altri ancora sono tutti da scoprire. Ma cosa sappiamo fino a oggi?

Il parere dei medici

I medici affermano che chi si avvicina lentamente alla morte sperimenta sul piano fisico alcuni sintomi. Il cuore rallenta il suo battito e il sangue si muove meno velocemente nel corpo; quindi,  la pressione sanguigna si abbassa e ciò può comportare uno stato di confusione ma anche di insolita serenità. Inoltre, cambia la respirazione con il respiro che si fa più lento e superficiale, a volte più rumoroso, prima di interrompersi.

In alcuni pazienti, poi, il fisico è pervaso da una sensazione di sonno profondo, come di scivolamento verso uno stato di incoscienza. In questo senso, vedere una persona cara abbandonarsi al riposo è anche motivo di conforto, soprattutto dopo una malattia che ha comportato dolori e sofferenza. Il soggetto rimarrebbe comunque percettivo rispetto ai rumori nella stanza.

Per quanto riguarda, infine, l’attività cerebrale sono state rilevate oscillazioni simili a quelle che si attivano quando si ricorda o si sogna. E dai racconti di chi è uscito dal coma, gli istanti che precedono il trapasso sarebbero accompagnati dalla rievocazione dei momenti più significativi che la persona ha vissuto nel corso della sua esistenza.

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