Negli ultimi anni, il consumo di vino tra le donne italiane ha conosciuto un aumento significativo, riflettendo profondi cambiamenti sociali e culturali. Approfondiamo le tendenze di consumo, le preferenze e i comportamenti responsabili legati al consumo di alcol.
Consumo di vino in Italia, cosa dicono i dati
Secondo lo studio Enpaia-Censis, il 46,7% delle donne italiane è consumatrice di vino, con una tendenza in crescita che riflette i cambiamenti sociali. il 40,6% preferisce i vini frizzanti, mentre tra le giovani sono popolari i rosati. Gli abusi legati al consumo di vino riguardano meno dell’1% delle donne.
Nel periodo 2014-2021, la percentuale di donne consumatrici di vino è aumentata del 15,5%, mentre quella degli uomini solo del 2,9%. Le donne rappresentano il 41,5% dei consumatori totali di vino nel 2021, rispetto al 38,7% nel 2014.
Questo cambiamento comporta una sfida per l’industria vinicola nel comprendere le preferenze femminili e adattare le strategie di produzione e marketing di conseguenza. Le preferenze variano per età e genere, con le giovani che mostrano una predilezione per vini come i rosati e gli spumanti.
Tuttavia, la maggior parte delle donne pratica un consumo responsabile e associa il vino alla qualità piuttosto che alla quantità. La maggioranza ritiene che sia possibile educare alla moderazione nel consumo di alcol e che un consumo moderato non sia dannoso per la salute. Inoltre, un numero significativo di donne si considera intenditore di vini e considera il vino un elemento essenziale della convivialità italiana.
La ragione
Da tempo su internet “gira voce” che le persone che bevono di più siano anche le più intelligenti. I ricercatori finlandesi restringono il campo di ricerca, affermando che sono le donne che bevono di più, quelle più intelligenti. Studi scientifici sostengono infatti che l’intelligenza generale si sia evoluta tramite l’adattamento psicologico per risolvere problemi emotivamente più nuovi. Il consumo di alcol è derivazione di uno stato emotivo in evoluzione quindi da qui il possibile collegamento tra l’intelligenza e bere.
Le persone più intelligenti hanno nella vita più chances di altri quindi si presuppone anche una vita sociale molto movimentata. Da qui la certezza che la possibilità di ritrovarsi di fronte a un buon bicchiere di vino oppure a un liquore sia sicuramente maggiore. Più si incontra gente, più si esce, più si fanno aperitivi, più si beve. Le donne hanno, ovviamente più possibilità degli uomini perché nel sociale sanno muoversi meglio.
I ricercatori della London School of Economics hanno esaminato i dati su migliaia di adulti britannici ed hanno riscontrato una correlazione tra il livello di istruzione e il bere quotidiano. Questo dato è stato ancora più forte quando si è trattato di analizzare il comportamento femminile. Il 68,4 per cento dei laureati si descrive come bevitore, rispetto al 35,2 per cento degli adulti senza diploma. Questo potrebbe essere attribuito alle abitudini binge-drinking dove i ragazzi imparano a bene nei campus in età adulta.
Le donne più intelligenti bevono di più
In base alle statistiche inglesi le donne che si erano laureate al college, hanno ammesso di bere quasi tutti i giorni, molto più degli uomini laureati della stessa età. La rivelazione statistica che siano le donne più intelligenti a bere di più, porta a delle valutazioni psicologiche notevoli. Una donna intelligente ha una vita sociale più intensa; un maggiore impegno in sfere tradizionalmente maschili della vita porta il sesso femminile ad assumere un atteggiamento più “testosteronico”.
Una maggiore accettabilità sociale del consumo di alcol e abuso, più esposizione al consumo di alcol durante gli anni formativi ed infine un maggiore desiderio di rinviare il momento della maternità con le sue conseguenti responsabilità del momento di crescita individuale è possibile conseguenza dell’attaccamento di una donna capace di attente valutazioni introspettive, al bicchiere.