Apre a Roma il primo cannabis bar per uso terapeutico della canapa

Apre a Roma nel quartiere di San Lorenzo il primo cannabis bar: ma i due proprietari rischiano grosso

21 Novembre 2016
Fonte: Thinkstock

Apre a Roma il Canapa Café, primo bar-negozio italiano nel quale sarà possibile consumare e acquistare prodotti derivati dalla cannabis. Il locale, situato nella zona di San Lorenzo, nei pressi dell’Università la Sapienza, offre cibi, bevande e cosmetici, da panini e torte fino a tè e tisane e creme, che hanno la cannabis tra i propri ingredienti. L’accesso è consentito tramite tesseramento.

I due fondatori, Carlo Monaco e Luigi Mantuano, hanno preso spunto per l’iniziativa dalla volontà di curarsi tramite cannabis: i due trentenni, infatti, soffrono rispettivamente di anoressia nervosa e attacchi di panico e le medicine tradizionali non sono finora riuscite a risolvere i problemi, creando anzi fastidiosi effetti collaterali come nausea e vomito.

La situazione è invece decisamente migliorata dopo che un dottore spagnolo ha prescritto loro una cura a base di cannabis, la cui efficacia è confermata anche da Carlo Privitera, il medico che segue i due ragazzi e convinto assertore dell’utilizzo della pianta per curare patologie simili a quelle sopracitate.

“Secondo molti studi scientifici mondiali questo metodo rappresenta per molte malattie il gold standard, ossia il migliore per far star bene un paziente – ha dichiarato il medico in un’intervista concessa a ‘La Stampa’ – Rispetto ai farmaci comuni, la cannabis terapeutica ha meno effetti collaterali. Mi sentirei la coscienza meno limpida nel prescrivere per esempio a un malato di sclerosi multipla l’interferone, che presenta effetti collaterali come epatite, febbre, artralgie e un peggioramento della qualità della vita”.

Tutto bene, dunque? Non proprio, perché sono almeno due gli ostacoli che rischiano di intralciare l’iniziativa di Carlo e Luigi. La prima è di carattere economico: per comprarla legalmente in farmacia o tramite Asl previa ricetta medica, bisogna infatti sborsare tra i 21 e 24 euro al grammo, non proprio poco. Per far quadrare i conti a livello economico, si è così creato un gruppo d’acquisto per acquistare erba terapeutica.

L’altro problema, ben più grave è quello della legalità: se la cannabis può essere prescritta da ormai tre anni per uso terapeutico (in alcune regioni come Toscana, Puglia, Liguria, Campania, Emilia Romagna e Veneto è fornita ‘gratuitamente’ o viene rimborsata la spesa fatta per acquistarla) ma non può essere venduta o utilizzata per lo stesso scopo in locali pubblici o aperti al pubblico.

Così Carlo e Luigi, al momento, rischiano 4 anni di carcere e fino a 30mila euro di multa e le cose non sembrano volgere al meglio, visto che il Parlamento, con un’inedita alleanza PD-Lega, ha bloccato la proposta di Sinistra Italiana di inserire nella manovra economica la legalizzazione della cannabis, seppure con l’obbiettivo di destinate parte delle entrate aggiuntive alla ricostruzione post-terremoto, mentre la discussione per la proposta di legge vera e propria per la suddetta legalizzazione è stata posticipata a dopo il referendum.

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