Che differenza c'è tra ketoprofene e ibuprofene nella didattica chimica

La differenza tra ketoprofene e ibuprofene è davvero minima: la scopriremo attraverso un'analisi della loro origine, delle caratteristiche e delle nozioni chimiche dei due elementi in questione

4 Luglio 2016

Qual è la differenza tra ketoprofene e ibuprofene? Ne sentiamo spesso parlare nelle pubblicità dei farmaci ma, forse, non ci siamo mai chiesti quale sia la loro effettiva diversità, cosa sono e a cosa servono. Cominciamo col dire che sono dei perfetti alleati da manetenere sempre a disposizione nel cassetto delle medicine perché le loro proprietà risultano essere utili in parecchi casi. Entrambi appartengono al gruppo degli acidi propionici dal quale derivano e sono considerati FANS, ossia, farmaci antinfiammatori non steroidei. Non presentano particolari effetti collaterali indesiderati se non una leggera sonnolenza o qualche leggero disturbo gastrico, dato che il loro metabolismo avviene per via epatica e coinvolge l’intero apparato digerente.

La differenza che intercorre tra ketoprofene e ibuprofene è davvero sommaria. Entrambi svolgono funzione analgesica e antipiretica annientando dolori di lieve o maggiore intensità legati a patologie articolari. Sono dei composti chimico-farmaceutici sotto forma di pillole, sali o gel e vendibili solo ed esclusivamente dietro prescrizione medica. Il ketoprofene è un farmaco antinfiammatorio che svolge anche funzione di antiaggregazione piastrinica. Sintetizzato per la prima volta in Francia nel 1967, il ketoprofene agisce inibendo la sintesi delle prostaglandine già dopo quindici minuti dalla sua somministrazione, e viene evacuata dall’organismo attraverso urine e feci.

Il farmaco è utilizzato per la cura di artriti, osteoartriti e spondiliti ed è controindicato nei pazienti che presentano una sensibilità al principio attivo o sono inclini ad avere qualche patologia a carico di stomaco, cuore e polmoni o problemi di coagulazione sanguigna. Il dosaggio efficace, nei soggetti adulti, corrisponde a circa 150-200 mg al giorno. L’ibuprofene è un principio attivo ad ampio spettro antidolorifico che seda qualsiasi tipo di dolore: dalle emicranie, alle dismenoree fino ad arrivare al mal di denti. Oltre a ciò, viene ampiamente impiegato nella cura di malattie reumatiche.

Agisce attraverso l’inibizione dell’enzima cicloossigenasi e viene perfettamente assorbito dal tratto gastrointestinale. Presenta delle controindicazioni per cui i soggetti che hanno delle sensibilità verso il principio attivo devono evitarne il contatto. Ma pare abbia meno effetti collaterali in relazione agli altri principi attivi appartenenti alla famiglia dei FANS poiché risulta essere meno dannoso per la salute dello stomaco.

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