Marinaleda, la città dell’utopia dove una casa costa 15 euro al mese

In Spagna esiste la città dell’utopia. Si chiama Marinaleda e acquistare una casa costa 15 euro al mese

3 Ottobre 2016
Fonte: Facebook

Si chiama Marinaleda ed è la città dell’utopia. Questo paese di 3mila abitanti si trova nella regione dell’Andalusia, in Spagna, e l’amministrazione comunale ha deciso di rispondere alla crisi economica in un modo davvero particolare. Negli scorsi anni la Spagna è stata colpita da una profonda crisi abitativa e la disoccupazione ha portato molti spagnoli a perdere la casa, finendo per strada. Una situazione davvero drammatica che ha coinvolto tutto il paese e che ha spinto moltissime associazioni a mobilitarsi in favore di chi aveva perso tutto.

Proprio per questo a Marinaleda, nello spirito della rivoluzione socialista dell’America Latina, l’amministrazione ha deciso di dare una risposta a questo problema. La soluzione? Avere una casa a 15 euro al mese lavorando alla sua autocostruzione. Il Comune di questa città dell’utopia ha espropriato alcuni terreni e ha deciso di assegnarli gratuitamente ad alcuni cittadini. Grazie ai fondi ottenuti dal governo regionale e da quello nazionale, Marinaleda ha potuto consegnare agli autocostruttori i materiali per la costruzione della case.

Non solo: la città dell’utopia ha scelto di mettere a disposizione dei cittadini volenterosi anche diversi architetti per realizzare progetti e operai edili messi all’opera nei cantieri. L’assemblea degli autocostruttori poi ha stabilito una quota mensile da pagare per acquisire la proprietà delle case in costruzione, scegliendo come base mensile la quota di 15 euro.

Le case costruite hanno un bagno, un giardino di 100 metri quadri e tre camere da letto, ma il progetto prevede anche un ampliamento futuro. Sino ad oggi sono state realizzate con questo metodo oltre 350 abitazioni unifamiliari, dando casa a tantissime famiglie. Non solo: a Marinaleda gli amministratori locali hanno avviato anche una nuova politica del lavoro. I terreni abbandonati sono stati affidati ad una cooperativa creata dai cittadini che coltivano legumi, peperoni, carciofi e producono olio d’oliva.

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