NASA, estinzione di massa per questo asteroide? Quando accadrà

Una minaccia è in arrivo dal cielo? Secondo la NASA la Terra andrà incontro ad un'estinzione di massa per l'impatto di un asteroide.

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

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La Terra si prepari ad un’estinzione di massa“: questo l’allarme che è stato da tempo lanciato dalla NASA, l’agenzia spaziale americana che ha espresso la convinzione che il nostro pianeta abbia un tempo limitato di esistenza.

Secondo gli scienziati dell’agenzia, la Terra si avvicina ad un evento celeste catastrofico, che, purtroppo, non potremo prevenire né fermare una volta che si sarà verificato. Non si tratterebbe di determinare “se succederà” ma solo di stabilire “quando succederà”. Potrebbero passare anni, secoli o addirittura millenni, ma l’inevitabilità di tale estinzione rappresenta una sfida che l’umanità dovrà affrontare nel corso del tempo.

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La NASA avverte: la Terra si prepari all’estinzione di massa

Nel 2016, il professor Joseph Nuth del Goddard Space Flight Center della NASA fece eco alle preoccupazioni riguardanti il pericolo che la Terra possa affrontare un evento di estinzione di massa. L’eminente studioso sottolineò che, sebbene gli asteroidi e le comete capaci di distruggere l’umanità siano estremamente rari, tendono a colpire “a 50 a 60 milioni di anni di distanza“.

Questa rivelazione suscitò un senso di allarme poiché, considerando che l’impatto della cometa che ha provocato l’estinzione dei dinosauri avvenne circa 65 milioni di anni fa, sembrerebbe che siamo in un periodo propizio per un nuovo evento di tale portata.

È importante sottolineare che non si tratta di un semplice calcolo matematico, ma di una teoria che tiene conto di modelli di impatti catastrofici nel corso di milioni di anni. Potrebbero passare altri 50 milioni di anni prima che si verifichi un altro evento di estinzione, ma le statistiche indicano che le probabilità di un tale scenario, per quanto basse, aumentano gradualmente di giorno in giorno.

La consapevolezza di questa imminente minaccia cosmica ha spinto la NASA a intensificare gli sforzi per monitorare costantemente il cielo alla ricerca di asteroidi potenzialmente pericolosi.

Asteroide, cosa succederà il 27 marzo 2026?

C’è chi teme che l’estinzione di massa abbia già una data: il 27 marzo 2026. In quella giornata tanto attesa o temuta, a seconda dei punti di vista, un asteroide di dimensioni significative si avvicinerà pericolosamente alla Terra. Questo corpo celeste, scoperto solo lo scorso marzo, ha un diametro di circa 60 metri, ed è stato oggetto di grande attenzione e studio da parte degli scienziati.

Sebbene le probabilità che questo corpo celeste colpisca effettivamente la Terra siano considerate molto basse, la sua vicinanza rappresenta comunque un motivo di preoccupazione e ha spinto gli esperti a inserirlo in cima alla graduatoria delle rocce spaziali più pericolose di sempre. Nonostante i progressi nella nostra capacità di rilevamento e monitoraggio degli asteroidi, rimane infatti anche una piccola dose di incertezza sulla sua traiettoria precisa e sul suo impatto potenziale.

NASA riuscirà a salvare il mondo dall’impatto di asteroidi pericolosi?

C’è chi, ispirato da atmosfere cinematografiche, si chiede se la NASA sia effettivamente in grado di salvare il mondo da un potenziale impatto di un asteroide pericoloso. Questa domanda potrebbe sembrare fantascientifica, ma gli scienziati di tutto il mondo stanno davvero compiendo una serie di progressi significativi nell’astratta possibilità in cui si debba affrontare tale minaccia.

Gli esperti ritengono che almeno nei prossimi cento anni non ci sia una reale minaccia di collisione con asteroidi di dimensioni tali da causare un’estinzione planetaria. Tuttavia, la comunità scientifica si sta preparando comunque per un evento di tale portata, continuando a studiare e monitorare gli asteroidi in avvicinamento alla Terra.

Tra gli sforzi della NASA per proteggere il nostro pianeta, si colloca la missione DART (Double Asteroid Redirection Test), che si è conclusa nel 2022. Questa missione è stata progettata per studiare gli effetti di un impatto cinetico di un veicolo spaziale. L’obiettivo era quello di verificare se l’impatto di un veicolo potesse deviare con successo un asteroide in rotta di collisione con la Terra, offrendo così una forma di protezione per il nostro pianeta.

La missione DART ha rappresentato un passo significativo nella ricerca di soluzioni per mitigare il pericolo degli asteroidi. Sebbene ci sia ancora molta strada da fare, i risultati preliminari della missione sono stati promettenti e hanno fornito preziose informazioni sulle possibilità di deviare gli asteroidi pericolosi.

Recentemente alcuni scienziati hanno rivelato il giorno esatto in cui un asteroide potrebbe colpire la superficie terrestre, provocando uno schianto violento potento quanto 22 bombe atomiche. La roccia spaziale, chiamata Bennu, passa vicino alla Terra ogni sei anni, ma gli scienziati ritengono che potremmo essere sulla buona strada per una collisione con l’asteroide il 24 settembre 2182. Anche se la data del giorno del giudizio è molto lontana, la NASA sta già lavorando per dirottare Bennu e sarebbe alla “tappa finale” della missione.

Sette anni fa l’agenzia americana inviò una navicella spaziale sull’asteroide per raccogliere campioni, sperando che le informazioni raccolte li aiutassero a prevenire un incontro potenzialmente catastrofico ed i campioni provenienti da Bennu dovrebbero finalmente raggiungere la Terra questa settimana, e raggiungeranno il deserto dello Utah, 159 anni prima del possibile schianto di Bennu.

Rich Burns, project manager di OSIRIS-REx presso il Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, nel Maryland, ha dichiarato al Sunday Telegraph: “Siamo ora nella tappa finale di questo viaggio di sette anni, e sembra molto simile alle ultime miglia di una maratona, con una confluenza di emozioni come orgoglio e gioia che coesistono con la determinazione a completare bene la gara.” Sebbene il potenziale impatto di Bennu possa sembrare preoccupante, le probabilità di un schianto devastante sono solo una su 2.700.

La roccia è larga circa un terzo di miglio, mentre l’asteroide che causò l’estinzione dei dinosauri era largo circa sei miglia – circa 20 volte la larghezza di Bennu. Ciò significa che la roccia in arrivo non è abbastanza grande da causare l’estinzione mondiale – ma la NASA calcola che se dovesse schiantarsi sulla Terra creerebbe un cratere di circa sei miglia e causerebbe una devastazione per circa 600 miglia intorno in tutte le direzioni.

I campioni attualmente in viaggio verso la Terra dovrebbero aiutare i ricercatori a far luce sulla roccia in questione, con i frammenti destinati a essere lanciati verso la Terra dalla navicella spaziale OSIRIS-REx in una capsula delle dimensioni di un frigorifero. La nave trasporta circa 250 g di materiale roccioso raccolto dalla superficie di Bennu nel 2020. La capsula entrerà nell’atmosfera terrestre intorno alle 8:42 ora locale del 24 settembre, sfrecciando verso la superficie del pianeta a quasi 28.000 miglia all’ora.

Nicola Fox, amministratore associato del Science Mission Directorate della Nasa a Washington, ha dichiarato: “Il materiale incontaminato dell’asteroide Bennu aiuterà a far luce sulla formazione del nostro sistema solare 4,5 miliardi di anni fa e forse anche su come è iniziata la vita sulla Terra”.

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