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Raffreddore addio, arriva lo spray antivirale ed è un'invenzione italiana

Panoxyvir è il nuovo spary antivirale ideato da una star up italiana per dire per sempre addio al raffreddore

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Si chiama Panoxyvir ed è il primo spray antivirale ideato da una start up torinese, per dire per sempre addio al raffreddore. Lo spray rivoluzionario si è aggiudicato un premio nell’ambito della XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI) ottenendo un successo straordinario.

Panoxyvir infatti non ha come obiettivo quello di controllare i sintomi del raffreddore, ma prima di tutto di prevenirne i sintomi. Lo spray si basa su un approccio innovativo alla cura di questo male di stagione, impedendo attraverso una molecola fisiologica che il virus del raffreddore riesca ad entrare nella cosiddetta “cellula bersaglio”.

“Gli antivirali attualmente in circolazione curano i sintomi, ma non la causa – ha spiegato il professor Poli, presidente e AD di Panoxyvir -.Panoxyvir, invece, ha brevettato gli ossisteroli dotati di una potente attività antivirale contro il virus del raffreddore, il rhinovirus, andando, quindi, a colpire direttamente la causa”.

Cosa sono in sostanza gli ossisteroli su cui si basa Panoxyvir? “Gli ossisteroli– ha svelato Poli – derivano dal processo di ossidazione del colesterolo e si trovano nel nostro sangue – spiega ancora il Prof. Poli -. Molto spesso noi demonizziamo il colesterolo poiché pensiamo che sia unicamente dannoso per la nostra salute. Nel caso di Panoxyvir siamo riusciti a individuare la sua funzione benefica, immunitaria e soprattutto antivirale”.

Lo spray realizzato dalla startup per curare il raffreddore deriva dunque dal colesterolo, una molecola che è già presente nel nostro organismo e che potrebbe divenire un ottimo alleato per sconfiggere il temibile virus di stagione. Panoxyvir è stato messo a punto da un gruppo di virologi e patologi dell’Ospedale San Luigi di Orbassano (TO) e promette di rivoluzionare il mondo dei farmaci antinfluenzali.

“Se tutto va bene e non avremo ostacoli particolari il processo produttivo durerà 7 o 8 anni, dopo i quali il farmaco potrà essere nelle nostre case – ha spiegato Poli, che ha sottolineato come il processo di produzione del farmaco sia ancora lungo e richieda ben 2 milioni di euro -. Noi continueremo a credere in queste sostanze che, se poste nella formulazione farmaceutica corretta, possono davvero avere un effetto benefico sul nostro organismo. Chiaramente che ci serve una mano, solo per la fase di sperimentazione in vitro e sugli animali servono cifre che viaggiano oltre il milione di euro, ma siamo fiduciosi”.

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