Caldo estremo: tra 50 anni le temperature di oggi saranno "fresche"

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

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Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Luglio 2023 secondo gli esperti del meteo a livello globale è stato il mese più caldo di sempre. Con una media di 16,95° luglio è stato un mese rovente fino ad oggi, ma purtroppo la speranza che sia solo una stagione passeggera, non può trovare conforto nelle tesi della scienza, che da anni ci sta avvisando di un cambiamento climatico in corso e forse irreversibile, almeno con la situazione attuale di consumo di fossili per la produzione energetica.

In realtà, già dieci anni fa, la situazione era considerata a rischio. Uno studio che risale al 2013 ci avvertiva del grande rischio che stavamo correndo, ma all’epoca si era ancora in tempo per invertire la rotta climatica ed arrivare un’estate più morbida, evitando fenomeni violenti come alluvioni, siccità, grandine, afa e temperature di 45°.

In questa ultima settimana di luglio, in cui si sono registrate altissime temperature, che sono avanzate su tutto il bacino del Mediterraneo a causa dell’anticiclone africano, che ha portato punte di 40° nel Centro Sud della Penisola e punte di 45° e oltre nelle zone interne di alcune regioni del sud, Sardegna, Sicilia e Puglia.

Nella Capitale il caldo è stato molto elevato, battendo il valore più alto mai registrato nella stazione Roma Urbe, che risale al giugno 1982, e cioè la punta massima di 40,7°, mentre metà Italia era sotto la morsa di alluvioni, venti forti e grandine.  Scienziati e attivisti per il clima provano ad avvertirci ormai da anni sugli effetti deleteri della crisi climatica che renderà le nostre vite sempre più difficili, ma i loro ammonimenti sono rimasti inascoltati. Il caldo provoca anche decessi, come dimostrano queste cifre impressionanti: nel 2022 i decessi legati alle alte temperature sono stati circa 18mila, un record a livello europeo.

Sandro Calmanti, ricercatore ENEA ha ripreso una figura di uno studio fa basata su 5 modelli climatici regionali per l’area del Mediterraneo. Per ciascuno è stata messa sul grafico l’evoluzione della temperatura media superficiale del mare, dove lo zero corrisponde alla media del periodo 1961-1990. Per rendere il grafico più leggibile è stato aggiunta una linea nera per indicare la media fra questi 5 modelli e una fascia grigia che rappresenta l’intervallo più probabile all’interno del quale crediamo che si possano effettivamente trovare questi valori di temperatura media.

“Quando abbiamo lavorato a questo studio ci trovavamo grosso modo nella zona cerchiata in verde. Faceva già caldino, ma tutto sommato, considerando la banda grigia dei valori più verosimili, eravamo ancora abbastanza vicini al Mediterraneo del secolo precedente. Perciò eravamo preoccupati certo, ma in fondo eravamo forse un po’ ottimisti a pensare che facendo vedere figure come questa ci saremmo decisi a fare qualcosa, dice Calmanti. Infine è stata aggiunta anche una linea rossa, che rappresenta la temperatura media del Mediterraneo secondo i modelli di scala globale. In questi giorni eravamo nella zona cerchiata di fucsia e ci stiamo inesorabilmente allontanando dal Mediterraneo del secolo scorso.

Ma il peggio deve ancora arrivare: intorno al 2050 saremo decisamente su un altro pianeta, per questo sono ragionevolmente certo queste giornate saranno anche le meno calde.

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