Avete mai sentito parlare dei “tunnel lunari”? Si tratta di alcune strutture presenti sul nostro satellite naturale ma, fino ad ora, nessuno ne aveva mai “esplorato” uno. Si tratta però di un affascinante fenomeno grazie al quale possiamo riuscire a scoprire alcuni importanti segreti della nostra vicina spaziale. Non ci resta che andare a scoprire cosa sono!
Scoperto un tunnel lunare sotterraneo: cos’è
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Tutti sappiamo che la superficie della Luna è un ambiente estremamente ostile, dove le temperature variano drammaticamente dai 127 gradi Celsius durante il giorno ai -173 gradi durante la notte. La mancanza di atmosfera fa inoltre sì che le radiazioni cosmiche e solari colpiscano la superficie con una forza fino a 150 volte superiore rispetto a quella che raggiunge la Terra.
Queste condizioni rappresentano un notevole ostacolo per la realizzazione dei numerosi piani della NASA, dell’ESA e di tutte le varie agenzie spaziali sparse per il mondo al fine di “colonizzare” il satellite, stabilendovi una presenza umana permanente. Tuttavia, un recente studio condotto da un team internazionale e guidato dall’Università di Trento ha portato alla luce una scoperta promettente: l’esistenza di vasti tunnel sotterranei, che potrebbero offrire un rifugio sicuro per future basi lunari.
Questi tunnel, che non sono altro che “tubi di lava lunare”, sono essenzialmente delle strutture formatesi durante eruzioni vulcaniche risalenti a quando la Luna era ancora geologicamente attiva. Nel corso dei milioni di anni successivi, alcune di queste strutture si sono collassate, creando ampie caverne sotterranee che potrebbero fornire riparo dagli estremi termici, dalle radiazioni e dagli impatti dei meteoriti in caso di una nuova esplorazione umana.
Come hanno scoperto i tunnel lunari?
Sebbene l’esistenza di tali tunnel sia da tempo una teoria piuttosto accettata dalla comunità scientifica, fino a oggi non vi era stata una conferma tangibile della loro presenza.
L’importante scoperta che ne conferma l’esistenza è stata fatta utilizzando i dati raccolti dal Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA, e in particolare le immagini radar catturate dallo strumento Mini-RF (Miniature Radio-Frequency). Il focus dell’indagine è stato un “pozzo” situato nel “Mare della Tranquillità”, una vasta pianura basaltica visibile dalla Terra.
Durante l’analisi dei dati relativi a questa cavità, la più profonda conosciuta sulla Luna, i ricercatori hanno osservato un’anomalia: un aumento della luminosità radar sul lato ovest del pozzo, un indizio significativo della possibile presenza di un tunnel di lava.
Per approfondire la scoperta, il team italiano ha creato una simulazione basata sui dati radar raccolti, ottenendo un modello tridimensionale che supporta l’ipotesi della presenza di un condotto sotterraneo. “Grazie all’analisi dei dati, siamo riusciti a creare il modello di una porzione del condotto – ha spiegato Leonardo Carrer, ricercatore all’Università di Trento e primo firmatario dello studio – La spiegazione più probabile delle nostre osservazioni è che si tratti di un tubo lavico cavo“.
Secondo le stime dei ricercatori, il condotto si trova a una profondità compresa tra i 130 e i 170 metri, ha una lunghezza stimata tra i 30 e gli 80 metri e una larghezza di circa 45 metri. Inoltre, sembra essere leggermente inclinato, con una pendenza che può raggiungere i 45 gradi, caratteristiche che potrebbero renderlo un sito ideale per una futura base lunare.