Il caro energia è da sempre una delle voci di spesa che pesa di più sul bilancio di famiglie e aziende, dato che costringe tanti di noi a rivedere le proprie abitudini quotidiane per cercare di mantenere i costi delle bollette quanto più bassi possibile. Se gli aumenti dei prezzi di luce e gas rimangono una preoccupazione costante, in casa spesso ci si concentra su interventi immediati. Alcuni di questi li conosciamo bene: spegnere le lucine degli apparecchi in standby, usare elettrodomestici come lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico, limitare le accensioni del riscaldamento a quelle strettamente necessari. Tuttavia, ci sono aspetti meno evidenti del consumo energetico che spesso vengono sottovalutati, come la ricarica di dispositivi elettronici. Se smartphone, tablet e computer sono ormai parte integrante delle nostre vite, accompagnandoci al lavoro, nello studio e nel tempo libero, vi siete mai chiesti quanto costi effettivamente mantenerli carichi ogni giorno?
- Perché è importante sapere quanto costa ricaricare smartphone, tablet e computer?
- Quanto consuma davvero la ricarica di uno smartphone?
- Quanto consuma davvero la ricarica di un computer?
- Come risparmiare energia in bolletta?
Perché è importante sapere quanto costa ricaricare smartphone, tablet e computer?
Andiamo con ordine e partiamo dal principio ricordandoci che, anche se a prima vista può sembrare un consumo trascurabile, il costo delle ricariche quotidiane dei nostri dispositivi elettronici si somma mese dopo mese, contribuendo in modo significativo alla spesa complessiva e al conto finale della bolletta.
Capire quanto queste operazioni impattino sul budget non è solo una questione di curiosità, ma può aiutare a prendere decisioni più consapevoli per ottimizzare i consumi e, magari, riuscire a risparmiare qualcosa organizzandoci in maniera più razionale.
Quanto consuma davvero la ricarica di uno smartphone?
Quando si parla di consumi energetici, lo smartphone sembra essere un “peso piuma” rispetto ai grandi elettrodomestici di casa, come lavatrice e frigorifero, ma anche rispetto a oggetti più piccoli come il phon e il ferro da stiro. In effetti, l’impatto della ricarica dello smartphone sulla bolletta è decisamente irrisorio anche rispetto al costo iniziale del dispositivo. Tuttavia, scoprire quanto consuma effettivamente può rivelarsi interessante, soprattutto per chi vuole ottimizzare ogni aspetto dei propri consumi.
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Un caricabatterie medio per smartphone assorbe una potenza che varia tra i 3 e i 7 watt durante la fase di carica. Questo significa che, ricaricando il telefono per due ore al giorno, il consumo si aggira tra 0,006 e 0,014 kWh di elettricità. Moltiplicando questa cifra per un anno, il totale è compreso tra i 2 e i 5 kWh. Considerando un costo medio di 0,35 € per kWh, la spesa annuale è piuttosto contenuta, oscillando tra 0,70 € e 1,75 €. Un calcolo che sembra rassicurante, ma che non è corretto, in quanto si basa su un utilizzo ideale: ovvero la ricarica del telefono solo una volta al giorno per due ore, quelle sufficienti a portarlo al 100%.
Nella realtà, le nostre abitudini quotidiane sono spesso ben diverse. Molti di noi lasciano lo smartphone in carica durante tutta la notte, per sette o otto ore consecutive. In questo caso, una volta che la batteria è completamente carica, il caricabatterie continua comunque ad assorbire energia, seppur a un ritmo inferiore, con una potenza che si riduce a 2-4 watt. Inoltre, non tutti i caricabatterie hanno la stessa efficienza. Alcuni continuano a consumare anche quando non sono collegati al telefono, e il consumo può aumentare se si surriscaldano durante l’uso.
I costi restano comunque contenuti, sebbene raddoppiati. Tenere collegato uno smartphone per 7 ore ogni notte per un anno comporta un consumo totale di circa 10,22 kWh. Con un costo medio dell’energia di 0,35 € per kWh, il costo annuale si aggira intorno a 3,58 €.
Quanto consuma davvero la ricarica di un computer?
Se passiamo ai computer, la ricarica di un notebook comporta un consumo energetico maggiore rispetto a quello di uno smartphone, ma rimane comunque contenuto rispetto ad altri dispositivi domestici. Un pc portatile medio utilizza un caricabatterie che assorbe una potenza tra i 45 e i 90 watt durante la ricarica attiva. Se si considera una ricarica giornaliera di circa due ore, il consumo si aggira tra 0,09 e 0,18 kWh al giorno. In un anno, moltiplicando questi valori per 365 giorni, si ottiene un consumo annuale compreso tra 32 e 66 kWh. A un costo medio dell’energia elettrica di 0,35 € per kWh, questo equivale a una spesa annua tra 11 € e 23 €.
Tuttavia, come per gli smartphone, è importante considerare le abitudini d’uso. Lasciare il notebook collegato alla corrente anche dopo il completamento della carica comporta un assorbimento energetico più basso, ma non nullo. In media, un caricabatterie in modalità standby consuma tra i 2 e i 5 watt. Se il notebook rimane collegato alla corrente per 8 ore al giorno, oltre il tempo necessario per la ricarica, si aggiungono altri 6-15 kWh al consumo annuale, incrementando ulteriormente i costi.
Un computer desktop, invece, può consumare tra 100 e 300 watt all’ora a seconda delle specifiche tecniche e dell’uso che se ne fa. Se utilizzato per circa 12 ore al giorno, questo si traduce in un consumo di circa 2,4 kWh al giorno, equivalenti a circa 72 kWh al mese. Con un costo medio dell’energia di 0,35 €/kWh, la spesa mensile per alimentare un PC può arrivare a circa 40 euro annuali.
Come risparmiare energia in bolletta?
Risparmiare energia in casa o in ufficio nella ricarica dei nostri dispositivi è possibile con alcune semplici accortezze, anche quando si tratta di device di uso quotidiano come smartphone e computer. Ad esempio, attivare la modalità di risparmio energetico sul telefono, ridurre la luminosità dello schermo e scollegare caricabatterie e dispositivi dalla presa quando non vengono utilizzati sono azioni immediate e facili da adottare. Anche se spesso ci dimentichiamo di farlo.
È vero che lasciare il caricatore sempre attaccato alla presa consuma pochissima energia, quasi impercettibile sul conto finale della bolletta elettrica. Tuttavia, scollegarlo non solo evita inutili sprechi, ma riduce anche i rischi di surriscaldamento e usura delle prese elettriche. Questi piccoli gesti, anche se sembrano banali, possono portarci ad un atteggiamento più consapevole verso l’utilizzo dell’energia, che è sempre la scelta migliore, soprattutto in un contesto come quello quotidiano, dove gli aumenti del costo dell’energia elettrica sono sempre minacciosi dietro l’angolo.
Anche se il consumo legato alla ricarica di smartphone, tablet e PC è trascurabile rispetto ad altri apparecchi, è importante ricordare che ogni piccola azione contribuisce a ridurre l’impatto complessivo. Dopotutto, come si suol dire, il mare è fatto di tante gocce: sommare questi accorgimenti può fare la differenza, sia in termini economici che ambientali. Un utilizzo responsabile dell’energia non solo tutela il portafoglio, ma rappresenta anche un passo importante verso la sostenibilità delle nostre vite quotidiane.