Fonte: ANSA

Temperature oltre i 35 gradi? Puoi chiedere la cassa integrazione per eventi meteo: come fare

Lavori all'aperto o in ambienti caldi? Ecco quando e come richiedere la cassa integrazione per eventi meteo avversi (a temperature oltre i 35°C).

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Con le temperature estive che si stanno verificando in questa estate 2024, sono molti i lavoratori che si ritrovano a dover affrontare situazioni di caldo estremo che non solo riducono la produttività, ma possono anche metterne pesantemente a rischio la salute. Fortunatamente, l’INPS ha chiarito che esiste una misura di sostegno economico volta a intervenire in questi casi: la cassa integrazione può infatti essere chiesta anche per eventi meteo. Si tratta di uno strumento di protezione sociale volto a garantire in pieno i diritti dei lavoratori, mettendo loro a disposizione una nuova serie di possibilità. Ma come funziona questo particolare tipo di Cassa Integrazione? Non ci resta che andare a scoprirlo insieme.

Cassa Integrazione per eventi meteo avversi: come funziona

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. L’ondata di calore eccezionale che sta colpendo il nostro Paese in questa estate 2024 ha spinto l’INPS a chiarire quali sono le condizioni per accedere alla cassa integrazione per eventi meteo avversi, un sostegno economico che può rivelarsi fondamentale per i lavoratori.

Quando le temperature superano i 35 gradi, o quando la temperatura percepita parecchi gradi sotto lo zero – specie se aggravata da fattori come l’umidità elevata o l’uso di indumenti protettivi pesanti – si può considerare il fatto che essa abbia raggiunto livelli critici. È in questi casi che la legge prevede che le attività lavorative possono essere sospese o ridotte.

In queste circostanze, infatti, le aziende hanno la possibilità di richiedere l’integrazione salariale per i propri dipendenti, proteggendo così sia la salute dei lavoratori che la stabilità economica dell’impresa.

Nel caso specifico in cui una pubblica autorità abbia disposto la sospensione o riduzione delle attività lavorative in un determinato settore o in un determinato territorio, i datori di lavoro possono invocare la causale “sospensione o riduzione dell’attività per ordine di pubblica autorità per cause non imputabili all’impresa o ai lavoratori” per accedere alla cassa integrazione. Questo garantisce che le aziende non vengano penalizzate per decisioni esterne necessarie a tutelare la sicurezza pubblica. Tuttavia, anche in assenza di un’ordinanza esplicita, è possibile fare richiesta di integrazione salariale qualora le condizioni di calore estremo rendano impossibile il normale svolgimento delle attività lavorative.

La normativa è chiara: la prestazione di integrazione salariale può essere concessa non solo quando le temperature superano i 35 gradi, ma anche quando queste sono percepite come superiori a causa di particolari condizioni lavorative (appunto, il lavorare esposti a temperature particolarmente alte o con addosso un abbigliamento protettivo troppo pesante). Questo approccio flessibile riconosce che la percezione del calore può variare significativamente e può influire sulla capacità dei lavoratori di operare in sicurezza.

Cassa Integrazione per eventi meteo avversi: i fattori che permettono alle aziende di richiederla

Le aziende che operano in condizioni di caldo estremo hanno la possibilità di richiedere la cassa integrazione per eventi meteo avversi, ma l’accoglimento della domanda dipende da diversi fattori specifici.

Una delle principali condizioni è che l’attività lavorativa si svolga in ambienti dove non è possibile proteggersi adeguatamente dal sole. Questo riguarda, ad esempio, lavori all’aperto in cui l’esposizione ai raggi solari è inevitabile, aumentando il rischio di colpi di calore e altri problemi legati alle alte temperature.

Un altro fattore critico è l’utilizzo di materiali o macchinari che producono calore aggiuntivo. In settori come l’edilizia o l’industria manifatturiera, macchine e attrezzature possono emettere calore, aggravando ulteriormente le condizioni di lavoro già difficili. Questo calore addizionale, combinato con alte temperature ambientali, può creare un ambiente insostenibile per i lavoratori, giustificando la richiesta di integrazione salariale.

L’uso di equipaggiamenti protettivi, come tute e caschi, è un ulteriore elemento che può influire sulla percezione del calore da parte dei lavoratori. Questi strumenti, pur essendo essenziali per la sicurezza, possono intrappolare il calore corporeo, facendo sì che la temperatura percepita sia molto più elevata di quella reale. L’INPS chiarisce che, nella valutazione delle domande di cassa integrazione, non si deve considerare solo la temperatura registrata, ma anche le condizioni specifiche in cui i lavoratori operano.

Il tasso di umidità rappresenta un altro fattore determinante. Un’umidità elevata può amplificare significativamente la sensazione di calore, rendendo le condizioni di lavoro insopportabili. Pertanto, nel processo di valutazione delle domande, è essenziale prendere in considerazione anche questo aspetto, che può essere altrettanto cruciale quanto la temperatura stessa.

Infine, l’INPS sottolinea che le stesse considerazioni valgono anche per le attività svolte al chiuso, specialmente se non sono disponibili sistemi di ventilazione o raffreddamento efficaci. In situazioni in cui tali sistemi siano inaccessibili per circostanze imprevedibili e non imputabili al datore di lavoro, le condizioni interne possono rapidamente diventare pericolose, giustificando così il ricorso alla cassa integrazione per eventi meteo.

Cassa integrazione per eventi meteo avversi in caso di grande caldo “in a nutshell”. Cosa c’è da sapere

Se quanto detto fino ad ora vi sembra un po’ “fumoso” sappiate che, in pratica, l’azienda può richiedere alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria o alla Cassa Integrazione Speciale Operai Agricoli, a seconda del settore di appartenenza, un’integrazione salariale per i lavoratori interessati dalla sospensione o riduzione dell’attività. A fare la domanda per la cassa integrazione, dunque, non è direttamente il lavoratore o la lavoratrice, ma solo l’azienda per la quale lui o lei presta la propria opera.

Il Decreto Legge n. 98 del 28 luglio 2023 (Decreto Caldo) ha introdotto alcune importanti novità per quanto riguarda l’accesso alla Cassa Integrazione in caso di ondate di calore. Innanzitutto, dall’anno scorso è giunta una vera e propria semplificazione delle procedure di richiesta di accesso alla CIGO e alla CISOA per le aziende che operano in settori particolarmente esposti al rischio di ondate di calore. Poi, i periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa determinati da eventi meteo sono neutralizzati ai fini del computo del numero massimo di settimane di integrazione salariale fruibili nel biennio mobile.

Per poter usufruire di questo sostegno, l’azienda deve dimostrare che l’evento meteorologico è stato effettivamente la causa della sospensione o riduzione dell’attività, che lo stesso evento è stato oggettivamente non evitabile e imprevedibile; e che la sospensione o riduzione dell’attività ha avuto un impatto significativo sull’attività stessa dell’azienda.

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