Negli ultimi anni, il fenomeno dello sharenting – la condivisione online di foto e video dei propri figli – è diventato sempre più comune, complici i social network come Instagram, TikTok e Facebook. Dal primo bagnetto alla festa di compleanno, fino agli scatti più recenti delle vacanze o delle celebrazioni scolastiche, la vita dei bambini viene spesso documentata dai genitori in modo costante. Ma è davvero una pratica innocua?
Se i rischi per la sicurezza – come l’adescamento o la diffusione di contenuti pedopornografici – sono noti, meno chiari sono gli aspetti legali. Cosa prevede la normativa italiana ed europea? Quali sono i diritti dei minori in merito alla propria immagine e come devono comportarsi i genitori, specialmente in caso di separazione?
- I diritti dei minori secondo la legge
- Sharenting e separazioni: un caso delicato
- Progetti di legge e tutela dei minori
- I rischi dello sharenting
- Come agire responsabilmente
I diritti dei minori secondo la legge
La pubblicazione di foto di bambini sui social è regolata da normative precise. In Italia, il diritto alla riservatezza dei minori è tutelato dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR, Reg. UE 679/2016) e dalla legge sul diritto d’autore (L. 633/1941). Queste norme stabiliscono che le immagini personali possono essere pubblicate solo previo consenso della persona interessata.
Nel caso dei minori, sono i genitori a dover dare il consenso per la pubblicazione di foto, ma con alcune limitazioni:
- Fino a 14 anni, il consenso deve essere espresso dai genitori.
- Dai 14 anni in su, i minori hanno il diritto di decidere autonomamente se autorizzare la pubblicazione delle proprie immagini (Codice della Privacy, D. Lgs. 196/2003).
Un aspetto importante è che, una volta raggiunta la maggiore età, un figlio può chiedere la rimozione delle proprie foto dai social, appellandosi al cosiddetto “diritto all’oblio”. In caso di rifiuto da parte dei genitori, il ragazzo può persino ricorrere alle vie legali per ottenere la cancellazione delle immagini.
Sharenting e separazioni: un caso delicato
La situazione si complica ulteriormente in caso di genitori separati o divorziati. In questi casi, se uno dei due genitori non è d’accordo sulla pubblicazione di una foto, questa non dovrebbe essere condivisa. La legge prevede che il dissenso possa essere fatto valere anche davanti a un giudice, il quale valuterà la questione secondo il principio del “superiore interesse del minore”.
Non mancano casi in cui uno dei genitori ha pubblicato immagini dei figli senza il consenso dell’altro. In queste circostanze, il genitore contrario può chiedere la rimozione delle foto e, se necessario, ottenere un risarcimento per il danno arrecato al minore.
Progetti di legge e tutela dei minori
Attualmente, in Italia non esiste una normativa specifica per regolare lo sharenting, ma un progetto di legge è stato presentato alla Camera dei Deputati. La proposta mira a:
- Richiedere una dichiarazione scritta all’AGCOM firmata da entrambi i genitori prima di pubblicare foto dei figli online.
- Garantire che eventuali guadagni derivanti dalla pubblicazione di immagini di minori siano vincolati a un conto corrente intestato al bambino, utilizzabile solo al raggiungimento della maggiore età.
- Riconoscere ai minori il diritto all’oblio digitale a partire dai 14 anni.
Questa proposta si ispira alla legge francese del 2020, che regola lo sfruttamento commerciale dell’immagine dei minori sulle piattaforme digitali.
I rischi dello sharenting
Pubblicare immagini di bambini online può esporli a una serie di pericoli:
- Pedopornografia: Le foto possono essere scaricate e utilizzate per scopi illeciti.
- Adescamento online: I social offrono a potenziali malintenzionati accesso a informazioni personali sui minori.
- Danno alla privacy: La condivisione costante può compromettere la riservatezza e il futuro controllo dell’immagine personale.
Come agire responsabilmente
Ecco alcuni consigli per genitori:
- Non pubblicare immagini identificabili dei propri figli, preferendo foto in cui il volto non sia visibile.
- Evitare di condividere informazioni personali (nome, scuola, luoghi frequentati).
- Richiedere sempre il consenso dell’altro genitore, soprattutto in caso di separazione.
- Riflettere sull’impatto a lungo termine della condivisione sui social, considerando i diritti e il futuro del minore.
Con una maggiore consapevolezza e il rispetto delle regole, è possibile trovare un equilibrio tra la voglia di condividere momenti speciali e la tutela della sicurezza e della dignità dei propri figli.