Nessuno vorrebbe che i nostri amati gatti stiano poco bene. Eppure chi ha un gatto sa che l’animale tende a non dimostrare ciò che prova. È una sua peculiarità, ma è importante imparare a riconoscere i 25 segni che un gatto può emettere quando sta male, in modo da essere pronti a aurarlo in modo appropriato, quando ha bisogno dell’aiuto umano. Tra i 25 segnali che il nostro felino domestico può inviarci, ce ne sono due in particolari che sono indicativi del suo stato di salute: il fatto che non pulisca il pelo ed il camminare zoppicando. Tutti gli altri sono molto più sottili e vanno osservati bene per essere riconosciuti.
- Come si comporta un gatto che sta male?
- Come capire se il gatto ha un'infezione?
- Come capire se il gatto è stato avvelenato?
Come si comporta un gatto che sta male?
Dei due più importanti abbiamo appena scritto e sono da rammentare. Per facilitare la memorizzazione dei 25 segnali, faremo un elenco che speriamo sia esaustivo e possa aiutarvi.
- L’assenza di pulizia del proprio pelo
- Incedere claudicante o zoppicante
- Difficoltà del gatto a saltare, che impedisce all’animale di salire anche sui mobili di casa o di giocare, che sono due caratteristiche proprie del gatto, la cui assenza deve subito far scattare l’allarme.
- Andatura anormale, con un passo lento o una camminata diversa dal solito, è un altro segnale importante. E’ raro vedere il nostro gatto che cammina lentamente e senza fare scatti o salti. Per cui attenzione a questa peculiarità.
- Riluttanza a muoversi e preferenza a rimanere appollaiati in un luogo confortevole.
- Reazione immediata alla palpazione di qualche parte del corpo.
- Nascondersi nei luoghi più impensati, anche bui e difficili da raggiungere.
- Carenza di gioco, che si protrae nel tempo, anche per molti giorni.
- Mancanza di appetito, anche dopo la presentazione del cibo preferito.
- Generale mancanza di attività, da qualunque punto di vista.
- Minore frequenza degli strofinamenti sulla gente, anche sui suoi proprietari o sulle persone preferite.
- Cambiamento nel carattere in generale: un gatto che diventa più ombroso o poco espansivo.
- Postura che si manifesta curva, ingobbita, come se il gatto tendesse ad inarcare il corpo.
- Dimagrimento improvviso, di almeno 3-400 grammi nell’arco di pochi giorni.
- Insistenza nel leccare alcune particolari zone del corpo.
- Testa che viene portata in posizione bassa, contrariamente a quello che fanno i gatti sani.
- Blefarospasmo: improvvisa o involontaria strizzata degli occhi
- Cambiamento della pupilla.
- Cambiamento delle abitudini alimentari: preferenza per un cibo che prima non piaceva o viceversa.
- Evitamento delle zone luminose, con sole o luce artificiale.
- Emissione di un leggero ringhio, che ricorda un lamento.
- Sottili gemiti che si protraggono a lungo nel corso della giornata.
- Occhi che rimangono a lungo chiusi, anche mentre il gatto cammina o svolge altre azioni.
- Difficoltà nell’urinare e ripetuta ricerca di urinare: il gatto si avvicina alla cassettina e ci rimane a lungo.
- Coda che si muove repentinamente per un lungo periodo di tempo, quasi fosse un tic nervoso.
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Come capire se il gatto ha un’infezione?
La temperatura corporea del gatto è diversa da quella di noi umani, e nella normalità misura una media di 38,5 gradi; ma quando la temperatura supera la soglia fisiologica, allora è fondamentale rivolgersi alla valutazione del veterinario. La febbre, infatti, corrisponde a una risposta dell’organismo, a qualcosa che potrebbe alterare il suo benessere.
I gatti, come ogni mammifero e come noi umani, sono soggetti allo sviluppo di infezioni delle vie aeree superiori ed alla cosiddetta “influenza felina”, ma è importante sottolineare che non si tratta di una zoonosi, cioè di una malattia trasmissibile all’uomo.
Nei gatti, la febbre è generalmente causata da un virus: i due più comuni sono il calicivirus felino e l’herpes felino, ritenuti responsabili del 90% circa delle infezioni. Anche i batteri, seppur con frequenza minore, possono causare questa infezione o contribuire al suo sviluppo, in particolare la bordetella bronchiseptica e la chlamydophila felis. Per questo è importante il protocollo di vaccinazione dei gatti che garantisce l’immunità contro le due cause più comuni di infezione virale.
L’infezione dei gatti si trasmette mediante contatto diretto con altri gatti infetti o con gatti asintomatici del virus. Una volta contagiato, come noi umani, anche il vostro gatto potrebbe diventare portatore, quindi trasmettere le particelle virali e diffondere l’infezione.
Per diagnosticare l’influenza felina è necessaria una visita medica completa e la raccolta dei dati dell’anamnesi dell’animale domestico, relativi alle vaccinazioni effettuate, alle situazioni stressanti avvenute di recente e ai contatti con altri gatti. Anche se i sintomi potrebbero regredire senza l’intervento di terapie, il veterinario potrebbe prescrivere degli antibiotici per prevenire l’insorgere di un’infezione secondaria. Infatti è buona norma, quella di non provvedere mai a cure fai da te, quando si sospetta che il gatto abbia la febbre, ma è importante affidarsi al medico veterinario di fiducia, oltre a permettere all’animale di riposarsi e di avere sempre la sua ciotola di acqua fresca e nella quotidianità fornire al gatto un’alimentazione completa e bilanciata, in modo che resti sempre in buona salute.
Come capire se il gatto è stato avvelenato?
Sappiamo che la curiosità felina è parte del suo carattere, per cui annusare e leccare è la sua normalità; ma è questa peculiarità a destare preoccupazione, per paura che possa mangiare o ingerire sostanze tossiche la cui ingestione potrebber avvelenarlo e portarlo alla morte. La maggior parte dei casi di avvelenamento del gatto, infatti, viene proprio da qualcosa che hanno mangiato. In presenza di sintomi o se si teme che il proprio gatto abbia mangiato qualcosa di velenoso il consiglio è chiamare immediatamente il veterinario.
Se vi state chiedendo cosa è pericoloso per il gatto domestico, è bene tenere alla larga dalla sua portata, tutti i farmaci umani, che possono rivelarsi fatali se ingeriti e tutto quello che è velenoso per le persone, ma non esiste una sintomatologia precisa per capire se il gatto è stato avvelenato. Tuttavia ecco alcuni dei sintomi più comuni:
- perdita di appetito, vomito o diarrea;
- letargia, debolezza o depressione;
- gengive pallide o giallastre;
- sete o minzione eccessiva;
- nervosismo, iperattività, tremori muscolari, convulsioni, coma.
Se si sospetta che il gatto abbia ingerito una sostanza tossica è bene identificare cosa ha mangiato e chiamare il veterinario di fiducia o un centro antiveleni. Prima di portare il gatto dal veterinario, ricordarsi di prendere contenitore, etichetta e campione del prodotto da consegnare al medico. Se l’avvelenamento è solo sospetto, il veterinario farà dei test per confermare o escludere l’avvelenamento. In particolare, si sottopone il gatto a esami del sangue e delle urine per verificare la salute generale del gatto e determinare le cause del malessere.