Tanti italiani conoscono e temono il ragno violino, conosciuto per essere probabilmente il ragno più pericoloso d’Italia, ma pochi sanno che esiste un altro aracnide altrettanto insidioso che gli contende questo titolo: la Vedova Nera Mediterranea (Latrodectus tredecimguttatus), nota anche come malmignatta. Si tratta di un aracnide che, sebbene meno famoso del ragno violino, rappresenta una minaccia reale e merita una certa attenzione. Di che tipo? Andiamo a scoprire insieme quali sono i pericoli legati a questa specie e perché è fondamentale riconoscerla e sapere come comportarsi nel caso di un incontro.
- I gravi sintomi del morso della Vedova Nera Mediterranea
- Il nuovo antidoto contro il morso della Vedova Nera Mediterranea
- Dove è possibile incontrare la Vedova Nera Mediterranea?
- Cosa fare se si viene morsi da un ragno
I gravi sintomi del morso della Vedova Nera Mediterranea
Nonostante il morso della Vedova Nera Mediterranea non sia letale come quello della sua più famosa parente nordamericana, la Latrodectus mactans, può comunque provocare sintomi estremamente gravi, specialmente nei soggetti più vulnerabili.
Il veleno della malmignatta è infatti ricco di neurotossine che possono scatenare reazioni violente nel corpo umano. Questi effetti includono dolori muscolari intensi, crampi addominali, sudorazione profusa, nausea, vomito e, nei casi più gravi, difficoltà respiratorie e ipertensione.
Curiosamente, il morso di questo ragno è spesso indolore all’inizio, il che può far sottovalutare la gravità della situazione. Tuttavia, entro poche ore dall’attacco, i sintomi si manifestano con forza, e la loro severità varia in base a diversi fattori, tra cui la quantità di veleno iniettato, la zona del corpo colpita e la sensibilità individuale della persona morsa. Particolarmente a rischio sono i bambini, gli anziani e coloro con un sistema immunitario compromesso, i quali possono subire conseguenze più pesanti rispetto a un adulto sano.
In casi estremi, le conseguenze del morso possono diventare drammatiche, portando a necrosi dei tessuti, perdita di coscienza, e, in situazioni rarissime, addirittura al coma e alla morte. Un esempio che testimonia la pericolosità di questa specie è il caso di un cinquantenne di Barletta, il cui stato critico è stato risolto solo grazie all’intervento tempestivo del Centro nazionale Antiveleni “Maugeri” di Pavia, che ha fornito l’antidoto necessario per salvarlo.
È importante notare che l’antiveleno attualmente disponibile viene prodotto utilizzando anticorpi derivati dai cavalli, il che può provocare reazioni avverse come la “malattia da siero” e, nei casi peggiori, lo shock anafilattico. Questi rischi sono legati alla presenza di elementi di origine non umana negli antisieri, il che rende il trattamento un processo che deve essere gestito con estrema cautela.
Il nuovo antidoto contro il morso della Vedova Nera Mediterranea
La ricerca scientifica ha recentemente fatto un significativo passo avanti nella lotta contro i pericoli del morso della Vedova Nera Mediterranea, con lo sviluppo di un nuovo antiveleno di origine umana. Questo innovativo siero rappresenta il primo del suo genere e promette un profilo di sicurezza nettamente superiore rispetto ai trattamenti attualmente disponibili, che si basano su anticorpi di origine equina e, come abbiamo visto, possono causare gravi reazioni avverse.
Il nuovo antidoto è il frutto del lavoro di un team di ricerca internazionale guidato da scienziati tedeschi dell’Istituto di Biochimica, Biotecnologia e Bioinformatica dell’Università Tecnica di Braunschweig. Collaborando con esperti dell’Università di Lipsia, del Centro per la Ricerca Scientifica e l’Istruzione Superiore di Ensenada (CICESE), del PETA Science Consortium International e di altri centri, il team, coordinato dal professor Michael Hust, ha utilizzato una tecnica avanzata chiamata antibody phage display. Questo metodo consente di testare miliardi di anticorpi umani per identificare quelli in grado di legarsi specificamente alla alfa-latrotossina, il principale componente tossico nel veleno della malmignatta.
Durante la ricerca, gli scienziati hanno individuato diverse decine di anticorpi in grado di neutralizzare il veleno del ragno in vitro, ma solo uno, denominato MRU44-4-A1, ha dimostrato un livello di neutralizzazione “estremamente elevato”. Questo anticorpo rappresenta una speranza concreta per lo sviluppo di un antiveleno commerciale che non solo risulterà più sicuro rispetto a quello di origine equina, ma sarà anche più efficace nel contrastare le tossine specifiche del veleno della Vedova Nera Mediterranea.
È importante sottolineare che gli anticorpi sviluppati sono altamente specifici per il veleno della malmignatta, il che significa che non saranno efficaci contro le tossine di altre specie di Vedova Nera.
Dove è possibile incontrare la Vedova Nera Mediterranea?
La Vedova Nera Mediterranea predilige ambienti caldi e secchi, caratteristiche che la rendono particolarmente comune nelle zone rocciose, tra i muretti a secco e nella macchia mediterranea.
In Italia, questa specie è diffusa in molte regioni, con una concentrazione maggiore nel centro e nel sud del Paese. Anche in Liguria la sua presenza è però piuttosto frequente, rendendo queste aree particolarmente suscettibili a incontri con questo pericoloso ragno.
La malmignatta costruisce tele irregolari, spesso nascoste tra le pietre o sotto le foglie, cercando rifugi che le offrano protezione e discrezione. Evita le zone troppo frequentate dall’uomo, preferendo ambienti tranquilli e isolati, dove può tessere la sua tela senza essere disturbata. Tuttavia, non è raro trovarla anche in aree con vegetazione bassa e arbusti, che offrono le condizioni ideali per la costruzione delle sue trappole.
Per chi vive o frequenta queste zone, è importante prestare attenzione quando ci si avventura in ambienti naturali che possono sembrare apparentemente sicuri ma che ospitano questa insidiosa presenza.
Cosa fare se si viene morsi da un ragno
Essere morsi da un ragno è un evento estremamente eccezionale e chiaramente suscita sempre una certa preoccupazione, ma è importante sapere che nella maggior parte dei casi non si tratta di una situazione pericolosa e il problema si risolve spontaneamente. Tuttavia, come abbiamo visto, i morsi di specie come la Vedova Nera Mediterranea o il ragno violino, possono provocare reazioni più gravi e richiedere attenzione immediata.
La prima cosa da fare è mantenere la calma. Il panico non solo può amplificare la percezione del dolore, ma può anche ostacolare la gestione della situazione. Subito dopo, è fondamentale lavare accuratamente la zona del morso con acqua e sapone per prevenire eventuali infezioni. Un impacco di ghiaccio applicato sulla zona interessata può contribuire a ridurre il gonfiore e il dolore, offrendo un sollievo immediato. Nel frattempo, è importante monitorare l’area del morso e prestare attenzione a qualsiasi sintomo che possa manifestarsi.
In alcune circostanze, però, potrebbe essere necessario rivolgersi a un medico. Se il dolore è intenso e persistente, specialmente se si diffonde ad altre parti del corpo, o se la zona del morso si gonfia e si arrossa estensivamente, è consigliabile cercare assistenza sanitaria. I segnali d’allarme includono febbre, nausea, vomito o mal di testa, che possono indicare una reazione più seria al veleno del ragno.
Ricordatevi che non bisogna mai incidere la ferita, poiché potrebbe aumentare il rischio di infezione. È sconsigliato applicare sostanze casalinghe o rimedi naturali non testati, poiché potrebbero peggiorare la situazione. Infine, è importante non sottovalutare il morso: anche se inizialmente può sembrare innocuo, la situazione potrebbe evolversi negativamente nel tempo.
Il medico, una volta consultato, valuterà la gravità della situazione e potrà decidere di somministrare un antidoto, specialmente in caso di morsi di ragni velenosi. In aggiunta, potrebbe prescrivere antibiotici per prevenire infezioni, farmaci antidolorifici per alleviare il dolore, o corticosteroidi per ridurre l’infiammazione. Ad ogni modo, dopo il morso, riuscire a catturare il ragno potrebbe essere fondamentale per gli operatori sanitari, al fine di identificarlo e decidere come procedere.
Prevenire, anche in questi casi, è meglio che curare. Quando si lavora in giardino o in ambienti dove potrebbero essere presenti dei ragni, è consigliabile indossare guanti protettivi. Prima di indossare vestiti, specialmente se sono stati lasciati in zone esposte, è buona pratica scuoterli per assicurarsi che non vi siano ragni nascosti. Lo stesso vale per le scarpe, soprattutto se sono state lasciate all’aperto. Sigillare le fessure nelle pareti e nei pavimenti, infine, uò inoltre aiutare a impedire ai ragni di entrare in casa, riducendo il rischio di incontri sgraditi.