I social sono in grado di farci entrare in una realtà virtuale che sembra talmente tanto migliore rispetto a quella vera da essere in grado di sostituirla pian piano e farci vivere perennemente all’interno di stories colme di filtri più o meno sobri.
Non solo, anche le sfide che di tanto in tanto vengono lanciate sul web portano gli utenti a reagire in massa alla tendenza del momento dimenticando spesso che questi movimenti estemporanei possono non avere nobili motivazioni alla base come la “Ice Bucket Challenge”.
Tra le sfide più controverse, ricordate la “Cheese Challenge”? Consisteva – per fortuna ora si è eclissata – nel lanciare sottilette in faccia al malcapitato e spesso, purtroppo, i protagonisti ignari di questi scherzi online erano dei bambini.
Anche il famoso filtro “ragno” di Snapchat, apparso in rete nel periodo di Halloween, ha causato qualche reazione infelice: chi soffre di aracnofobia o anche solo non ha una profonda predilezione per i ragni, infatti, si trova in grande difficoltà ogni volta che naviga in internet e scorge clip di utenti con gigantesche mantidi pelose che gli camminano sul volto.
A maggior ragione, la sensazione di sgomento è maggiore se ad essere inquadrato nel video con il filtro “ragno” è un ragazzino: dapprima è molto spaventato, con gli occhi sbarrati, poi si porta le mani sul viso per capire se il ragno che vede nel suo riflesso sullo schermo dello smartphone sia reale; infine reagisce urlando e infuriandosi contro il cellulare.
Molti utenti non hanno accolto favorevolmente l’introduzione di questo inquietante filtro e si chiedono come mai gli adulti si divertano a terrorizzare e veder piangere i propri figli solo per far parte della moda del momento. Voi che ne pensate di questo filtro?