Torna la paura del ragno violino in Italia. Recentemente, infatti, un uomo è morto a Sabaudia (in provincia di Latina) dopo essere stato morso da questo tipo di aracnide.
Il ragno violino è una delle pochissime specie di ragni pericolosi in Italia. Il suo morso può rappresentare un serio pericolo nei soggetti sensibili. Ecco come riconoscere il ragno violino e dove vive.
Il caso dell’uomo ucciso da un ragno violino
A metà giugno, un ragno violino ha morso un turista greco di 58 anni che stava alloggiando in una camera d’albergo a Sabaudia, località di mare in provincia di Latina. L’uomo – che era un commerciante – si trovava in Italia per un viaggio di lavoro insieme ad alcuni colleghi. A seguito del morso, per il 58enne non c’è stato nulla da fare: è deceduto, probabilmente a causa di choc anafilattico provocato dal morso. La vittima aveva trascorso la giornata in un’azienda agricola, qui aveva avvertito un malessere che poi, i medici, hanno collegato al pericoloso ragno.
Cos’è il ragno violino
Il ragno violino è caratterizzato da un corpo appiattito di piccole dimensioni e con le zampe lunghe e sottili può arrivare a 4-5 centimetri. Il suo colore è giallastro-marroncino e sul prosoma ha una macchia più scura, che ricorda un po’ la silhouette dello strumento musicale da cui prende il nome. Inoltre ha sei occhi anziché otto come un tipico ragno.
Questo esserino è una specie autoctona dell’area mediterranea e quindi lo si trova pure in Italia, in tutte le regioni. Come fa sapere l’Ospedale Niguarda di Milano, a Nord vive principalmente dentro le nostre case. Questo perché la specie è adattata alle temperature miti e predilige le mura domestiche. Nelle stagioni più calde è invece facile trovarlo anche in giardino sotto rocce, vasi e piccoli anfratti.
Dove si nasconde il ragno violino
La difficoltà nell’individuarlo sta nel fatto che ha abitudini notturne e molto schive, quindi potremmo anche non accorgerci mai della sua presenza pure quando si trova in casa. Qui si nasconde più che altro nelle fessure dei muri, dietro ai quadri, agli infissi, ai mobili e sotto al materiale accatastato nei ripostigli. Ama molto i tessuti, pertanto può trovare “dimora” tra le lenzuola, in qualche capo lasciato per terra o nelle scarpe. È molto schivo, ma se si sente minacciato o viene schiacciato mentre tocchiamo qualcosa in cui si nasconde può mordere.
E veniamo al suo morso, appunto. Inizialmente può non dare sintomi, quindi è anche difficile accorgersene. Ma dopo alcune ore, come specifica il Niguarda, si manifesta “una lesione arrossata con prurito, bruciore e formicolii”, che nel giro di 48 – 72 ore “può diventare necrotica e può ulcerarsi”. Questo perché il veleno del ragno ha un’azione citotossica, a causa della presenza di enzimi emolitici e proteolitici che tendono a distruggere i tessuti interessati. “In molti casi può essere necessario un trattamento in camera iperbarica”.
L’inoculazione del veleno, tuttavia, non si verifica sempre dopo un morso, ma nel 40 percento dei casi, inoltre i casi gravi sono estremamente rari. La morte può sopraggiungere anche diversi mesi dopo il morso del ragno, a causa dei cronici effetti debilitanti del veleno sull’organismo.