La Caserma è il nuovo, attesissimo, docu-reality di Rai2 che dopo il successo record de Il Collegio prova a tenere agganciato il pubblico di giovani e giovanissimi con un titolo a metà fra esperimento sociale e training militare. Basato sul format internazionale “Lads Army”, lo show prevede sei settimane – per altrettante puntate – in cui le reclute di età tra i 18 e i 23 anni si mettono alla prova.
Niente cellulari, niente genitori e nessuna connessione internet: i quindici ragazzi e le sei ragazze si confrontano con se stessi e con i coetanei in maniera del tutto inedita. E nel cast che ha fatto il suo debutto sul piccolo schermo nella prima puntata, andata in onda mercoledì 27 gennaio in prima serata, c’è un volto già ben conosciuto in rete.
Fresca della laurea in scienze dei servizi giuridici, Erika Mattina ha 23 anni e viene da Brugherio, centro brianzolo. Il suo nome è noto nel panorama dell’attivismo LGBTQIA+: insieme alla fidanzata Martina Tammaro, infatti, Erika gestisce il seguitissimo profilo Instagram leperledegliomofobi, i cui contenuti vogliono sensibilizzare in materia di discriminazione.
Nella sua scheda ufficiale, Erika si definisce sportiva e timida ma, avvisa, “questo non significa che io mi faccia mettere i piedi in testa”. La famiglia è sempre stata al suo fianco, ma il coming out – dice ancora la giovane lombarda – ha avuto strascichi per cui non si è sentita del tutto accettata dai genitori.
Ma come mai ha deciso di prendere parte a La Caserma? Erika lo spiega in un lungo post sui social a poche ore dalla prima puntata. “L’essere sola, sentimentalmente, mi ha caratterizzata da sempre. – scrive la Mattina – Per anni, mi hanno chiesto ‘Ma perché rifiuti tutti?’ ‘Voglio stare da sola’. […] Ho conosciuto Martina. Sono sempre apparsa agli occhi delle persone come ‘la ragazza perfetta’. Ma Martina è stata la mia imperfezione. Ho provato a non lasciarmi trascinare, a non innamorarmi. Ma era destino.”
“Accettare di essere lesbica, è stato duro. Ma, ancora di più, è stato farlo accettare agli altri. – continua Erika – Non ho mollato. Non ho accontentato gli altri. Ho pensato a quello che volevo io. E questo mi ha ripagata. Essere lesbica non è una colpa, né una scelta. Oggi sono una ragazza diversa. […] Ora lotto per i miei diritti, perché non ho voglia di aspettare che sia qualcun altro a farlo per me. Ho imparato che l’unica arma efficiente che abbiamo per sconfiggere l’odio e la discriminazione, è l’amore.” E conclude: “Per chi, come me, non ha mai creduto nell’amore, pazientate: vi ricrederete. Spero di trasmettervi tutta me stessa”.