Riconoscete il personaggio nella foto? Ebbene sì, è un giovanissimo Manuel Agnelli, leader degli Afterhours e giudice rivelazione della decima edizione di X-Factor.
L’immagine risale ad un rarissimo documentario della Vox Pop, etichetta milanese della quale Manuel era socio e per la quale gli Afterhours incisero a inizio anni ’90 alcuni dei loro primi album: ‘During Christins’ Sleep’ e ‘Pop kills your soul’ in inglese, e ‘Germi’, disco della svolta in italiano.
Nel documentario Manuel, all’epoca venticinquenne, racconta i suoi punti di riferimento musicali, dipinge un quadro della scena italiana ‘indie’ dell’epoca e illustra le sue ambizioni.
“I miei punti di riferimento sono tanti, anche se sono diversi da quelli ‘classici’, tipici del rock. Però, proprio per questo, ti lasciano tanto spazio d’azione rispetto a quelli classici e sono più utilizzabili a livello personale, di originalità – racconta Agnelli – Dal canto mio, faccio di tutto per non sembrare il nipote di qualcuno, una cosa della quale non andrei fiero, anche se poi le influenze indirette ci sono”. E, a proposito di punti di riferimento, sullo sfondo delle sue parole si sente una cover degli Afterhours di ‘Shadopwlay’ dei Joy Division.
“Concerti in Italia se ne fanno pochissimi perché non c’è un giro soddisfacente per questa scena musicale, un po’ come capita per le case discografiche. Spesso sono organizzati malissimo: magari fai duemila chilometri per suonare in un posto e poi ti pagano la metà di quanto ti avevano promesso e trovi la metà delle persone previste. Il problema è che non c’è un vero e proprio pubblico, perlomeno non c’è ancora, anche se si sta allargando”
“Cosa farò da grande? Non lo so, non ci voglio diventare grande – conclude tra il serio e il faceto – Penso che farò il musicista per tutta la vita, ormai è una cosa che ho dentro”. A distanza di oltre vent’anni, si può dire che il buon Manuel ce l’ha fatta…