L’innalzamento delle temperature marine e fluviali in Italia ha dato il via a una vera e propria invasione di specie aliene. Tra queste, il temibile pesce scorpione e il pericoloso vermocane. L’aumento delle temperature delle acque del Mediterraneo di 0,88°C rispetto alla media del 1850-1900, come evidenziato dal WWF, ha favorito l’ingresso e la proliferazione di specie esotiche. Questi nuovi abitanti rappresentano una minaccia non solo per la fauna autoctona, ma anche per la salute umana.
Incontri inaspettati
Con l’inizio della stagione estiva, i primi bagni al mare hanno già riservato sorprese poco piacevoli. In Calabria, un pescatore ha incontrato un pesce striato di bianco e arancione, munito di aculei minacciosi: un pesce scorpione, nativo del Mar Rosso. «La diffusione di specie invasive non mostra segni di rallentamento. È uno degli impatti più prepotenti del cambiamento climatico», ha dichiarato Ernesto Azzurro, biologo marino del Cnr, a Repubblica. Il pesce scorpione, pur essendo commestibile, può infliggere punture molto dolorose.
Attenti a quei quattro
Per sensibilizzare la popolazione su queste nuove specie, il Cnr e l’Ispra hanno lanciato la campagna “Attenti a quei quattro”. Gli altri tre esemplari in espansione nei nostri mari sono il pesce coniglio scuro, il pesce coniglio striato e il pericolosissimo pesce palla maculato, la cui neurotossina può essere letale anche dopo la cottura. Recentemente, un esemplare di pesce palla maculato è stato pescato in Istria, segno di una presenza sempre più preoccupante.
Invasione nei laghi e nei fiumi
Non solo i mari, ma anche i laghi e i fiumi italiani stanno subendo l’invasione di specie aliene. La lumaca mela, originaria del Sud America, minaccia le coltivazioni in ambienti umidi come le risaie del Nord Italia. In altre parti del mondo, come nel Sud-Est Asiatico, la popolazione ha iniziato a consumarla per contrastarne la proliferazione, un approccio simile a quello italiano con il granchio blu. Questo crostaceo, non solo ha invaso i nostri mari, ma è diventato una presenza fissa nei menù dei ristoranti.
Specie native in espansione
Il vermocane, un lungo lombrico marino coperto di peluria urticante, è un altro esempio di specie che ha tratto beneficio dal riscaldamento delle acque. Sebbene non sia una specie aliena, la sua abbondanza recente e la sua espansione in nuove aree hanno creato allarme. «È un animale nativo dei nostri mari, ma negli ultimi anni è diventato abbondante e si è esteso in nuove aree, probabilmente per l’aumento del caldo», spiega Azzurro. Questo predatore vorace è una minaccia per i sub e i pescatori.
Il ruolo della pesca eccessiva
Le meduse, altra specie nativa, stanno diventando sempre più comuni nei nostri mari, anche a causa della pesca eccessiva che ha decimato i loro predatori naturali. Il WWF sottolinea che la sovrapesca ha ridotto drasticamente le popolazioni di pesci predatori, permettendo alle meduse di proliferare. Ora, i pescatori rischiano di trovare più meduse che pesci nelle loro reti.
Avvistati due esemplari di pesce scorpione nelle acque calabresi: un pericolo alieno
Le acque della Calabria hanno recentemente visto l’arrivo di due esemplari di pesce scorpione (Pterois miles), una specie aliena originaria del Mar Rosso. Il primo esemplare è stato catturato da pescatori professionisti a una profondità di circa 24 metri, nella località di ‘Le Castella’ (KR). Il secondo è stato avvistato da un subacqueo a circa 12 metri di profondità lungo le coste di Marina di Gioiosa Ionica (RC).
Una specie invasiva in espansione
Il pesce scorpione è entrato nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez e ha già colonizzato con abbondanti popolazioni i settori più orientali del mare, espandendosi velocemente verso ovest grazie all’aumento delle temperature marine. La specie è stata segnalata per la prima volta in Italia nel 2016 nella Sicilia sud-orientale. Nota per essere una delle specie più invasive al mondo, il pesce scorpione ha già causato imponenti impatti ecologici lungo le coste atlantiche occidentali.
Rischi per la salute umana
Nonostante le sue carni siano commestibili e pregiate, il pesce scorpione è pericoloso da maneggiare a causa delle spine velenose presenti sulle pinne dorsale, anale e pelviche. Queste spine sono molto lunghe e sottili, e la loro puntura può causare gravi danni, talvolta anche letali. Il veleno rimane attivo dalle 24 alle 48 ore dopo la morte del pesce, rendendo pericolosi anche gli esemplari morti, che possono essere riscontrati sul mercato.
Necessità di consapevolezza e prevenzione
L’arrivo del pesce scorpione nelle acque calabresi è un segnale allarmante della crescente minaccia delle specie aliene nel Mediterraneo. È fondamentale che pescatori, subacquei e la popolazione in generale siano consapevoli dei rischi associati a questa specie e prendano le necessarie precauzioni. La collaborazione tra enti scientifici e istituzioni è essenziale per monitorare e mitigare l’impatto ecologico e sanitario di questi nuovi invasori.