Tra gli animali marini più tristemente noti nell’estate italiana c’è senza alcun dubbio la tracina, o pesce ragno, molto diffusa nel Mediterraneo e che tramite gli aculei velenosi che si trovano sul dorso manda ogni anno numerosi bagnanti in Pronto Soccorso. Ma cosa fare di fronte alla puntura di una tracina? Qual è il comportamento migliore da tenere per trattare la ferita?
Dove vive la tracina
Partiamo con il dire che questi pesci amano vivere sui fondali sabbiosi o fangosi del mare, soprattutto nei primi 30-40 metri di profondità. Praticamente a due passi dalla spiaggia.
Questo fa sì che, nascondendosi sotto la sabbia, si prestino ad essere facilmente calpestate da coloro che camminano anche solo nelle acque più basse.
Sul dorso, infatti, presentano delle spine velenose piuttosto robuste, che vengono erette in posizione di difesa ogni qualvolta il pesce avverta un potenziale pericolo. La tracina le utilizza in realtà anche per attaccare le sue prede. Ad ogni modo, il dolore in caso di puntura è immediato (anche se occorrono circa 20 minuti perché arrivi al suo picco e, in generale, può durare anche parecchie ore).
La soluzione: sabbia e acqua calda
Di fronte alla puntura di una tracina, la prima cosa da fare è ritornare a riva e coprire il piede nella sabbia calda della spiaggia, evitando di applicare ammoniaca, ghiaccio o acqua fredda sulla puntura.
Al contrario, è meglio lavare la ferita con acqua calda, al fine di disattivare le tossine del veleno, non resistenti al calore.
Quanto può durare il dolore
Le punture di tracina sono estremamente dolorose ma soltanto in rari casi possono portare a conseguenze gravi. Più facilmente, il dolore rischia di prolungarsi anche per 24 ore con strascichi di formicolio e insensibilità.
In caso di disturbi che si presentino oltre questi termini, tuttavia, è necessario recarsi da un medico o in un pronto soccorso per il giusto trattamento della puntura e dei suoi effetti.