Il dj più vecchio del mondo? Si chiama Giorgio Moroder ed è italiano! Classe 1940, è un produttore discografico e disc jockey famoso per l’uso del sintetizzatore e per le sue colonne sonore. Oggi Moroder è considerato uno fra i pilastri della musica elettronica e della disco music. Nel corso della sua lunghissima carriera ha collaborato con artisti del calibro di Donna Summer, Barbra Streisand, Nina Hagen e Janet Jackson.
Un mito della musica con tre Oscar e tre Grammy
A 77 anni Moroder non ha nessuna intenzione di fermarsi, forte di una storia che conta brani cult come “I Feel Love” di Donna Summer, tre Oscar, tre Grammy e milioni di dischi venduti in giro per il mondo.
“I Feel love è stato il primo pezzo dance completamente sintetico – ha spiegato il dj – e ha avuto un’influenza enorme, ha lanciato l’elettronica come musica da discoteca. Negli anni ho sentito diverse rielaborazioni, eppure per me l’originale rimane il migliore, rivoluzionario, mi pare che oggi manchi la voglia di provare nuove soluzioni”.
Fra gli artisti con cui ha lavorato troviamo anche Freddie Mercury, David Bowie, David Guetta e Bob Dylan. Questo asso della musica oggi vive a Los Angeles, negli Stati Uniti, dove continua a produrre musica e a realizzare canzoni di successo.
La sua carriera è iniziata negli anni Settanta, quando suonava nelle discoteche: “Giravo con un nastro con sette-otto pezzi e prendevo dei dischi: ero una sorta di dj. Guadagnavo 300 marchi e spesso mi fermavo a dormire in macchina per risparmiare. Anche perché ti davano da bere e quindi era meglio non rischiare”.
L’idea di un nuovo inno d’Italia
Tanti anni e tanti dj set dopo, Giorgio Moroder continua ad essere sulla cresta dell’onda. Leggenda vuole che qualche tempo fa avesse addirittura composto un nuovo inno italiano. “Me ne era venuto in mente uno e l’ho mandato a Silvio Berlusconi – ha confermato tempo fa -. Mi ha anche risposto: gli era piaciuto ma non mi aveva detto che si sarebbe fatto qualcosa. So che da alcuni sondaggi, a molti dicevano di voler cambiare il nostro Inno ma in fondo, in fondo nessuno voleva farlo veramente”.