Nei vasti e affascinanti paesaggi dei boschi e dei pascoli di montagna, una varietà di fiori e piante affiora con l’arrivo dell’autunno. Tra questa immensa e affascinante diversità di flora, tuttavia, ce ne sono alcuni che nascondono un pericolo silenzioso: sono i fiori velenosi. E tu, lo sai che tra questi si nasconde una delle piante autunnali più pericolose? Imparare a riconoscerla è fondamentale per evitare gravi intossicazioni. Andiamo a scoprire qual è e come difendersi.
- Il colchico: uno dei fiori autunnali più pericolosi
- Perché il colchico è pericoloso?
- Gli altri fiori velenosi che puoi trovare in montagna in autunno
Il colchico: uno dei fiori autunnali più pericolosi
Uno dei fiori velenosi più diffusi in montagna è il colchico (Colchicum autumnale L.), noto anche come “falso zafferano”. Questo piccolo fiore, con i suoi intensi toni rosa-violacei, sboccia all’inizio dell’autunno, colorando i pascoli montani. A prima vista, può facilmente essere confuso con lo zafferano, ma vi sono differenze cruciali.
Quindi, anche se possono sembrare simili per colore e forma, esistono chiare differenze tra l’uno e l’altro. Lo zafferano raramente cresce in alta montagna, e uno dei segni distintivi sta nei loro stami. All’interno del fiore di zafferano, si trovano infatti tre stami, mentre il colchico ne ha sei. Anche se pensi di saper distinguere tra i due fiori, è essenziale non raccogliere quello che sembra zafferano selvatico, poiché il colchico è estremamente pericoloso.
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Perché il colchico è pericoloso?
A differenza dello zafferano, che è commestibile e ampiamente utilizzato in cucina, il colchico è estremamente velenoso per l’uomo. Contiene una sostanza chiamata colchicina, altamente tossica.
La colchicina, se ingerita, può causare intossicazioni gravi. Anche piccole quantità possono innescare sintomi rapidi, simili a quelli di un’indigestione, come nausea, vomito, dolori addominali e diarrea. Dopo circa 24 ore, si possono manifestare sintomi più gravi, tra cui anemia, perdita dei capelli e disturbi gravi degli organi vitali. La dose assunta determina la rapidità con cui la condizione si aggrava, ma in pochi giorni si può arrivare anche ad un decesso.
Gli altri fiori velenosi che puoi trovare in montagna in autunno
Oltre al temibile colchico, ci sono altri fiori velenosi che possono incrociare il tuo cammino durante le tue escursioni autunnali in montagna. È fondamentale essere consapevoli e imparare a riconoscere queste piante per evitare spiacevoli sorprese. Ecco alcuni esempi:
- L’anemone giallo (anemone ranunculoides): questo fiore, nonostante il suo aspetto innocente e il colore vivace, contiene tossine che possono causare irritazioni cutanee e disturbi gastrointestinali se ingerito.
- Il luppolo selvatico (humulus lupulus): usato nella produzione della birra, il luppolo selvatico è velenoso in grandi quantità. Il contatto con la pelle può causare irritazioni, quindi è meglio cercare di starvi alla larga durante le passeggiate.
- Il rododendro (rhododendron spp.): questi arbusti sono spesso ricoperti di fiori bellissimi, ma le loro foglie e fiori contengono sostanze tossiche che possono causare disturbi gastrointestinali e, in casi gravi, problemi cardiaci.
- La digitale (digitalis purpurea): con le sue vistose infiorescenze, la digitale può sembrare affascinante, ma le sue foglie e radici contengono sostanze altamente tossiche che possono portare a conseguenze molto gravi per il cuore e il sistema circolatorio. L’ingestione di digitale può portare a gravi problemi e, in casi estremi, all’arresto cardiaco.
Ricorda sempre di ammirare la bellezza della natura con cautela e di non toccare né raccogliere piante che non conosci. La tua sicurezza è la priorità mentre esplori i meravigliosi paesaggi autunnali della montagna.