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Questa azienda sta per riportare in vita animali estinti: quali saranno le prime specie

Il ritorno dei mammut lanosi e delle specie estinte: tra scienza, finanza e sfide globali

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

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L’idea di riportare in vita animali estinti non è più relegata al regno della fantascienza. Oggi, grazie ai progressi nel campo della genetica e a massicci investimenti da parte del mondo della finanza, il progetto della cosiddetta “de-estinzione” sta diventando una realtà sempre più concreta. A guidare questa rivoluzione scientifica è Colossal Biosciences, una startup texana che si pone l’ambizioso obiettivo di resuscitare alcune delle specie più iconiche che l’umanità ha perso nel corso dei millenni, come il mammut lanoso, la tigre della Tasmania e il dodo.

Investimenti record e valutazione stellare

Colossal Biosciences ha recentemente ottenuto oltre 200 milioni di dollari nel suo terzo round di finanziamento, raggiungendo una valutazione astronomica di oltre 10 miliardi di dollari. Questo risultato rappresenta un incredibile balzo in avanti rispetto alla valutazione iniziale dell’azienda, che appena due anni fa si attestava su 1,5 miliardi di dollari.

Secondo Ben Lamm, CEO di Colossal, gli investitori sono rimasti colpiti dalla rapidità con cui l’azienda ha sviluppato tecnologie innovative nel campo della genetica e del biohacking. “Gli investitori hanno visto il potenziale non solo nella nostra missione di riportare in vita specie estinte, ma soprattutto nelle tecnologie che stiamo sviluppando, capaci di rivoluzionare molteplici settori,” ha dichiarato Lamm in un’intervista a TechCrunch.

Come funziona la de-estinzione

Il processo di de-estinzione è complesso e richiede una combinazione di biologia molecolare, genetica e ingegneria biotecnologica. Il primo passo è la mappatura del DNA delle specie estinte, un lavoro che si basa su campioni fossili e sulla comparazione con il DNA di specie viventi a loro geneticamente vicine. Nel caso del mammut lanoso, ad esempio, i ricercatori stanno utilizzando il DNA dell’elefante asiatico come base per ricostruire il genoma dell’animale preistorico.

Una volta ottenuto il DNA ricreato, si utilizza la tecnologia di editing genetico CRISPR-Cas9 per modificarlo e inserirlo nelle cellule di una specie vivente. Il passo successivo prevede l’impianto dell’embrione così generato in una madre surrogata, che porterà avanti la gravidanza. Se tutto andrà come previsto, il primo mammut lanoso “moderno” potrebbe vedere la luce entro il 2028.

Non solo mammut: il valore delle tecnologie

Benché l’idea di riportare in vita creature leggendarie come il mammut lanoso catturi l’immaginazione del grande pubblico, è chiaro che il valore economico del progetto risiede altrove. Le tecnologie sviluppate per la de-estinzione potrebbero avere applicazioni in campi come la salute, la fertilità e la lotta all’inquinamento. Colossal ha già dato vita a due spin-off: Breaking, dedicata alla creazione di tecnologie per la degradazione della plastica, e Form Bio, che punta a sviluppare piattaforme di biologia computazionale per semplificare e accelerare la ricerca genetica.

Dubbi e sfide del ritorno alla vita

Nonostante l’entusiasmo, il progetto non è privo di critiche e interrogativi. Uno dei dubbi principali riguarda la fedeltà genetica degli animali de-estinti: quanto saranno simili agli esemplari originali? L’uso di una specie vivente come base genetica implica inevitabilmente delle differenze, che potrebbero manifestarsi nell’aspetto, nel comportamento e nelle caratteristiche biologiche degli animali resuscitati.

Un’altra sfida riguarda il loro reinserimento nell’ambiente naturale. Colossal prevede inizialmente di mantenere i mammut in riserve isolate e protette, ma l’obiettivo finale è reintrodurli nella tundra artica. Tuttavia, il cambiamento climatico e la riduzione degli habitat pongono seri interrogativi sull’adattabilità di queste specie a un ecosistema profondamente mutato. Inoltre, resta da capire quali impatti ecologici potrebbero derivare dalla presenza di animali che non abitano la Terra da migliaia di anni.

Un futuro di opportunità e incertezze

Il progetto di Colossal Biosciences si muove sul sottile filo tra ambizione e rischio. Da un lato, la possibilità di riportare in vita specie estinte offre speranza per il ripristino della biodiversità e la correzione di errori ambientali del passato. Dall’altro, le implicazioni etiche, ecologiche ed economiche sono tutt’altro che trascurabili.

Quel che è certo è che il ritorno dei mammut lanosi, così come di altre specie iconiche, rappresenta una delle sfide scientifiche più audaci della nostra epoca. Tra scienza, finanza e sogni di un futuro in cui l’uomo possa “aggiustare” il passato, resta da vedere se il mondo sarà pronto ad accogliere questi giganti del passato in un pianeta che non è più lo stesso che hanno lasciato.

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