Si avvicinano i “Giorni della Merla“, quei tre giorni di fine gennaio, precisamente il 29, 30 e 31, che secondo la tradizione italiana sono destinati ad essere i più freddi dell’anno. La radice di questa tradizione affonda nelle antiche credenze che associavano il comportamento del merlo, considerato messaggero della dea Persefone, alle previsioni sulla durata dell’inverno o all’arrivo imminente della primavera. Nonostante il persistente cambiamento climatico, questa tradizione ha resistito nel tempo, e in questo 2024 ci troviamo a chiederci se sarà rispettata, soprattutto alla luce delle condizioni meteorologiche straordinarie che stiamo vivendo.
- I giorni della merla sono messaggeri del freddo o della primavera?
- Il 2024 sfida la tradizione dei giorni della merla: ci aspetta il caldo
- La leggenda dei giorni della merla: perché si chiamano così
- La leggenda della merla di Persefone
- La leggenda della Merla del Po
I giorni della merla sono messaggeri del freddo o della primavera?
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Come abbiamo accennato, secondo la tradizone il merlo – venerato come il portatore di notizie dal regno di Persefone – sarebbe il presagio di un cambiamento di temperatura. Se durante i “Giorni della Merla“, ovvero il 29, 30 e 31 gennaio di ogni anno, la temperatura si presenta mite, l’inverno potrebbe prolungarsi, mentre un clima gelido annuncerebbe l’arrivo imminente della primavera. Nonostante l’antichità di questa credenza, però, il riscaldamento globale potrebbe aver alterato le regole del gioco. Tuttavia, la credenza popolare persiste, e l’aspettativa è che possa essere rispettata anche nel 2024, nonostante le prove contrarie fornite dagli eventi recenti.
Il 2024 sfida la tradizione dei giorni della merla: ci aspetta il caldo
L’inverno in corso ci ha finora sorpreso con temperature insolitamente miti, un’eccezione nella storia recente ma una triste conferma del periodo di cambiamento climatico che stiamo vivendo. Brevi incursioni di aria fredda sembrano solo sfiorare il quadro generale, mantenendo il periodo tra i più caldi registrati nella storia.
Per i “Giorni della Merla“, ci aspetta un ritorno dell’anticiclone, che si rinforzerà e si estenderà dall’Europa occidentale verso l’Italia. Questa tendenza determinerà una lunga fase di stabilità atmosferica con tempo prevalentemente soleggiato e temperature in aumento, una sorprendente svolta nel cuore dell’inverno. In pratica, nel 2024 i giorni della Merla sfideranno la tradizione.
Le conseguenze dell’anticiclone saranno tangibili con la formazione di nebbie al Nord e nubi basse sulle regioni tirreniche, favoriti dall’aria stagnante e dall’umidità presente negli strati più bassi. L’anticiclone, posizionandosi sulla Penisola Iberica a partire dal prossimo 25 gennaio, porterà forti anomalie anche sull’Italia.
Le temperature aumenteranno progressivamente, soprattutto nei valori massimi e in quota. Tuttavia, si verificheranno marcate inversioni termiche, specialmente sulla pianura padana, le vallate alpine e le valli del Centro, mantenendo basse le temperature soltanto durante le ore notturne e del primo mattino. In quota, la natura della nuova massa d’aria sarà evidente, con lo zero termico proiettato addirittura verso i 4000 metri sulle Alpi Marittime e le isole maggiori, e 3200 metri circa sull’Appennino.
La leggenda dei giorni della merla: perché si chiamano così
Ma da cosa deriva la suggestiva locuzione di “Giorni della Merla“? Perché si chiamano così? Le spiegazioni sono molteplici, ma una delle versioni più accreditate è legata a un’affascinante leggenda.
Si narra di una “sfida” tra una merla, all’epoca completamente bianca, e il mese di gennaio, allora composto solamente da 28 giorni. La merla, stufa delle continue nevicate ogni volta che cercava cibo, decise di affrontare la situazione in modo strategico. In un anno particolare, raccolse una grande quantità di cibo e si barricò nel suo nido, decidendo di sfidare il mese di gennaio.
Tuttavia, il mese di gennaio, sentendosi oltraggiato, decise di “vendicarsi”. Chiese tre giorni in prestito a febbraio, che aveva 31 giorni. Quando la merla, convinta che il suo nemico fosse finalmente passato, uscì dal nido, si ritrovò di nuovo ad affrontare la gelida forza di gennaio. Quest’ultimo la investì con un’ondata di vento freddo mentre l’uccello era in cerca di cibo.
Per sopravvivere, la merla cercò rifugio accanto al comignolo di una casa per i tre giorni in più del mese. Al termine di questo periodo, riuscì a salvarsi, ma a un prezzo. Le penne, un tempo candide, persero il loro splendore diventando nere a causa della fuliggine e del fumo del camino.
Secondo questa affascinante tradizione, a partire da quel momento, gennaio ottenne il privilegio di estendere la sua durata a 31 giorni, “rubati” per sempre a febbraio. Gli ultimi tre, in particolare, divennero noti come i giorni più freddi dell’anno. Parallelamente, le penne dei merli, una volta candide, assunsero una tonalità scura a ricordo della sfida e del sacrificio compiuto dalla coraggiosa merla.
La leggenda della merla di Persefone
La leggenda della merla come messaggera di Persefone è una narrativa ricca di significato e intrisa di antiche tradizioni greche e latine, da cui deriva l’interpretazione diffusasi nella tradizione italiana. Secondo questa affascinante storia mitologica, la merla assume il ruolo di annunciatrice dell’arrivo imminente della primavera, fungendo da tramite tra la regina degli Inferi, Persefone, e la sua madre, Demetra o Cerere. Gli antichi, d’altronde, vedevano negli uccelli dei messaggeri degli dei, conferendo loro un significato simbolico profondo.
Nel mito, Persefone preannuncia la sua visita alla madre Demetra dal regno dell’Ade attraverso la merla. La presenza di questo uccello diventa, quindi, un presagio dei cicli stagionali e delle mutevoli condizioni climatiche. Secondo la leggenda, a seconda dei giorni e del clima in cui la merla faceva la sua comparsa (tenendo conto dell’antico calendario romano, non sincronizzato con il calendario moderno), Persefone avrebbe visitato la madre in anticipo o in ritardo.
Se la merla usciva dal nido in giornate miti, ciò significava che Persefone stava facendo la sua visita in anticipo, e quindi l’inverno avrebbe prolungato la sua permanenza. Al contrario, se le temperature erano estremamente basse, la primavera sarebbe arrivata presto, poiché Demetra avrebbe riabbracciato la figlia in tempi brevi.
La leggenda della Merla del Po
Mentre la leggenda della merla come messaggera di Persefone costituisce la spiegazione principale dietro l’origine della locuzione “Giorni della Merla“, esistono altre versioni che la collegano ad avvenimenti storici. In particolare, un’interessante narrazione riporta l’espressione a un contesto militare, durante il quale un esercito si trovava a dover far attraversare un cannone denominato ‘Merla’ oltre il fiume Po.
Questa affascinante storia racconta che l’esercito, consapevole delle difficoltà logistiche di far avanzare un cannone pesante, decise di aspettare i giorni più freddi dell’anno. La scelta di attendere gli ultimi giorni di gennaio era strategica, poiché il clima gelido avrebbe ghiacciato le acque del Po, facilitando il traino dell’artiglieria attraverso una superficie solida. La denominazione “Giorni della Merla” deriverebbe quindi da questo contesto, sottolineando la connessione tra la locuzione e l’impresa militare di superare gli ostacoli naturali con astuzia e strategia.