Castagne in tasca contro il raffreddore: funzionano davvero? Non è solo una leggenda

Ma portare una castagna in tasca può davvero fare la differenza contro il raffreddore? Scopri su cosa si basa questo rimedio popolare.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Ogni autunno porta con sé temperature più basse e le immancabili foglie che cadono, ma anche alcuni rischi, come quelli di prendere i primi malanni stagionali, a partire dal raffreddore. Gli sbalzi temperatura, infatti, non aiutano certo a star meglio ed è proprio in questo contesto che le credenze popolari ci fanno ricordare di alcuni curiosi rimedi tradizionali che promettono di tenere alla larga i sintomi della stagione. Ma voi lo sapevate che esiste l’usanza di portare una castagna in tasca per prevenire la possibilità di ammalarsi di raffreddore? Si tratta di una pratica che ha i tratti della leggenda, ma la verità è che – come in gran parte di quello che ci circonda – c’è un fondo di verità. Non ci resta che andare a scoprire per quale motivo!

Il mistero della castagna in tasca: aiuta davvero a combattere il raffreddore?

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Le castagne sono tra i frutti più tipici dell’autunno, apprezzate non solo per il loro gusto dolce e la loro consistenza, ma anche per le numerose proprietà benefiche che possiedono. Esse sono ricche di fibre, di vitamine del gruppo B e di minerali come il potassio e il magnesio. Sono inoltre un alimento versatile e nutriente, consumato in molte culture e in tantissime ricette.

Oltre al loro valore culinario, però, esiste un’antica leggenda contadina che attribuisce alle castagne un ruolo simbolico e protettivo contro i malanni stagionali.

Secondo quello che dice un vecchio rimedio popolare, portare una castagna in tasca durante i mesi freddi aiuterebbe a prevenire il raffreddore.

Ok, capiamo bene che a prima vista sembra una sciocchezza. Anche perché non c’è bisogno di prepararla né di assumerla. Non bisogna preparare degli infusi né dei decotti: basta infilarsela in tasca. Intera, senza cucinarla né tagliarla né mangiarla!

Tutto quello che c’è da sapere sulla leggenda della “castagna in tasca”

C’è di più: la credenza non riguarda le normali castagne (quelle commestibili, per capirci), ma fa riferimento ad altri frutti, ovvero le “castagne d’India” o “castagne matte”. Si tratta dei frutti dell’albero dell’ippocastano che, a differenza delle loro pregiate cugine, non sono commestibili e, anzi, sono addirittura tossici per l’essere umano. Ma allora perché si dice che portarli in tasca aiuti a prevenire il raffreddore?

La verità è che la castagna d’India è da secoli nota ed utilizzata per le sue proprietà medicinali, anche se oggi l’uso è limitato a contesti specifici. Nell’antichità, ad esempio, si riteneva che i cavalli potessero trarre beneficio dalle proprietà lenitive di questo frutto per problemi respiratori e asma.

Il principio attivo delle “castagne matte”, l’escina, è effettivamente utilizzato per le sue proprietà antinfiammatorie e vasoprotettive, particolarmente utili per migliorare la circolazione sanguigna e ridurre gonfiori e infiammazioni. Tuttavia, è importante precisare che questi benefici sono ottenibili solo attraverso preparati specifici e controllati; l’ingestione diretta del frutto è pericolosa e può causare un’intossicazione, l’avvelenamento e nei casi più gravi può condurre a conseguenze davvero serie.

Castagna contro il raffreddore: qual è la verità sul suo effetto

Quindi, la verità è questa: la castagna matta ha delle proprietà medicinali e culturali, dovute alle sue proprietà intrinseche e curative. Ma si tratta essenzialmente di un amuleto del tutto privo di valore scientifico, quanto piuttosto dal grande significato simbolico.

La “castagna matta”, a causa della sua forma rotonda e della sua buccia dura, poteva rappresentare un simbolo di protezione e forza. In questo caso, dunque, esse assumono il ruolo di vero e proprio talismano, un portafortuna le cui origini sono radicate nei concetti simbolici della castagna stessa…

L’idea che la castagna in tasca possa essere efficace contro i virus del raffreddore è del tutto bislacca, ma a volte funziona: grazie all’effetto placebo. La scienza dimostra infatti che il solo fatto di credere in un rimedio, anche se inefficace, possa contribuire a migliorare il proprio stato di benessere psicologico e, indirettamente, influire sul fisico. La convinzione stessa di essere protetti o curati possa portare a un miglioramento percepito dei sintomi, anche in assenza di principi attivi.

Oltre l’escina: quali sono le proprietà dell’ippocastano

Ma torniamo all’ippocastano, conosciuto anche come castagno d’India. Questa pianta, nel corso dei secoli, ha guadagnato notorietà grazie alle sue numerose proprietà benefiche, soprattutto quelle legate ai suoi semi (anche perché i suoi frutti, come abbiamo detto, sono tossici). Oltre all’escina, che è uno dei principi attivi più studiati, questa pianta contiene una serie di altre sostanze che ne amplificano l’efficacia.

Tra i composti più importanti dell’ippocastano ci sono i flavonoidi, potenti antiossidanti che proteggono le cellule dai danni causati dai radicali liberi. Questi composti fenolici non solo contrastano lo stress ossidativo, ma contribuiscono anche a rafforzare i capillari e a migliorare la circolazione sanguigna, riducendo la fragilità dei vasi e prevenendo disturbi legati alla microcircolazione. Questo effetto è fondamentale per mantenere una buona salute cardiovascolare e ridurre i sintomi associati a problemi come le vene varicose.

Un altro gruppo di composti attivi presenti nei semi di ippocastano sono le saponine. Queste sostanze, che conferiscono al frutto il suo sapore amaro, sono responsabili di molte delle sue proprietà terapeutiche.

Un altro componente importante dell’ippocastano è rappresentato dai tannini, polifenoli noti per le loro proprietà astringenti. Questi composti, grazie alla loro capacità di proteggere la pelle e le mucose, sono particolarmente utili per creare una barriera protettiva che riduce infiammazioni e favorisce la guarigione delle ferite. Grazie a queste caratteristiche, l’ippocastano è spesso utilizzato in prodotti topici per il trattamento di irritazioni cutanee e ustioni superficiali, contribuendo così alla rigenerazione della pelle e al sollievo dai sintomi associati.

Nel corso della storia, l’ippocastano è stato inoltre impiegato in vari modi nella medicina tradizionale. Uno degli usi principali riguarda il trattamento di problemi circolatori. Infatti, questa pianta è rinomata per la sua capacità di migliorare la circolazione venosa, alleviando i sintomi di gambe pesanti e gonfiori. Anche le infiammazioni muscolari e articolari possono essere trattate con l’ippocastano grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, che forniscono un sollievo naturale e mirato. La sua azione lenitiva e protettiva è stata sfruttata anche per alleviare i sintomi delle emorroidi, e preparati a base di ippocastano sono spesso usati per migliorare la circolazione e ridurre l’infiammazione locale. L’uso topico della pianta, inoltre, si estende alla cura delle ferite e delle ustioni, poiché le sue proprietà astringenti favoriscono la cicatrizzazione e la rigenerazione dei tessuti.

Oggi, l’ippocastano è ancora molto apprezzato e viene impiegato in numerose forme farmaceutiche che rendono più pratico il suo utilizzo, anche rispetto all’infilarsi una castagna in tasca!

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