Fonte: ANSA

Cosa sono i biscotti Garibaldi citati da Re Carlo durante il discorso in Parlamento?

Re Carlo cita i Biscotti Garibaldi in Parlamento: scopri la storia di questi dolci inglesi legati all’eroe del Risorgimento ma sconosciuti in Italia.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

La recente visita di Re Carlo III d’Inghilterra in Italia ha attirato l’attenzione di tutti i curiosi e degli appassionati della royal family britannica ma, tra l’altro, ha scatenato i commenti per una curiosa digressione gastronomica. Il sovrano britannico, durante il suo discorso alle camere riunite, ha menzionato i “Biscotti Garibaldi“, scatenando una certa sorpresa sia tra i presenti a Montecitorio che tra coloro che hanno ascoltato il suo intervento. Anche perché questi biscotti dal nome così italiano ma sconosciuti nel nostro Paese hanno suscitato molte domande: cosa sono esattamente? Perché portano il nome dell’eroe del Risorgimento italiano? E, soprattutto, come mai sono pressoché sconosciuti proprio nel Paese di Giuseppe Garibaldi?

Cosa sono i Biscotti Garibaldi citati da Re Carlo III?

La citazione di Re Carlo non è stata casuale né gettata lì per caso. Il sovrano britannico ha voluto ricordare come, durante l’Ottocento, l’eroe dei Due Mondi divenne una vera e propria celebrità nel Regno Unito, tanto da ispirare non solo l’arte e il design, ma persino la gastronomia locale. Il biscotto che porta il suo nome è infatti un prodotto inglese al 100% ed è ancora oggi un simbolo della tradizione dolciaria britannica.

L’origine dei Biscotti Garibaldi risale al 1861, anno in cui l’impresa dei Mille consacrò Giuseppe Garibaldi come figura leggendaria anche oltre i confini dello Stivale. In quel periodo, l’eroe risorgimentale godeva di enorme popolarità nel Regno Unito. Le sue imprese, viste dagli inglesi come un simbolo universale di libertà e coraggio, scatenarono una vera “Garibaldi-mania“: il suo volto campeggiava su porcellane, ventagli e persino su scatole di fiammiferi. Spesso le donne imitavano perfino il suo stile di acconciatura!

Fu in questo clima di entusiasmo che Jonathan Carr, fondatore del marchio dolciario Peek Freans, ebbe l’intuizione di creare un dolce che celebrasse il mito di Garibaldi. Nacque così un biscotto semplice ma gustoso: due sottili strati di pasta frolla che racchiudono un ripieno di uvetta appiattita. Questo dettaglio visivo, tra l’altro, ha dato vita al soprannome affettuoso — e un po’ bizzarro — di “squashed fly biscuits“, ovvero “biscotti alle mosche schiacciate“, per via dell’aspetto dell’uvetta che ricorda vagamente dei piccoli insetti.

Nonostante il nomignolo assai poco invitante, i Biscotti Garibaldi conquistarono rapidamente i palati britannici, diventando un classico intramontabile dell’ora del tè. Ancora oggi, a più di 160 anni dalla loro creazione, si trovano comunemente sugli scaffali dei supermercati del Regno Unito.

Perché in Italia nessuno conosce i Biscotti Garibaldi

Il paradosso è evidente: sebbene i Biscotti Garibaldi siano un omaggio a un eroe italiano, in Italia questi dolcetti non hanno mai trovato spazio nelle pasticcerie tradizionali.

La ricetta dei biscotti mal si coniuga con la tradizione dolciaria nostrana. Inoltre, mentre in Gran Bretagna è consuetudine dedicare cibi e ricette a personaggi illustri — basti pensare alla Victoria sponge cake o al celebre “sandwich” — in Italia la figura di Garibaldi è stata celebrata più attraverso monumenti, strade e piazze che attraverso la cucina.

Tuttavia, la recente menzione di Re Carlo potrebbe offrire l’occasione per riscoprire questa curiosità gastronomica. Forse qualche pasticceria nostrana deciderà di proporre una versione rivisitata dei Biscotti Garibaldi, magari arricchendola con ingredienti più affini ai nostri palati. Fatto sta che, nome a parte, i veri Biscotti Garibaldi tutto sono fuorché italiani!

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