Il traffico è un problema che affligge gran parte delle metropoli di tutto il mondo, ma ci sono alcune città che si distinguono per i livelli estremi di congestione. E, tra queste, non mancano certo quelle italiane. Secondo l’ultimo report di TomTom, Roma è la città che, nel nostro paese, detiene il maggior numero di ore perse nel traffico, superando nel conteggio addirittura città come New York, famosa per i suoi ingorghi. Nonostante l’introduzione di un pedaggio anti-congestione, la Grande Mela registra un tasso di congestione del 30%, ma è la capitale italiana la città che fa più perdere più tempo agli automobilisti. Sul piano globale, in realtà, il record assoluto spetta a Barranquilla, in Colombia, che si piazza al primo posto per ore perse al volante. Tuttavia, la questione di Roma è davvero insostenibile sia per i romani che per chi deve recarsi nella Città Eterna.
- Quali sono le città italiane che fanno perdere più tempo nel traffico
- Quali sono le cause del problema traffico in Italia?
- Su quali dati si basa questa classifica?
Quali sono le città italiane che fanno perdere più tempo nel traffico
Il traffico è una delle piaghe principali delle aree urbane, e in Italia ci sono numerose città che si distinguono per livelli di congestione particolarmente elevati. Come abbiamo già accennato, secondo l’ultimo TomTom Traffic Index, che analizza il traffico urbano in 500 città di 62 Paesi, Roma si conferma la città più trafficata d’Italia. I suoi automobilisti trascorrono mediamente 103 ore all’anno bloccati negli ingorghi, equivalenti a quasi cinque intere giornate. Si tratta di un dato che pone la capitale italiana in cima alla classifica nazionale, evidenziando le difficoltà quotidiane della mobilità cittadina. Lo sanno bene i romani che si spostano all’interno della città più bella del mondo e che con il suo traffico devono trovarsi a fare i conti ogni giorno.
Roma, tuttavia, non è un caso isolato. Altre città importanti del nostro Paese, come Torino e Firenze, con rispettivamente 99 e 101 ore perse nel traffico all’anno, la seguono a vista.
Milano, che un tempo era la leader incontrastata di questa poco invidiabile classifica, è scesa al quarto posto con una media di 100 ore annuali, grazie a una serie di interventi che hanno migliorato parzialmente la situazione. Anche città del Sud, come Catania, Napoli e Palermo, compaiono regolarmente tra le prime dieci, insieme ai centri più importanti di tutta la nazione, come come Trieste, Genova e Messina.
Questi numeri sono estremamente drammatici e ci dimostrano che il traffico non sia solo una questione delle grandi metropoli, ma anche delle città dalle dimensioni ben più contenute, nelle quali la mancanza di infrastrutture adeguate e una gestione insufficiente contribuiscono a rendere la mobilità un’esperienza frustrante.
Le soluzioni – anche controverse – ci sono ma non sono di facile applicazione, come ad esempio l’espansione del trasporto pubblico, l’introduzione di zone a traffico limitato e sistemi di mobilità sostenibile. Ciò non toglie che siano sempre più urgenti per ridurre l’impatto di un problema che danneggia non solo il tempo libero dei cittadini, ma anche l’ambiente e l’economia locale.
Quali sono le cause del problema traffico in Italia?
Va bene le soluzioni, presunte o possibili, ma quali sono le vere cause del problema traffico? Il traffico in Italia è un problema complesso che nasce da una combinazione di fattori strutturali e contingenti. Secondo il report di TomTom, la crescita demografica dei centri urbani e l’aumento del numero di veicoli in circolazione rappresentano due delle principali cause.
L’incremento della popolazione che vive nelle città, unito a una forte dipendenza dall’auto privata spesso a causa delle carenze dei mezzi di trasporto pubblico, ha portato molte città italiane a dover affrontare una domanda di mobilità superiore alla capacità delle loro infrastrutture.
Un altro elemento critico è l’inefficienza delle infrastrutture esistenti. Strade obsolete, manutenzione insufficiente e sistemi di trasporto pubblico inadeguati sono spesso all’origine degli ingorghi, soprattutto durante le ore di punta. A peggiorare la situazione contribuiscono eventi imprevisti, come maltempo e lavori in corso, che paralizzano ulteriormente il traffico.
Un fattore meno evidente, ma sempre più rilevante, è l’aumento del traffico merci. Come sottolinea Ralf-Peter Schäfer, vicepresidente di gestione dei prodotti Traffic, Travel and Routing di TomTom, la crescente diffusione dell’e-commerce ha portato a un boom delle consegne, con una maggiore presenza di veicoli commerciali sulle strade urbane. Che piccoli non sono e quindi contribuiscono ancora di più ad intasare il traffico. È un altro fenomeno che, se non adeguatamente regolamentato, aggrava la congestione e rende più difficile una circolazione fluida.
Senza una transizione verso opzioni di trasporto più sostenibili e una regolamentazione più incisiva, il problema rischia di peggiorare ulteriormente. È quindi essenziale puntare su soluzioni innovative, come la promozione di mezzi pubblici efficienti, la creazione di infrastrutture ciclabili e pedonali, e l’introduzione di politiche per limitare l’uso dell’auto privata. Solo attraverso un approccio integrato sarà possibile migliorare la mobilità urbana e ridurre l’impatto del traffico sulla qualità della vita dei cittadini.
Su quali dati si basa questa classifica?
Il TomTom Traffic Index risulta affidabile in questa classifica poiché si basa su un’impressionante quantità di dati, raccolti attraverso diverse tecnologie avanzate che permettono di monitorare con precisione il traffico urbano. I dati provengono dalle auto connesse, in grado di inviare informazioni in tempo reale sulle condizioni stradali, e dalle applicazioni di navigazione mobile, attive sugli smartphone degli utenti. A queste si aggiungono i dispositivi di navigazione satellitare, utilizzati dagli automobilisti, e i sistemi telematici di flotta, che tracciano i veicoli commerciali attraverso il GPS.
L’analisi non si limita a raccogliere informazioni, ma le elabora per calcolare diversi parametri chiave come il tempo di percorrenza, utile a determinare quanto ci vuole per completare un tragitto specifico, e il livello di congestione, che misura l’aumento del tempo necessario rispetto a una condizione di traffico scorrevole. Anche la velocità media dei veicoli viene presa in considerazione, offrendo un quadro completo della fluidità del traffico nelle diverse aree.
Per il 2024, il report si è basato su un campione rappresentativo che copre 458 miliardi di miglia percorse (737 miliardi di chilometri), una mole di dati impressionante che garantisce un’analisi dettagliata e affidabile.
TomTom ha inoltre innovato la metodologia utilizzata per definire i centri cittadini e le aree metropolitane, adottando un sistema a griglia esagonale al fine di mappare con maggiore precisione le aree interconnesse delle città, rendendo più accurati i confronti tra diverse metropoli in tutto il mondo.