Altro che Milano o Taranto, questa é la cittá piú inquinata d'Italia

Non è Milano né Taranto: la città più inquinata d’Italia si trova nella Pianura Padana. Scopri qual è.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Quando pensiamo alla città più inquinata d’Italia, i primi nomi che ci vengono in mente sono quelli di Milano e Taranto. La prima è simbolo della città caotica per eccellenza, dove il traffico congestionato fa sì che a volte l’aria risulti irrespirabile. La seconda è invece simbolo dell’industrializzazione pesante… le classifiche europee, però, parlano di un’altra città che solitamente non balza all’onore delle cronache ma che, a quanto pare, supera tutte le altre per i livelli di inquinamento atmosferico. Di quale si tratterà mai: andiamo a scoprirlo insieme.

Qual è la città più inquinata d’Italia?

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. L’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) ha confermato – supportata da dati di studi sia nazionali che internazionali – che la città più inquinata d’Italia non è né Milano né Taranto. Sul gradino più alto del podio si erge invece Cremona, al vertice di questa classifica per i livelli di particolato fine (PM10 e PM2.5).

Cremona supera realtà urbane ben più grandi e industrializzate, piazzandosi anche al terzo posto in Europa, dopo la polacca Mowi Sacz e la croata Slavonski Brod.

Perché è la città più inquinata d’Italia?

Le ragioni di un piazzamento così alto sono complesse e rappresentano il risultato della combinazione di numerosi fattori. C’entra sicuramente la conformazione geografica della Pianura Padana che impedisce la ventilazione naturale e favorisce un accumulo di umidità che non fa altro che creare una cappa di smog che fa fatica a disperdersi.

Con l’altissima concentrazione di attività agricole ed industriali nella zona, combinata ad una elevata circolazione di veicoli diesel, il rilascio nell’aria di particolati e diossidi di azoti non può che essere altissimo.

A Cremona sono inoltre presenti impianti di combustione come i termovalorizzatori e, nelle sue campagne, vi è un massiccio utilizzo di fertilizzanti di sintesi, che aggravano ulteriormente la situazione. Chiudono il quadro i riscaldamenti domestici più utilizzati nella zona, a legna o a pellet, che contribuiscono significativamente alle emissioni.

Quali sono le conseguenze di questi livelli di inquinamento sulla salute?

Le conseguenze degli altissimi livelli di inquinamento di Cremona non possono che riflettersi direttamente sulla salute dei cittadini. Gli studio epidemiologici dimostrano un aumento dei casi di malattie respiratorie e cardiovascolari tra gli abitanti dell’area, così come un rischio maggiore di complicazioni per le persone affette da asma o allergie. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha più volte sottolineato il legame tra esposizione prolungata alle polveri sottili e patologie croniche, tra le quali è compreso il cancro ai polmoni.

Oltre agli effetti sulla salute umana, l’inquinamento ha anche un impatto significativo sull’ambiente locale. I terreni agricoli mostrano segni di contaminazione, mentre l’ecosistema fluviale del Po, che attraversa la provincia, subisce alterazioni dovute all’accumulo di sostanze chimiche e residui industriali.

Le soluzioni possibili per Cremona

Nonostante la gravità del problema, le amministrazioni locali di Cremona e provincia – in collaborazione con le autorità regionali – stanno tentando di adottare misure per ridurre l’inquinamento atmosferico.

Sono in fase di avvio diversi programmi volti ad incentivare la mobilità sostenibile, come l’uso di biciclette e mezzi elettrici. Sono inoltre in corso una serie di iniziative per migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati, oltre a campagne di sensibilizzazione per promuovere pratiche agricole più sostenibili.

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