Matematico, fisico, storico, astronomo, ma anche filosofo, teologo e alchimista, il nome di Isaac Newton (1642 – 1726) è tra quelli i cui studi hanno letteralmente rivoluzionato il corso della scienza. La portata dei suoni contributi, infatti, è stata tale da entrare nella storia e costituire le basi per ogni sviluppo futuro. Qualche esempio? Gli scritti sulla forza di gravità, la costruzione del primo telescopio riflettente e le ricerche sulla forma del globo terrestre. Si tratta di fatti sostanzialmente noti a tutti e che si studiano sui libri, spesso già dalla scuola elementare.
Pochi, però, (forse) sanno che lo scienziato inglese ha condotto studi anche sulla fine del mondo.
- La profezia di Newton: il mondo finirà nel 2060?
- Una data sempre più vicina
- La scienza e l'apocalisse
- Un futuro incerto, ma vicino
- Il calcolo della data
La profezia di Newton: il mondo finirà nel 2060?
Il celebre scienziato Sir Isaac Newton, noto per le sue scoperte fondamentali in fisica e matematica, non era solo un genio della scienza, ma anche un fervente studioso di testi religiosi. Tra i suoi numerosi scritti, una previsione inquietante è recentemente emersa al pubblico: Newton aveva calcolato che il mondo, così come lo conosciamo, finirà nel 2060.
Questa profezia, datata 1704, è il frutto di un’attenta analisi delle Sacre Scritture e di altri testi religiosi. Newton credeva che il nostro mondo sarebbe stato sostituito da un “Regno dei Cieli” sulla Terra, con il ritorno di Cristo che avrebbe segnato l’inizio di un millennio di pace. In particolare, Newton sosteneva che la data della fine del mondo fosse fissata al 2060, basandosi su calcoli dettagliati che coinvolgono il “tempo, i tempi e metà di un tempo”, un concetto biblico che egli tradusse in 1260 anni, iniziando dal 800 d.C.
Una data sempre più vicina
Se nel 1704, il 2060 poteva sembrare un futuro lontano e irreale, oggi siamo a soli 36 anni da quella data. È uno scenario che molti trovano inquietante, soprattutto alla luce dei recenti sondaggi che rivelano come circa una persona su sette creda di poter assistere alla fine del mondo durante la propria vita.
Newton non è stato l’unico a fare predizioni apocalittiche. Da San Giovanni Evangelista nel primo secolo d.C., passando per visionari medievali, fino agli odierni “viaggiatori nel tempo” su TikTok, la fine del mondo è un tema che ha sempre affascinato l’umanità. Tuttavia, quando questa previsione proviene da una delle menti più brillanti della storia, il padre della scienza moderna, forse vale la pena fermarsi a riflettere.
La scienza e l’apocalisse
Nonostante la visione religiosa di Newton possa sembrare lontana dal rigore scientifico a cui associamo il suo nome, l’attenzione ai testi biblici e alle profezie era parte integrante del suo pensiero. Stephen D. Snobelen, esperto di Newton, ha osservato come molti studiosi fossero già da tempo a conoscenza di questa predizione, ma è solo recentemente che il grande pubblico ha iniziato a parlarne.
Snobelen sottolinea che la comunità scientifica, pur senza basi religiose, continua a lanciare avvertimenti apocalittici. Il famoso astrofisico Sir Martin Rees, ad esempio, ha pubblicato nel 2003 il libro “Our Final Hour” (titolo britannico: “Our Final Century”), in cui sostiene che l’umanità ha solo il 50% di probabilità di sopravvivere al XXI secolo. Tra le minacce più gravi, Rees elenca guerre nucleari, pandemie e disastri naturali come un possibile impatto con un asteroide.
Un futuro incerto, ma vicino
L’ansia per il futuro non è mai stata così tangibile. Con il mondo che affronta crisi geopolitiche, il costante rischio di una Terza Guerra Mondiale, pandemie globali e una crescente attenzione alle catastrofi naturali, non è difficile immaginare come l’umanità potrebbe avvicinarsi a una fine catastrofica.
L’inquietante profezia, infatti, risale al 1704 e gettò nel caos i suoi contemporanei che prendevano sul serio le parole del genio proprio per il suo prestigio. Ma cosa ha dichiarato il padre della scienza moderna?
Secondo i calcoli di Newton l’anno fatidico è il 2060, una data che al tempo di Isaac poteva sembrare lontana ma che per noi, oggi, è drammaticamente dietro l’angolo.
Per arrivare a tale conclusione, il matematico combinò lo studio della Bibbia con quello di altri scritti religiosi che trattano la fine del mondo terrestre e l’avvento del ‘Regno dei Cieli’. Come riporta il portale britannico dailystar.co.uk, il manoscritto originale – scritto in inglese settecentesco – riferisce tutti i conteggi matematici e le valutazioni finali.
Il calcolo della data
Il calcolo considerava, secondo il calendario del tempo, mesi di trenta giorni con dodici mesi all’anno e portò lo scienziato a considerare la metà del XXI secolo come il momento in cui Cristo sarebbe tornato sulla Terra per regnare un millennio mentre il popolo ebraico avrebbe costituito “un regno fiorente ed eterno” in Israele.
Un’ultima specifica confortante, aggiunge Newton: “ potrebbe finire più tardi ma non vedo alcun motivo per cui dovrebbe finire prima”.