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Tuo figlio ha un brutto carattere? Da chi lo ha ereditato

Nello sviluppo del carattere (e non solo) la genetica non è tutto e l’ambiente in cui si cresce svolge un ruolo fondamentale.

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Fare i genitori e, in generale, educare un bambino è un’impresa che richiede impegno e dedizione quotidiani, calibrando ogni gesto e ogni scelta. E non si smette mai con questa responsabilità: non ci sono né ferie né giorni liberi, né weekend né festivi in cui si possa svestire i panni di mamma o di papà. Già nei primi mesi di vita, poi, il piccolo comincia a sviluppare il proprio carattere che, a mano a mano, andrà definendosi con la crescita.

Per questo, se a un neo genitore sembra di ritrovare alcuni aspetti di sé nel bebè non si sta sbagliando. Tuttavia, il carattere dell’essere umano è solo parzialmente ereditario e la genetica non è tutto. Quindi, non fatevi un cruccio se vi pare che vostro figlio o figlia abbia un brutto carattere: potrebbe non dipendere (solo) da voi!

Genitori e figli: che cosa ereditiamo da mamma e papà

Gli studi dimostrano che la somiglianza fisica di ogni persona con i propri genitori sia scritta addirittura già al momento della fecondazione. Ha, quindi, senso cercare i tratti somatici di mamma e di papà – ma anche di altri parenti stretti – nel volto di un neonato. Quante volte, poi, fin dalla più tenera età ci siamo sentiti dire “sei tutta il nonno!”, oppure “hai gli occhi di mamma” o ancora “meno male che non hai preso il naso di papà!”? Beh, tali frasi (per quanto a volte ripetitive e noiose…) hanno un fondamento di verità.

Questi aspetti, infatti, sono definite fin dalla fecondazione e costituiscono il patrimonio genetico che si riceve al concepimento. E succede anche con altre caratteristiche non necessariamente di natura estetica. È il caso, per esempio dell’intelligenza (ve ne abbiamo parlato ampiamente anche in questo precedente articolo), per la quale chi ne è dotato deve ringraziare soprattutto la mamma.

Il dono prezioso dell’intelletto, infatti, è legato ai geni trasmessi in linea femminile e a dimostrazione di ciò ci sono svariati studi sui cosiddetti ‘geni condizionati’. Questi, in particolare, hanno comportamenti diversi a seconda che siano eredità di un genitore piuttosto che dell’altro. Nel nostro caso, per quanto riguarda quelli legati al quoziente intellettivo, le ultime ricerche li hanno riconosciuto solo nel cromosoma X.

Certo, non bisogna dimenticare che l’intelligenza è ereditaria solo per il 40% – 60% e che c’è anche la sfera emotiva in cui hanno un peso i geni del papà. Ma cosa succede se parliamo del carattere di un bambino?

Nel carattere l’ereditarietà conta ma non è tutto

Anche in questo caso, l’ereditarietà svolge un ruolo importante ma non tutto dipende dai genitori.  E lo dimostrano bene i molti studi sui gemelli che spiegano come l’ambiente in cui si cresce contribuisca a definire il carattere di una persona cosicché una coppia di gemelli identici allevati ed educati in contesti ambientali differenti sviluppa caratteri diversi. Istruzione e abitudini, infatti, intervengono nel forgiare una persona.

A tale proposito occorre distinguere tra temperamento e carattere. Il primo è innato, ovvero non condizionato, mentre il secondo dipende da una serie di fattori esterni, non ultimo l’esempio degli adulti che circondano il bambino. In questo senso allora sì che il brutto carattere può dipendere dai grandi.

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