Tutti, o quasi, conosciamo il bellissimo film “Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick”, ma quanti sanno la vera storia della balena più famosa del mondo?
Moby Dick, un romanzo immortale
“Moby Dick” è uno dei romanzi più famosi al mondo. Scritto da Herman Melville, ha ispirato diversi film, tra cui l’ultimo nel 2015 con Chris Hemsworth.
“Nel cuore dell’oceano – Le origini di Moby Dick” è stato un vero e proprio flop al botteghino: realizzato con 100 milioni di dollari, ne ha guadagnati appena 90. A volte c’è chi pensa che la storia di questa balena sia stata frutto della fantasia dello scrittore, ma in realtà non è proprio così, anzi.
Moby Dick, la vera storia
Moby Dick è stata forse un incubo peggiore per i veri marinai che l’hanno incontrata rispetto a ciò che si è visto nel film. Ma andiamo con ordine e torniamo indietro fino al 1819, quando la baleniera Essex, guidata dal capitano George Pollard e dal primo ufficiale Owen Chase, prese il largo per raggiungere le coste dell’America del Sud e cacciare le balene. Dato che la nave non era riuscita a catturare abbastanza cetacei, il capitano ha preso la decisione di spingere la navigazione verso l’Oceano Pacifico. In acque che non erano mai state esplorate da nessuno.
E questo è stato davvero un grosso errore: il 16 novembre 1820, l’equipaggio della Essex ha avvistato un gruppo di capodogli. Il capitano, quindi, diede subito l’ordine di calare tre lance e far partire la caccia. Ma non avevano fatto i conti con l’inaspettato: l’arrivo di una balena gigante che attaccò sia la lance sia la baleniera.
L’affondamento della Essex e il cannibalismo
I marinai riuscirono a fuggire, ma l’animale non aveva finito con loro: e il 20 novembre calò il suo secondo attacco contro la baleniera. Il colpo fu così forte che l’Essex iniziò ad affondare e sparì nell’Oceano Pacifico. Alcuni uomini si salvarono e dopo alcuni giorni di navigazione, in venti approdarono sull’isola di Henderson.
Sull’isola non c’era molta acqua potabile e gli unici animali in giro erano degli uccelli marini. Alcune persone lasciarono l’isola per mettersi in viaggio e cercare di salvarsi, ma tre marinai rimasero lì. Furono recuperati tre mesi dopo, il 9 aprile del 1921. Non avendo di che bere o mangiare, iniziarono a nutrirsi dei marinai morti in quel lasso di tempo. Finiti quelli, estrassero a sorte uno di loro, che dovette sacrificarsi per permettere agli altri di vivere.