Era il primo agosto 2003 quando gli O-Zone pubblicarono “Dragostea din tei” una delle hit di maggior successo della storia. Dietro quel testo accattivante e quella musica allegra c’era Dan Bălan, star del pop romeno.
Classe 1979 l’artista, nato in Moldavia, aveva esordito suonando negli Inferialis, una band doom metal. Nel 1999 aveva fondato con Petru Jelihovschi una boy band, chiamandola O-Zone. I due produssero solamente un disco, intitolato “Dar, unde eşti”, in seguito Jelihovschi abbandonò la formazione e Bălan, che all’epoca aveva solo vent’anni, si mise al lavoro per trovare altri artisti.
Di lì a poco gli O-Zone divennero un trio, formato dal cantante, da Radu Sîrbu e Arsenie Todiraş. Il disco d’esordio, “Number One”, fu da subito un grande successo in Romania, grazie soprattutto al singolo “Despre tine”. I tempi per la fama internazionale erano ormai maturi e nel 2003 uscì “Dragostea din tei”. La hit scalò le classifiche di Svizzera, Italia e Francia, ottenendo un successo senza precedenti e diventando a tutti gli effetti un fenomeno virale.
“Ancora oggi la suono alla fine di ogni mio show – ha svelato Dan – si crea un’energia incredibile, le persone sono pazze di quella canzone. Le persone conoscono ogni singola parola della canzone anche se non hanno la minima idea di cosa significa”.
A tredici anni da quella indimenticabile hit, abbiamo intervistato Dan, chiedendogli un po’ di aneddoti e facendoci raccontare del suo Paese, la Moldavia.
“Dragostea din tei” è stata una delle più grandi hit di tutti i tempi, al primo posto delle classifiche dell’epoca, in Europa e nel mondo. È stata ripresa in una marea di cover e remix ed è addirittura stata campionata in un brano di Rihanna e T.I., “Live Your Life”. Ti sei mai interrogato sul perché una canzone locale abbia avuto un successo così planetario?
Quando questo fenomeno ha preso il via era difficile comprenderne a fondo il motivo, anche perché – per come la vedo io – alcuni ingredienti sono indefinibili e arrivano direttamente da Dio, per esempio il fatto che le persone stiano bene quando ascoltano questo brano. Ovviamente mi sono interrogato a lungo sul perché questo brano sia diventato una hit mondiale e penso si tratti di un mix di diversi elementi, tra cui un’eccellente elaborazione del suono e delle voci. La cosa incredibile è che questa canzone riusciva a rendere felici le persone anche senza che queste capissero niente di quello che si stava dicendo, dato che è scritta in una lingua che la maggior parte di loro non avevano mai ascoltato prima. Questo ha alimentato ulteriormente la loro curiosità, si saranno chiesti: “Ma che diavolo di lingua è questa?”, dato che molti di loro non avevano mai sentito una canzone in rumeno. Credo che in tutta la storia della musica non esistono altri casi simili: un fenomeno pop in una lingua che nessuno aveva mai ascoltato prima.
Hai visto il film di Xavier Dolan ” È solo la fine del mondo”?
Sì, l’ho visto.
La canzone “Dragostea din tei” fa da colonna sonora a una delle sequenze più importanti e intense del film.
Quando mi è arrivata la richiesta da approvare per inserire la mia canzone nella colonna sonora, non mi ero soffermato più di tanto, anche perché – ancora oggi – ne arrivano continuamente da tutto il mondo sia per pubblicità che per film. Poi – dopo un po’ di tempo – il mio stylist mi ha detto che aveva visto un film stupendo di un bravissimo regista in cui c’era la mia canzone e mi sono incuriosito. Sono stato davvero felice che Xavier Dolan abbia scelto la mia canzone per quella scena: è particolarmente intenso il contrasto che si crea tra il tema generale del film, molto dark e melodrammatico, con la spensieratezza della canzone.
Oggi il web è imprescindibile per determinare il successo di un prodotto musicale: possiamo dire che “Dragostea din tei” sia stato il primo grande fenomeno virale al mondo?
Credo di sì. Pensa che nel 2005, in un’epoca in cui non c’era ancora Youtube, mi trovavo a New York, era mattina e ho ricevuto una telefonata da un mio caro amico che mi diceva di sintonizzarmi immediatamente sulla NBC. In quel momento, il più importante show mattutino degli Stati Uniti stava trasmettendo “Dragostea din tei” con diversi ospiti in studio che discutevano di questo fenomeno. È stata quella l’occasione in cui mi sono reso conto per la prima volta della portata mondiale di questo brano e di come un fenomeno possa diventare virale anche senza nessun tipo di spinta o d’investimento.
Uno degli aspetti che mi ha da sempre incuriosito di più è il video: da cosa è nata l’idea dell’aereo?
All’inizio avevamo pensato di girarlo su un elicottero, a quando siamo andati effettivamente all’aeroporto per vedere quali elicotteri fossero disponibili, erano davvero tutti bruttissimi e non presentabili per un video musicale. Accanto a loro – però – c’era un bellissimo aereo e abbiamo subito pensato di sostituire gli elicotteri con lui. L’idea che ci è venuta subito fu quella di ballare sulle ali: sembrava figo e un po’ diverso da quello che si faceva nei video dell’epoca. Poi ci siamo inventati di correre sulla pista d’atterraggio, anche se per farlo ci volevano dei permessi che non avevamo; per questo abbiamo fatto tutto di nascosto e poi ce ne siamo andati. Il problema era che dovevamo tornare per girare le ultime scene dentro l’aereo, così abbiamo aspettato facesse buio e siamo tornati indietro. Non avevamo molto tempo e dentro la cabina di pilotaggio non c’era luce, per cui abbiamo girato tutto velocemente e poi con un effetto grafico successivo abbiamo fatto finta che fosse giorno. Calcola che stiamo parlando del 2003 in la Moldavia, le tecnologie erano ridotte al minimo e siamo riusciti a fare praticamente un miracolo.
Dopo gli O-Zone, hai iniziato una carriera da solista che ti ha portato ad essere uno dei personaggi del tuo Paese più conosciuti al mondo. A quali nuovi progetti stai lavorando oggi?
Dopo gli O-Zone ho fatto tante cose, compreso altre canzoni che sono diventati dei successi internazionali, come per esempio “Chica Bom”. Ad ogni modo, i luoghi dove ho lavorato di più in questi anni sono stati Russia e Romania, che si assomigliano sia dal punto di vista della cultura che della lingua. Sette dei miei brani sono stati al primo posto della classifica russa e dieci in Ucraina, diciamo che è stato un periodo bello pieno anche dopo l’esperienza con gli O-Zone. Ora sto lavorando su un progetto totalmente nuovo, sia per quanto riguarda il suono che per quanto riguarda il concept, vorrei fosse un prodotto più internazionale: per questo voglio recuperare un po’ le vecchie sensazioni e il divertimento dell’era O-Zone e condensarli in questo nuovo album.
Parliamo un attimo del tuo Paese, la Moldavia. In Italia non si sa molto di questo territorio e penso che nessuno meglio di te possa esserne un ottimo ambasciatore.
Sono molto orgoglioso del mio Paese e lo amo davvero tanto. Spero di essere riuscito in questo tempo a renderlo un po’ più conosciuto con le mie canzoni: soprattutto grazie agli O-Zone molte persone che prima non sapevano neanche dove fosse, adesso conoscono un po’ meglio la Moldavia. Si tratta di un Paese molto piccolo, che fino ad un certo momento faceva parte della Romania a tutti gli effetti e ha ottenuto l’indipendenza soltanto nel 1991, in seguito alla disgregazione dell’Urss; per questo è un Paese molto giovane e purtroppo non così ricco. La cosa più bella della Moldavia sono le vibrazioni che si percepiscono e le persone dal carattere unico, questa è una delle cose più belle che si possa trovare in un luogo. Per gli italiani credo sia molto facile da capire, perché tutte queste qualità che la Moldavia e i suoi abitanti hanno si trovano anche in Italia. Per esempio, le ragazze moldave – così come quelle italiane – hanno una bellezza e un’energia uniche.
Mi pare di capire che sei molto legato anche al nostro Paese, Dan.
Oh, tantissimo! Sono stato ovunque in Italia; adoro il cibo, il vino, la natura. Lo amo immensamente, è uno dei tre Paesi che amo più al mondo.