L'alcol non si può bere in Quaresima, è vero ciò che dice Giorgia Meloni?

Giorgia Meloni scherza sulla Quaresima e l'alcol: quanto c'è di vero? L'alcol può essere consumato nei 40 giorni prima di Pasqua?

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Recentemente, nel commentare la sconfitta del centrodestra alle Elezioni Regionali in Sardegna, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha attirato l’attenzione dei più curiosi con una dichiarazione scherzosa, ma che solleva più di una domanda: durante la Quaresima, periodo di rinuncia e penitenza per i cattolici, la premier ha lamentato di non poter “affogare i dispiaceri nell’alcol“. Tuttavia, al di là del carattere palesemente ironico delle sue parole, è strano scoprire che i vincoli religiosi riguardanti l’alcol durante la Quaresima potrebbero non essere così stringenti come si potrebbe immaginare. Ma, dunque, l’alcol si può consumare nei 40 giorni che precedono la Pasqua? Qual è la verità?

Le dichiarazioni di Giorgia Meloni: “Sto facendo la Quaresima e non posso affogare i dispiaceri nell’alcol”

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è trovata di fronte ai giornalisti della stampa estera, sfoggiando un certo umorismo come antidoto alla sconfitta elettorale del centrodestra in Sardegna.

Mi invitate proprio all’indomani della sconfitta in Sardegna, non aspettatevi da me grande simpatia oggi – ha scherzato la premier – sto pure facendo la Quaresima e non posso nemmeno affogare i dispiaceri nell’alcol“.

Ma davvero, come dice il presidente del Consiglio, non si può bere alcol durante la Quaresima?

Si può bere alcol durante la Quaresima?

Sebbene nella tradizione cattolica la Quaresima sia comunemente associata a periodi di astinenza e rinuncia, in particolare dalla carne e dal cibo in generale, l’idea di evitare l’alcol potrebbe essere più una preferenza personale che una regola religiosa universale. Infatti, la tradizione cattolica ha spesso connotato la Quaresima come un periodo di digiuno dal solo cibo, ma non necessariamente di astinenza dall’alcol.

Un’interessante curiosità storica può aiutarci a contestualizzare meglio questa questione: nel 17esimo secolo, i monaci della Baviera, durante la Quaresima, si astenevano da ogni cibo solido, bevendo solo birra per potersi sostenere. La birra, con il suo alto valore nutrizionale, veniva persino chiamata “pane liquido” per la sua capacità di fornire sostentamento ai religiosi che la producevano (e consumavano in quantità).

Addirittura, in epoche antiche, gli alcolici erano necessari per “purificare” l’acqua. Il vino, ad esempio, veniva aggiunto alle bevande al fine di ridurre la presenza di batteri e impurità, proprio grazie alla presenza di alcol.

Pertanto, l’astinenza dall’alcol durante la Quaresima potrebbe essere una pratica più moderna o una scelta personale adottata da alcuni fedeli.

A dirla tutta, quindi, se le parole di Giorgia Meloni possono riflettere un moderno senso comune di rinuncia e penitenza associato alla Quaresima, è facile capire che le restrizioni sull’alcol durante questo periodo non sono così rigide come si potrebbe pensare.

Perché ai monaci era consentito bere birra durante la Quaresima?

Se la storia dei monaci tedeschi può sembrarvi curiosa, sappiate che racconta una storia decisamente intrigante. Tra le loro attività, i monaci non solo si dedicavano al lavoro, alla preghiera e allo studio, ma producevano anche birra, una pratica diffusa in molti conventi ancora oggi. Questa birra, tuttavia, non era solo una bevanda, ma anche una fonte importante di sostentamento. La birra che i monaci producevano era molto forte e ricca di carboidrati, offrendo un nutrimento vitale per combattere la malnutrizione durante il periodo di digiuno.

Curiosamente, la birra dei monaci era così prelibata che tra loro sorse il timore che non fosse consona allo stile di povertà richiesto durante la Quaresima. Decisero così di inviare alcune botti al Papa a Roma affinché giudicasse se fosse appropriato consumarla durante il periodo di penitenza. Tuttavia, durante il lungo viaggio dalla Baviera fino al Vaticano, le condizioni non favorevoli fecero sì che la birra si deteriorasse notevolmente.

Quando finalmente il Papa ebbe l’occasione di assaggiare la birra, la trovò così deteriorata da risultare praticamente imbevibile. E, quindi, si espresse in modo sorprendente. Il Pontefice, infatti, sentenziò che consumare quella birra già rappresentava una forma di sacrificio, dando il via libera ai monaci: avrebbero potuto consumare la bevanda durante la Quaresima.

Cosa non si può mangiare durante la Quaresima?

Secondo la tradizione cattolica, durante il periodo di Quaresima, ci sono alcune restrizioni alimentari che molti fedeli scelgono di osservare come segno di penitenza e rinuncia.

Il primo e principale precetto riguarda l’astinenza dalle carni, rosse o bianche che siano, che deve essere osservata tutti i venerdì di Quaresima, oltre al Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo. Anche se il Sabato Santo l’astinenza è solo consigliata, molti fedeli scelgono comunque di osservarla come parte del loro impegno spirituale. Qualcuno applica queste regole anche a tutti i giorni che vanno dal Mercoledì delle Ceneri alla prima domenica di Quaresima, detti anche della “settimana mozzella”.

Oltre alla carne, durante la Quaresima è consigliabile evitare cibi considerati troppo elaborati o costosi. L’obiettivo di questa rinuncia – da parte dei fedeli – è quello di fare un sacrificio personale e vivere con maggiore sobrietà, in linea con lo spirito di penitenza della Quaresima. Anche i frutti di mare, in alcune zone, sono considerati cibi “di lusso” e quindi vengono evitati durante questo periodo di riflessione e preghiera.

Sebbene non vi sia un divieto assoluto riguardante gli alcolici durante la Quaresima, è consigliabile moderare il loro consumo, così come evitare di fumare. Ma queste, in realtà, sono regole generali. Per la tradizione cattolica, entrambi sono considerati vizi che non sono in linea con lo spirito di penitenza e di ricerca interiore di questo periodo.

Tuttavia, è importante notare che ci sono delle eccezioni a queste regole. I bambini piccoli, le donne incinte o in allattamento, gli anziani e i malati non sono tenuti a digiunare o fare astinenza, poiché la priorità è la salute e il benessere delle persone in queste categorie.

Pertanto, possiamo concludere che le dichiarazioni del Presidente del Consiglio riguardano essenzialmente una sua scelta personale più che un’imposizione che arriva da parte della Chiesa e della dottrina cattolica. Non a caso, il vino continua ad essere utilizzato durante la messa anche nel periodo di Quaresima, rappresentando il “sangue di Cristo” nel momento dell’Eucarestia tramite il mistero conosciuto come “transustanziazione”. Bere alcol, dunque, è decisamente consentito. Il nostro consiglio – periodo di Quaresima e motivi religiosi o tradizionali a parte – è di consumarlo sempre con attenzione e moderazione! Ma si tratta di un consiglio volto a tutelare la nostra salute più che a una “penitenza” di stampo religioso.

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