Sembra l’inizio di un film di fantascienza, ma è tutto vero: l’asteroide 2024 YR4, scoperto a fine dicembre 2024, potrebbe avere la Terra nel mirino. Con una probabilità su 83 di colpire il nostro pianeta il 22 dicembre 2032, questo sasso spaziale dal diametro stimato tra i 40 e i 100 metri non è certo un sassolino qualunque. Se dovesse davvero schiantarsi su una città, gli effetti sarebbero tutt’altro che trascurabili. Ma quali sarebbero i danni reali? Quanto dovremmo preoccuparci? E soprattutto, dobbiamo già iniziare a preparare un bunker? Scopriamo insieme cosa dicono le simulazioni!
- La classificazione dell'asteroide: quanto è pericoloso?
- Le simulazioni del possibile impatto
- Che danni subirebbe la città colpita dall'asteroide?
- Quindi dobbiamo prepararci all’apocalisse?
La classificazione dell’asteroide: quanto è pericoloso?
L’asteroide è stato classificato con un punteggio di 3 sulla scala di Torino, che valuta il rischio di impatto degli oggetti spaziali. La scala di Torino è uno strumento utilizzato dall’Unione Astronomica Internazionale per valutare il rischio di collisione tra la Terra e oggetti spaziali. La scala va da 0 a 10, dove 0 indica nessun rischio e 10 rappresenta una collisione certa con conseguenze globali catastrofiche. Un punteggio di 3, assegnato a 2024 YR4, indica un evento che merita attenzione da parte degli astronomi, ma che non rappresenta una minaccia imminente.
Le simulazioni del possibile impatto
Per comprendere i potenziali danni causati da un impatto di 2024 YR4 su una città, possiamo utilizzare strumenti di simulazione come “Impact Earth” dell’Università Purdue e “Nukemap” di Alex Wellerstein. Questi strumenti permettono di inserire vari parametri, come le dimensioni dell’asteroide, la densità, la velocità di impatto e l’angolo di entrata nell’atmosfera, per stimare gli effetti dell’impatto.
Supponendo che l’asteroide abbia un diametro di 100 metri e una densità di 3.500 kg/m³ (tipica degli asteroidi rocciosi), con un angolo di impatto di 45 gradi e una velocità di entrata nell’atmosfera di 20 km/s, le simulazioni indicano che l’asteroide potrebbe penetrare l’atmosfera e colpire la superficie terrestre, liberando un’energia pari a diverse megatoni di TNT.
Che danni subirebbe la città colpita dall’asteroide?
Se l’asteroide 2024 YR4 dovesse colpire una città, le conseguenze sarebbero dunque devastanti. Le simulazioni suggeriscono che i danni dipenderebbero da vari fattori, come il diametro esatto, la velocità di impatto, l’angolazione e il luogo della collisione.
L’energia sprigionata dall’impatto causerebbe la formazione di un cratere di diverse centinaia di metri di diametro. L’onda d’urto risultante distruggerebbe tutto nel raggio di diversi chilometri dal punto di impatto, causando danni alle infrastrutture e un elevato numero di vittime. Gli edifici verrebbero rasi al suolo, le strade distrutte e le reti elettriche e idriche compromesse.
Oltre ai danni immediati, l’impatto potrebbe causare incendi su larga scala a causa del calore generato, aumentando ulteriormente la devastazione. Le polveri e i detriti sollevati nell’atmosfera potrebbero causare problemi respiratori alla popolazione sopravvissuta e influenzare temporaneamente il clima locale.
Se l’impatto fosse particolarmente violento, i detriti sollevati potrebbero offuscare l’atmosfera per settimane o mesi, riducendo la luce solare e influenzando il clima locale. In scenari più estremi, si potrebbe verificare un raffreddamento temporaneo dovuto alla polvere sospesa, simile a quello causato da un’eruzione vulcanica.
E se, invece, cadesse in acqua? Se 2024 YR4 colpisse un oceano o un grande specchio d’acqua, l’effetto sarebbe diverso, ma altrettanto spaventoso. L’impatto genererebbe uno tsunami gigantesco, con onde alte decine di metri che si propagherebbero verso le coste, colpendo città costiere con effetti devastanti.
Quindi dobbiamo prepararci all’apocalisse?
Per ora, comunque, possiamo riposare tranquilli: la probabilità che l’asteroide 2024 YR4 colpisca davvero la Terra è di circa l’1,2%, ovvero una possibilità su 83. E considerando che gli scienziati continueranno a monitorarlo nei prossimi anni, è molto probabile che le nuove osservazioni riducano ulteriormente questo rischio.