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Quali differenze tra fiaba e favola? Non cadere in errore

Hai sempre usato i termini fiaba e favola in modo intercambiabile? In realtà esistono alcune differenze significative

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Chissà quante volte ci siamo trovati a raccontare ai nostri figli o ai fratelli più piccoli delle storie nella speranza di farli addormentare.

Tante sono le fiabe e le favole che fanno parte della cultura popolare e che costituiscono un bagaglio comune a cui tutti attingono per intrattenere i bambini ma sapete qual è la differenza tra i due termini?

Forse no, eppure esiste. Il fatto è che molto spesso queste due parole sono usate come sinonimi per indicare lo stesso tipo di racconto, quello caratterizzato dalla presenza di creature immaginarie, luoghi fantastici e una trama che catturi l’attenzione dei più piccoli.

Sia ‘fiaba’ che ‘favola’ derivano dal latino ‘fabula, che vuol dire racconto, eppure si riferiscono a due generi diversi. Vediamo di capirci qualcosa in più.

Cosa hanno in comune fiaba e favola?

Sebbene dunque, come detto in precedenza, fiaba e favola siano due cose distinte, hanno alcune caratteristiche in comune, e forse anche per questo motivo si tende a confonderle e usarle in maniera indistinta.

Prima di tutto nascono ambedue da tradizione e folclore, come storie raccontate e tramandate oralmente. Sono spesso frutto di superstizioni, credenze e saggezze popolari.

In entrambe la narrazione ha un tempo indefinito, non specifico, che contribuisce a conferire un carattere universale alla vicenda.

Generalmente le fiabe hanno una più evidente componente di intrattenimento, mentre nelle favole prevale la finalità formativa ed educativa. Ciò non toglie, però, che anche le fiabe possano contenere un insegnamento. Così come anche le favole possono rappresentare una forma di intrattenimento.

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Quali sono le caratteristiche di una favola

Vediamo ora nel dettaglio come si presenta una favola. È una narrazione breve i cui protagonisti sono animali oppure, anche se più raramente, piante e oggetti inanimati. Essi rappresentano vizi e virtù degli esseri umani che vengono esemplificati, ovviamente, attraverso le loro caratteristiche e i comportamenti che mettono in atto.

Anche se arrivano da un mondo che non è quello umano questi personaggi parlano e adottano atteggiamenti propri degli uomini.

L’origine della favola è da ricercare nell’elaborazione del folclore e delle tradizioni, degli usi e dei costumi tramandati oralmente. Le vicende possono essere narrate sia in versi che in prosa. Il linguaggio della favola è piuttosto curato, probabilmente anche perché essa ha uno scopo ben preciso: deve dare un insegnamento, deve farsi portavoce di una verità morale che riguardi il comportamento più corretto da assumere o di un principio etico da seguire.

Per riassumere, ecco le caratteristiche che definiscono la favola:

  • tempo indeterminato: la vicenda narrata dalla favola si svolge in un periodo generico, non ben precisato. Questo serve a dare un carattere di universalità alla storia;
  • luoghi ed elementi reali: i luoghi che fanno da sfondo alla storia sono reali. Può trattarsi di una casa, di un campo, o di uno stagno;
  • i personaggi vengono dal mondo animale e sono quasi sempre antropomorfizzati, ovvero si comportano come esseri umani. Molto spesso incarnano caratteristiche ben precise: il leone la forza, la formica la laboriosità, il lupo la ferocia, la volpe la furbizia e così via;
  • la morale: il finale della favola ha sempre una morale, un messaggio che l’autore rende molto esplicito, e non è detto che ci sia il lieto fine. Talvolta, infatti, sono i cattivi ad avere la meglio. In questo caso la favola vuole mettere in guardia dai cattivi comportamenti.

Ma qual è la favola più antica conosciuta? Si ritiene che sia la Storia dei due fratelli, componimento egizio del XIII secolo a.C. Tra le più famose invece si ricordano: Il lupo e l’agnello, La rana e il bue, La volpe e la cicogna, La cicala e la formica. Qualche nome di autori di favole: Esopo per la cultura greca, Fedro per quella romana.

Come si riconosce una fiaba?

Che dire invece della fiaba? È una narrazione di medio-breve lunghezza che nasce dalla tradizione popolare. Ha per protagonisti personaggi comuni e soggetti fantastici come fate, mostri, draghi, orchi, giganti.

L’origine della fiaba affonda le radici nelle credenze e superstizioni che appartenevano alla gente più umile. Anche il linguaggio usato è, non a caso, umile, a tratti sgrammaticato, ricco di modi di dire, formule colloquiali e popolari.

Il racconto diretto è la forma di narrazione privilegiata. Questo perché dà un ritmo più vivace e che coinvolge maggiormente chi ascolta. Bisogna infatti tenere presente che le fiabe venivano tramandate oralmente da una generazione all’altra.

La funzione principale delle fiabe è quella di intrattenere ma possono contenere anche insegnamenti o esempi da seguire. In tal modo hanno anche uno scopo formativo, sebbene non sia questo il loro scopo principale.

Per riepilogare, la fiaba ha queste caratteristiche:

  • tempo indeterminato: la vicenda, cioè, si svolge in un periodo non preciso (“c’era una volta…”, che dà un carattere universale alla storia;
  • linguaggio ripetitivo: si trovano cioè motivi comuni ad altre fiabe così come espressioni piuttosto standard o formule magiche;
  • luoghi ed elementi magici. A differenza delle favole le fiabe contengono un elemento magico-fantastico: può essere lo specchio, le bacchette o altri oggetti con poteri magici. I fatti si svolgono in boschi incantati, regni fantastici, castelli;
  • i personaggi sono figure inverosimili, spesso nate dalla fantasia popolare e che rappresentano concetti astratti;
  • nella vicenda il protagonista deve compiere un’impresa o superare un ostacolo per arrivare al proprio scopo;
  • bene e male sono contrapposti: ci sono i buoni e i cattivi, i furbi e gli stupidi;
  • lieto fine: nelle fiabe i buoni vincono sempre sui cattivi. Comportarsi in modo onesto e corretto paga. Così come vengono premiati il coraggio, la saggezza e la virtù. Ci sono però fiabe letterarie con un finale drammatico.

Tra le fiabe più note citiamo: Biancaneve, Cenerentola, Hänsel e Gretel, Pollicino, Cappuccetto Rosso, I tre porcellini, Il gatto con gli stivali.

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