Spesso parliamo di corretta alimentazione e di quanto mangiare sano, insieme a una costante e moderata attività fisica, sia prezioso per il benessere del nostro organismo. Certamente, la nostra attenzione va anzitutto al tipo di alimento che portiamo a tavola e al modo in cui noi stessi cuciniamo le varie pietanze. Così, evitiamo certi ingredienti troppo grassi o ricette super caloriche che anderebbero a impattare negativamente non solo sulla nostra linea ma anche sulla nostra salute generale.
Un aspetto a cui, forse, siamo meno attenti è invece il tipo di lavorazione necessaria per dare vita ad alcuni degli alimenti che troviamo al supermercato. Siamo davvero sicuri di fare le scelte giuste? È molto probabile, infatti, che se sapessimo come vengono cucinati certi prodotti non li mangeremmo più e alcuni sono davvero insospettabili. Vediamo quali sono i più diffusi nel nostro Paese.
- Cosa c’è dietro il fast food: hot dog, hamburger e crocchette di pollo
- Alla lontana da lasagne surgelate e fragole coltivate con metodi tradizionali
Cosa c’è dietro il fast food: hot dog, hamburger e crocchette di pollo
Partiamo dal fast food, che sarà anche ‘veloce’ ma nasconde una miriade di motivi per evitarlo del tutto. Al di là della preparazione in modalità catena di montaggio che ci viene in mente pensando a questa tipologia di piatti, la situazione non è certo rassicurante. A partire dalla carne utilizzata per imbottire i panini, spesso di scarsa se non scarsissima qualità. Nel caso degli hot dot, poi, si tratta di miscugli fatti generalmente di scarti e ritagli dai pezzi più grandi di diversi animali (mucche, maiali, polli).
Più economico è l’hot dog, più è probabile che contenga carne separata meccanicamente, ovvero sottoposta a un processo per cui si ottiene una purea da quel che resta della macellazione, comprensivo di pelle, grasso e cartilagini. Lo stesso pane, usato sia per gli hamburger sia per gli hot dog, contiene di frequente additivi e conservanti ben poco salutari. E che dire dell’olio? A volte viene riciclato per giorni interi prima di venire sostituito e le stesse patatine fritte che tanto amiamo possono derivare da patate mal conservate così come essere cotte in oli riciclati più e più volte.
Non va meglio con le crocchette di pollo, che a differenza di quanto suggerisce il nome non sono fatte completamente di carne di pollo ma di un miscuglio contenente anche pollo. Per la maggior parte, infatti, sono un impasto fatto di grassi, nervi, zuccheri e sale.
Alla lontana da lasagne surgelate e fragole coltivate con metodi tradizionali
Lasciando il fast food, troviamo una serie di altri prodotti alimentari che, conoscendone la lavorazione, lascerebbero chiunque senza fiato (e senza fame). È il caso delle lasagne surgelate: la carne bovina macinata con cui sono prodotte, infatti, proviene da allevamenti che sono responsabili di cospicue emissioni di metano su scala globale con una produzione di anidride carbonica pari a circa 27Kg per ogni chilo di carne (fonte: mashed.com). Anche in questo caso, poi, si tratta di scarti di lavorazione che vengono cotti in modo da eliminarne il grasso in eccesso e, talvolta, anche trattati ulteriormente per eliminare eventuali batteri.
Ma anche un alimento all’apparenza semplice come le fragole nasconde una lavorazione che, nell’agricoltura intensiva, prevede l’uso dei pesticidi. Come, purtroppo, rivela anche l’annuale Dirty Dozen dell’Environmental Working Group (EWG), questo gustoso frutto resta il più contaminato. Meglio, quindi, ricorrere al biologico possibilmente a Km 0.