Fonte: ansa

In Cina nasce il primo impianto fotovoltaico a forma di panda

In Cina è nato il primo impianto fotovoltaico a forma di panda, che consentirà di rispettare l'ambiente, produrre energia e diminuire le emissioni

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In Cina è stato acceso il primo impianto solare al mondo a forma di panda. I pannelli fotovoltaici, infatti, sono stati disposti in modo tale da ricreare, se guardati dall’alto, la figura dell’animale che è diventato l’emblema nazionale del gigante dell’Asia. L’impianto avveniristico da 50 megawatt di potenza produttiva, è stato creato dalla società, Panda Green Energy, ed è stato collegato alla rete elettrica nel 2017, nella provincia settentrionale dello Shanxi, e secondo l’annuncio dell’azienda cinese, è solo il primo di una lunga serie. La compagnia ha intenzione di realizzarne cento in tutto, lungo la Nuova via della seta, per un investimento complessivo stimato in 3 miliardi di dollari. La Cina, tra l’altro, è il più grande produttore al mondo di energia solare, per questo non sorprende il fatto che proprio qui sia stato messo a punto un impianto così particolare, che consente anche un notevole risparmio economico.

L’idea di creare un impianto a celle fotovoltaiche a forma di panda è stata avanzata per la prima volta da uno studente liceale cinese trasferitosi negli Stati Uniti, racconta la società. Obiettivo dell’impianto, oltre a produrre energia pulita, è sensibilizzare le giovani generazioni. Secondo la compagnia, infatti, il parco fotovoltaico a forma di panda “porterà più giovani a unirsi all’azione climatica per proteggere la nostra terra”. Il panda, infatti, è un animale molto amato dai cinesi.

Il primo parco solare a forma di panda gigante

La nuova centrale, che si chiama Datong Panda Power Plant, ha una capacità di installazione totale di 100 megawatt, ma durante la prima fase offrirà 50 megawatt (MW) di energia pulita alla rete. Le parti nere del panda, ovvero le orecchie e le braccia, sono composte da celle solari in silicio monocristallino, mentre la pancia grigia e bianca e il viso sono composti da celle solari a film sottile.

Per sensibilizzare le giovani generazioni al tema dell’energia green ad alto tasso di sostenibilità, l’azienda cinese, ha realizzato all’interno della centrale, un centro di attività giovanile destinato ai ragazzi in età scolastica, dove avranno l’opportunità di imparare i vantaggi dell’energia solare, soprattutto per l’ambiente in cui vivranno.

Il regime di produzione pieno dell’impianto è di 3,2 miliardi di chilowattora di energia pulita per i prossimi 25 anni, portando ad un risparmio di 1.056 milioni di tonnellate di carbone e riducendo di 2,74 milioni di tonnellate le emissioni di carbonio. Il governo cinese, che conta tra le città più inquinate al mondo, essendo il paese uno dei più inquinanti sulla Terra, sta perseguendo una politica per ridurre le emissioni nocive ad impatto ambientale, come del resto anche gli altri paesi che hanno aderito al Trattato di Parigi.
 Ma come è stato possibile dare questa forma così particolare ad un impianto fotovoltaico? Per ricreare le fattezze tipiche del mammifero orientale, sono stati accostati due tipi di pannelli fotovoltaici: quelli neri sono costituiti da celle solari di silicio monocristallino e grazie alla loro tonalità sono stati utilizzati per disegnare le braccia, le gambe, le orecchie e i tratti distintivi del muso. Il resto dell’impianto solare, invece, è costituito da  celle solari a film sottile fornite dalla società statunitense First Solar. Un mix tecnologie, provenienti da due paesi competitors su scala globale, per realizzare un unico impianto.

Impianto fotovoltaico a forma di panda gigante: l’idea di una ragazzina diventa realtà

 

L’idea di un impianto a forma di panda, come dicevamo, non è nata in chissà quali centri di ricerca ingegneristica, o da elaborati piani di governo, ma appartiene ad una giovanissima studentessa di appena 15 anni, Ada Li Yan-tung, che nel 2015 ha avuto un’idea innovativa: costruire un’enorme fattoria a energia solare con la forma di un panda, animale molto popolare in Cina ed amato da ogni generazione.

La sua idea ha raggiunto i piani alti del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) e il megasviluppatore solare Panda Green Energy Group ha collaborato con la giovane Yan-tung per realizzare la sua visione. Due anni dopo, è stato costruito l’impianto solare più bello al mondo, a Daton, che visto dall’alto assomiglia proprio a due panda con il volto sorridente. Da quella bella idea, la Panda Green Energy , d’accordo con il governo di Pechino, ha programmato la costruzione di un totale di 100 parchi solari simili in tutta la Cina.

A distanza di 6 anni, il progetto della Panda Green Energy prosegue, mentre la Cina è diventata il leader mondiale delle energie rinnovabili, superando, con cinque anni di anticipo, i suoi obiettivi di produzione da energia solare ed eolica.  A sancire l’enorme passo in avanti del gigante asiatico è il secondo rapporto di Global energy monitor, una ong con sede a San Francisco, che monitora le prestazioni di parchi eolici e solari su larga scala. Secondo questi dati, la Cina arriverà a raddoppiare la sua capacità di rinnovabili entro il 2025, mentre l’obiettivo – già molto ambizioso – era arrivare a questo traguardo entro il 2030, raggiungendo i 1.200 gigawatt di energia prodotta da sole e vento.

Impianti fotovoltaici: i piú strani mai realizzati

Dal Panda a nuove sperimentazioni, anche molto peculiari, nel campo del fotovoltaico. In Francia è stato costruito il primo chilometro di strada solare, inaugurato tre anni, l’esperimento è fallito. Mille metri di asfalto per produrre energia con il sole sulla RD5, presso Tourouvre, in Normandia, ma la tecnologia non ha funzionato: rotture frequenti, cento metri di impianto rimosso, insomma non tutte le sperimentazioni vanno a buon fine come in Cina.

Il degrado del tempo, infatti, ha compromesso il funzionamento delle celle fotovoltaiche, anche a causa del passaggio di pesanti trattori ed altri mezzi, le piogge, il depositarsi di foglie e muffe, hanno contribuito a deteriorare prima del previsto l’innovativo manto stradale. Si è passati dai 150.000 kWh di elettricità durante il primo anno, circa metà di quelli stimati inizialmente, ai 38.000 dell’ultimo periodo, un vero e proprio crollo verticale.

Il film di silicio policristallino di appena 7 millimetri di spessore, che costituisce le celle solari avrebbe dovuto resistere al maltempo ed al peso dei veicoli, invece si è spaccato e fratturato in diversi punti. E sempre in tema di fotovoltaico dalle forme più strane, sta facendo discutere l’installazione a Biarritz, sempre in Francia, di panchine solari, definite intelligenti, da 160 watt con batteria integrata, equipaggiate con porte Usb per la ricarica di dispositivi elettronici, sensori ambientali, possibilità di collegamento a reti Wi-Fi. Così l’esperimento è stato replicato anche a Cannes. Secondo l’azienda che le produce, sono in grado di generare energia anche quando sono parzialmente in ombra, cioè quando qualcuno si siede sopra, visto che la funzione di una panchina è essenzialmente questa, grazie ai sistemi avanzati di gestione della carica solare.

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