Gli stereotipi sono un fenomeno comune che accompagna la percezione di molte culture nel mondo e noi italiani non facciamo eccezione. L’Italia, con la sua ricca eredità storica, la cucina rinomata e l’arte senza tempo, non sfugge a questa tendenza. Anzi, spesso dall’estero siamo visti come un insieme di stereotipi talvolta reali, talvolta dovuti a leggende metropolitane.
- Stereotipi italiani all'estero: cosa dicono di noi
- Cosa piace agli stranieri degli italiani?
- Come si riconoscono gli italiani all'estero?
Gli italiani sono un popolo straordinario, questo lo riconoscono tutti. E, da parte degli stranieri, sono generalmente ritratti come appassionati, estroversi, amanti del buon cibo e della moda. Queste caratteristiche, sebbene semplificate, hanno contribuito a creare una percezione collettiva esterna del popolo del nostro Paese.
Tuttavia, queste poche righe già sollevano una domanda: quanto di vero c’è in questi stereotipi sugli italiani? Come vengono effettivamente percepiti gli italiani all’estero? In questo articolo, esploreremo la questione a fondo, esaminando sia gli stereotipi diffusi che le sfumature della percezione che il resto del mondo ha degli italiani.
Scopri anche:– I 10 cibi italiani più imitati al mondo
Stereotipi italiani all’estero: cosa dicono di noi
Qualche anno fa su Quora fu lanciato un sondaggio per scoprire le 26 cose più curiose sugli italiani, anche per avere un quadro degli stereotipi che il resto del mondo ha su di noi. Andiamole a vedere insieme in questo elenco (e a scoprire quanto c’è di vero), aggiungendo qualche commento ironico a corredo:
- Gli italiani parlano contemporaneamente con la bocca e con il corpo. Questo perché la nostra gestualità è qualcosa di unico e meraviglioso, dove ogni gesto ha un preciso significato. Possiamo fare interi discorsi senza aprire bocca.
- Gli italiani usano le mani per insultare. Diretto derivato del punto precedente, si riferisce ai tantissimi gesti che abbiamo per mandare a quel paese qualcuno.
- Gli italiani odiano con tutto il cuore la pizza con l’ananas. E sì, lo sappiamo tutti che è il male. Soprattutto se la chiedi a Napoli.
- Quando parlano in inglese, gli italiani non usano la “H”. Il motivo è il fatto che nella nostra lingua questa lettera è muta. In certi casi, però, non pronunciarla può portare a problemi di non poco conto. Pensate ai termini inglesi “hungry” (affamato) e “angry” (arrabbiato). Se non pronunciamo la “H” sono pressoché identici.
- Gli italiani bevono caffè dopo cena. Sì, si tratta di una pratica comune soprattutto quando si va a mangiare fuori e il caffè viene assunto come stimolante per non addormentarsi nel tragitto per tornare a casa, ma deve aver colpito moltissimo i nostri amici stranieri.
- Gli italiani non bevono mai il cappuccino dopo le 11 di mattina. Questo ci sembra piuttosto giusto. D’altronde il cappuccino appartiene al mondo della colazione. E soprattutto non va mai bevuto insieme al pranzo o alla cena. Va abbinato a un cornetto o ai biscotti. Non ad un’amatriciana.
- Gli italiani battono le mani quando atterra l’aereo. In passato accadeva davvero, ma oggi giorno questo evento sta diventando piuttosto raro. Ma sì, è un altro stereotipo corretto.
- Se ognuno parla il proprio dialetto, gli italiani non sono in grado di capirsi tra loro. E infatti tra persone di aree diverse si parla italiano, il dialetto è riservato ai contesti familiari e informali.
- Gli italiano odiano chi mangia spaghetti con il ketchup. Ripetiamo insieme: Ketchup sta a patatine come salsa al pomodoro sta a spaghetti. Al di fuori di questa equazione, non è possibile effettuare variazioni.
- Detestano il vino francese e lo champagne. Questo non ci sembra corretto. Anzi, gli appassionati di vino riconoscono la grande qualità dei prodotti d’oltralpe e degli champagne. Più che altro c’è grande rivalità con i nostri vicini francesi. Ma se c’è una cosa che gli italiani non detestano di loro, quella è proprio il vino.
- Quando visitano un paese straniero si lamentano in continuazione per il cibo. Anche questo è piuttosto azzeccato. Anche se forse dovremmo imparare ad apprezzare un po’ di più la cucina locale di altri paesi, anche se la nostra è straordinaria.
- Gli italiani discutono cercando di capire se è meglio il Grana Padano o il Parmigiano Reggiano. In realtà no. Noi discutiamo per far capire agli altri che questi grandi formaggi italiani sono meglio di qualsiasi formaggio estero, principalmente francese.
- Gli italiani si arrabbiano se pronunci male “arancino”, “spaghetti” o “fettuccine”. Quello tra “arancino” e “arancina” è un dibattito sempre aperto, specie in Sicilia. Però è vero: ci arrabbiamo se sentiamo pronunciare “spagetti” o “fettuccini” dagli stranieri.
- Gli italiani sono sempre pronti a prendersi una pausa. Può essere, anche perché i nostri ritmi di lavoro sono forse piuttosto rilassati. Ma dipende da contesto a contesto.
- Fanno tutto con il cuore, che siano automobili, pizza, vino, formaggio o pasta. Soprattutto, con il cuore della mamma. O di Barbara D’Urso, fate voi.
- Conoscono il nome esatto di ogni tipo di pasta. Anche qui abbiamo qualche dubbio. Però sappiamo sicuramente distinguere gli spaghetti dai bucatini e le penne dai rigatoni. O le orecchiette dalle lasagne.
- Gli italiani si arrabbiano quando gli stranieri pubblicano sui social rivisitazioni delle ricette italiane. Certo, specie se vediamo un ragù bolognese tradizionale col ketchup, una carbonara con l’avocado o una fiorentina sottile e bruciata.
- Gli italiani odiano le squadre di calcio tedesche. Abbastanza inaccurata. I tifosi italiani sono troppo occupati ad odiarsi tra loro per dedicarsi all’odio verso le squadre estere.
- Amano le cose americane, ma ne detestano il cibo. Non è vero. Amiamo gli hamburger e gli hot dog (che sono tedeschi) e le patatine (che sono state inventate in Belgio). Più che altro detestiamo le rivisitazioni azzardate che gli americani fanno della cucina italiana spacciandole per autenticità locali.
- La nonna e la mamma sono sacre. E scusate se è poco.
- Nonne e mamme riforniscono i nipoti di bottiglie di salsa al pomodoro quando questi vanno a lavorare all’estero. Anche questo stereotipo sugli italiani ci sembra piuttosto accurato. Il mito del “pacco da giù” nasce da qui.
- Al Sud Italia non esiste una cena di Natale con meno di venti persone. Questo è più un mito, ma possiamo dire che non è una cosa che accade di rado.
- Le nonne ingozzano i loro nipoti. Anche questa ci sembra piuttosto giusta perché, belli de nonna, state sciupati. Ma mangiate?
- Gli italiani litigano su cosa vada nella carbonara. No invece. Lo sappiamo bene: guanciale, pecorino, uova, pepe. È ammesso anche un po’ di parmigiano per spezzare. Non si usano: cheddar, bacon, wurstel, salame, speck, cipolla, peperoncino, avocado. E soprattutto la panna. Quella serve per i maritozzi.
- Discutono sempre su chi faccia il tiramisù migliore. E la pizza. E le lasagne. E la pasta. E il caffè. O su quanto sottile debba essere affettato il prosciutto. E questo avviene per qualsiasi prodotto delle nostre dispense e cucine.
- Sono pronti a farsi la guerra tra chi ama il pandoro e chi il panettone. Sì. Ogni Natale è un f***uto Vietnam combattuto con lanci di canditi e bustine di zucchero a velo.
Cosa piace agli stranieri degli italiani?
Quelli che abbiamo appena visto sono gli stereotipi degli stranieri sugli italiani e, perlopiù, hanno una connotazione negativa. Ma gli stranieri amano tantissimo l’Italia. Andiamo a vedere quindi cosa amano del nostro paese.
- Città meravigliose, arte e patrimonio culturale. Giusto, giustissimo. Ma non cercate la Torre di Pisa a Roma o indicazioni su come raggiungere Venezia da Napoli a piedi. A meno che non siate pronti a farvi una passeggiata di 700 km.
- Le bellezze naturali dell’Italia. Le Dolomiti, il Lago di Como e quello di Garda, i Parchi Nazionali di tutto lo Stivale, il mare della Sardegna, le spiagge di Sicilia e Salento. Tutto meraviglioso e abbiamo soltanto l’imbarazzo della scelta. Tanto che spesso ce ne scordiamo e andiamo a cercarle all’estero.
- Stile di vita e dolce far niente. Secondo tanti stranieri gli italiani passano il tempo a rilassarsi. Proviamo a farli entrare nella cucina di un ristorante all’ora di punta o in un qualunque ufficio sotto scadenza per farli ricredere.
- Accoglienza e calore umano. Vero, siamo più calorosi di tanti altri popoli e spesso tendiamo a far sentire chiunque “a casa”. A volte anche troppo: non a caso, nel corso della storia, l’Italia è stata invasa a turno da gran parte degli eserciti più potenti al mondo.
- Moda e design. Gli italiani hanno l’eleganza nel sangue e tantissimi dei più grandi brand d’alta moda sono nati qui. Lo stesso può dirsi per i designer, basta pensare all’arredamento e all’automotive. Questo ce l’abbiamo nel sangue. Peccato che poi andiamo a produrre altrove.
- Il vino. Ancora una volta. Barolo, Chianti, Prosecco, Negroamaro, Amarone, Nero d’Avola, Zibibbo, Montepulciano d’Abruzzo, Aglianico, Coda di Volpe e Falanghina. E ne abbiamo elencati solo una decina. Dove ti giri, ti giri bene. Ma non in macchina dopo aver bevuto.
- Prodotti alimentari di alta qualità. Cosa c’è di meglio di una piadina rucola e squacquerone? O dell’abbinamento Prosciutto di Parma-Mozzarella di Bufala Campana? O anche di un semplice crostino con un po’ di olio extravergine d’oliva toscano o pugliese? Anche qui, dove giri giri bene. Anzi rotoli, perché il cibo è sacro e qui si mangia bene e a volontà.
- Atmosfera romantica. Le città italiane hanno un’atmosfera che affascina da sempre gli stranieri. I vicoli pittoreschi di Napoli, il ballarò di Palermo, i canali di Venezia, i portici di Bologna, i ponti di Firenze e gli edifici storici di Roma sono la location ideale per una fuga romantica o un viaggio di nozze. Ma siamo anche passionali e il romanticismo talvolta rischia di sfociare in veri e propri duelli. Per info chiedere alle tifoserie in un derby Roma-Lazio, Genoa-Sampdoria o Juventus-Torino.
Come si riconoscono gli italiani all’estero?
Per chiudere questa bella carrellata di stereotipi sugli italiani, andiamo a vedere anche qualche dettaglio sulla nostra presenza all’estero. Sono tanti i turisti italiani che ogni anno affollano le città di tutto il mondo. E tutti sono in grado di farsi riconoscere al primo sguardo.
Ma come si riconoscono gli italiani all’estero? Andiamo a vedere qualche altro dettaglio:
- Portano gli occhiali da sole (griffati) anche dopo il tramonto. Anche sotto il cielo grigio di Dublino e a volte anche nelle discoteche di Ibiza.
- Portano il maglioncino sulle spalle, il colletto della polo alzato, la camicia aperta fino al terzo bottone. Come sempre, è tutta questione di stile. Osservare e imparare.
- Non escono mai in ciabatte. Quelle restano in albergo. Per strada si mettono le scarpe (possibilmente di marca).
- Mangiano nei ristoranti italiani all’estero. E a volte restano delusi perché la loro cucina non è buona come quella di mammà.
- Sfoggiano loghi di squadre di calcio nell’abbigliamento. La tuta del Napoli, la t-shirt della Juve o lo zainetto della Roma.
- Parlano in inglese aiutandosi con i gesti. Si tratta di un dettaglio importante: un raffinatissimo linguaggio del corpo che corre in aiuto dello zoppicante idioma d’Albione.
- Camminano con le mani in tasca. Verissimo. Serve a darsi un tono e a controllare chiavi, cellulare e portafogli che-non-si-sa-mai.
- Non lasciano la mancia. Questa è – ahinoi – una triste verità, specie in quei paesi dove è comune perché il servizio non è incluso nel prezzo del ristorante.