Un po’ in ritardo rispetto agli altri anni, ma alla fine è arrivato. Parliamo del famigerato caldo, da alcuni amato, da altri odiato. Le alte temperature sono sinonimo d’estate, di mare, di bagni in spiaggia, ma anche di sudate in città, sui mezzi e – soprattutto – in ufficio. Ed è proprio per il lavoratori costretti ad attendere le vacanze fino ad agosto inoltrato che corre in soccorso la giornata dei bermuda in ufficio, ricorrenza celebrata nel nostro Paese e non solo.
La giornata dei bermuda in ufficio si festeggia il 7/7 (7 luglio) perché, secondo i canoni sartoriali, 7 sono i centimetri che devono intercorrere tra l’orlo del pantalone e il ginocchio. Un’altra curiosità riguarda il nome di questo capo di abbigliamento: deriva infatti dall’arcipelago britannico delle Bermuda, dove venivano indossati non solo nel tempo libero, ma anche in situazioni più formali e spesso abbinato al classico duo giacca e cravatta.
Negli anni questa ricorrenza ha incontrato l’adesione di molti, ma anche alcune remore, soprattutto da parte di certi “conservatori” dello stile che definiscono questa pratica incivile e indegna. Non è la prima volta che i bermuda in ufficio destano scalpore: si racconta infatti che a rinunciare per primo ai pantaloni lunghi fu, qualche anno fa, un avvocato di Manhattan. Hyman Gross, che lavorava per un prestigioso studio legale, era convinto che il completo sartoriale anche d’estate fosse un retaggio del passato così si presentò in ufficio con i bermuda. La sua scelta non incontrò il favore del suo capo (la risposta sarebbe stata “questo è un ufficio non uno stabilimento balneare) e Gross si licenziò.
Quest’anno il 7 luglio cade di domenica: ecco perchè la giornata dei bermuda in ufficio è stata posticipata di un giorno, all’8 di luglio. Come sempre, l’hashtag ufficiale di questa ricorrenza è #stayShorts: se l’8 luglio indosserete i bermuda in ufficio, utilizzatelo per postare una foto sui social o inviatela direttamente alla nostra fanpage.
