L’urgenza della crisi climatica è ora più evidente che mai. Il nostro pianeta è come “incendiato” da una febbre che continua a salire a una velocità sempre crescente, segnalando un allarme rosso che non può più essere ignorato. L’anno appena passato, infatti, ha fatto segnare record impressionanti e preoccupanti, confermando una tendenza all’aumento delle temperature globali che potrebbe compromettere in moto irrimediabile gli anni a venire.
La temperatura della Terra mai così alta
Secondo il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (C3S), supportato dal centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine e finanziato dall’UE, il mese di dicembre 2023 è stato il più caldo mai registrato su scala globale. La temperatura media ha toccato i 13.51°C, con un aumento di 0.85°C rispetto alla media del periodo 1991-2020 e di 1.78°C rispetto al periodo pre-industriale tra il 1850 e il 1900 per lo stesso mese.
Il 2023, nel suo complesso, ha battuto ogni record precedente: con una temperatura media globale di 14.98°C, ha superato il 2016 come l’anno più caldo mai registrato, confermando una tendenza inarrestabile verso un clima sempre più instabile e inospitale.
Il rapporto 2023 Global Climate Highlights, basato principalmente sui dati di rianalisi ERA5, rivela uno scenario allarmante: le condizioni estreme, come il mese più caldo mai registrato e le medie giornaliere della temperatura globale, hanno brevemente superato i livelli preindustriali di oltre 2°C. Questo segna la prima volta nella storia in cui ogni giorno dell’anno ha superato di almeno 1°C il livello preindustriale.
Luglio e agosto del 2023 hanno stabilito nuovi record come i mesi più caldi mai registrati, mentre l’estate boreale ha segnato la stagione più calda della storia recente. Era già noto che settembre 2023 ha sorpassato qualsiasi altro mese nel dataset ERA5 con una deviazione della temperatura sopra la media del periodo 1991-2020.
Il surriscaldamento degli oceani
Ma non è solo l’aria a surriscaldarsi. Gli oceani stanno vivendo temperature medie globali senza precedenti, con l’oceano Atlantico settentrionale che ha giocato un ruolo chiave nel raggiungimento di questi record. Le temperature estreme delle acque superficiali hanno scatenato ondate di calore marino in diverse parti del mondo, inclusi il Mar Mediterraneo, il Golfo del Messico, i Caraibi, l’Oceano Indiano, il Pacifico settentrionale e gran parte dell’Atlantico settentrionale.
Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi
Con la tendenza attuale al riscaldamento globale, ci sono diverse prospettive su ciò che potrebbe accadere nei prossimi mesi:
- Aumenterà la frequenza e l’intensità di eventi meteorologici estremi come ondate di calore, tempeste, uragani e siccità. Questi fenomeni potrebbero causare danni significativi alle comunità, all’agricoltura e all’ambiente.
- Gli ecosistemi potrebbero subire ulteriori stress e danni a causa delle temperature elevate. Questo potrebbe portare a cambiamenti irreversibili nella flora e nella fauna, con conseguenze negative sulla biodiversità.
- Il riscaldamento globale potrebbe aggravare la scarsità d’acqua in molte regioni, portando a problemi di approvvigionamento idrico e conflitti legati alle risorse.
- Gli oceani potrebbero continuare a riscaldarsi, causando la fusione dei ghiacciai e aumentando il livello del mare, minacciando le aree costiere e le popolazioni che vi abitano.
- Le condizioni climatiche estreme potrebbero avere impatti negativi sulla salute umana, aumentando i rischi legati al calore estremo, alle malattie trasmesse da insetti e alla qualità dell’aria.
È importante notare che queste previsioni sono basate su tendenze e dati attuali, ma gli effetti del cambiamento climatico possono essere influenzati dalle azioni che intraprendiamo ora per mitigare i danni e adattarci a queste sfide in continuo cambiamento.
Cosa fare nel futuro?
Questi dati sono allarmanti e richiedono azioni immediate e decisive. L’impatto su ecosistemi, agricoltura, risorse idriche e benessere umano sarà sempre più grave se non affrontiamo con determinazione la crisi climatica. La comunità scientifica è unanime nel sottolineare l’urgente necessità di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e adottare politiche e comportamenti che puntino alla sostenibilità e alla protezione del nostro ecosistema. Solo attraverso uno sforzo collettivo e globale possiamo sperare di contrastare questa febbre planetaria e garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire.