Non nascondiamoci dietro ad un dito: chi non va matto per il cioccolato? Che sia fondente o al latte, esotico o nostrano, rappresenta senza dubbio uno dei piaceri proibiti a cui gli italiani non sanno resistere, ma ci sono diversi errori che commettiamo senza saperlo e che minano la qualità della preziosa materia prima donandoci un’esperienza gustativa meno intensa di quella che potremmo vivere.
- Cioccolato? Mai conservarlo nel frigo
- Va prima "assaporato" con le dita
- Il ruolo dell'olfatto nel piacere del cioccolato
Cioccolato? Mai conservarlo nel frigo
Il primo comportamento sbagliato che adottiamo è quello di conservare il cioccolato in frigo per paura che si sciolga: così facendo, però, lo stiamo immancabilmente danneggiando perché non soltanto bisogna sapere che il cacao scioglie a 36° C, ma anche che assorbe umidità e odori… Lo mangereste al sapore di cipolla?
Va prima “assaporato” con le dita
Detto ciò sappiate che il cioccolato va gustato con tutti e cinque i sensi: masticarlo senza cognizione di causa riduce parecchio il piacere che possiamo trarre da questa esperienza.
Per assaporare il cioccolato da veri gourmand, iniziate con un massaggio preventivo: sentite la sua consistenza tra pollice e indice prima di spezzarlo, cosicché il calore delle vostre dita lo porterà alla giusta temperatura; al momento di spezzare la tavoletta, drizzate le orecchie: anche il rumore ci dice qualcosa in più della qualità del cacao e vi porta sulla strada della felicità.
Il ruolo dell’olfatto nel piacere del cioccolato
Il prossimo step è quello di annusarlo prima di mangiarlo per prendere confidenza con il bouquet organolettico che sprigiona e ritrovare gli stessi ricercati aromi in bocca.
Secondo gli esperti cioccolatai della boutique del cacao Vosges Haut-Chocolat, a Chicago, non va assolutamente masticato, ma premuto delicatamente contro il palato e succhiato al fine di estrapolare ogni singola fragranza contenuta nel cioccolato.
Infine vi consigliamo di non bere subito dopo aver lentamente assaporato il cioccolato: in questo modo perderete l’ultima scia – la più persistente – del cibo degli dei aztechi.