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Perché i tagli fatti dalla carta fanno così male? Ve lo dice la scienza

Frignare per un taglio fatto dalla carta è da femminucce? Non sapete probabilmente perché che la sensazione che ne deriva è così negativa

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Tagliarsi con della carta, quasi da far sorridere ma la maggior parte della gente ne ″soffre″ proprio come nell’udire lo stridere di un gesso sulla lavagna. Il mondo della scienza ha trovato finalmente la risposta al perché quest’evenienza, a prima vista così banale, suscita in noi tanta paura e dolore.

Polpastrelli, ricchi di terminazioni nervose

Una prima spiegazione è che le sommità delle dita, i polpastrelli, quelli da cui si prelevano le tanto famose impronte digitali, sono ricchissimi di terminazioni nervose , ossia di recettori sensoriali che trasportano la percezione immediata del dolore al cervello. Questo è ciò che accade per un taglio fatto con la carta alle dita della mano (che rappresenta l’evento più comune) ma potrebbe verificarsi anche per altre parti del nostro corpo come la fronte, le orecchie, i piedi o le parti intime.

Carta con dentellature invisibili

A rendere una ragione fisica del perché un taglio procurato con la carta faccia tanto male ci pensa la ″Scientific American″ sostenendo che la superficie del foglio di carta, seppure in apparenza sottile e liscia, è in realtà costituita, al suo interno, da numerose irregolarità e dentellature. Una volta strusciato accidentalmente il foglio sulla mano, questi ″dentini″ agiscono proprio come una sega, recando una vistosa e sanguinosa lesione sulla cute.

La componente psicologica

Inoltre, quando ci si taglia con la carta interviene anche una componente psicologica che, associata al dolore pungente, accresce la paura che l’evento possa ripresentarsi. Infatti vedere uno squarcio, seppure di minima entità, magari con la fuoriuscita di qualche goccia di sangue dalla cute lesa, è interpretato dal nostro inconscio come un’aggressione fisica al corpo umano, visto come eternamente integro e barriera indistruttibile, al pari di un involucro di acciaio.

Chimica, piena di molecole dannose

Come se ciò non fosse già abbastanza per dichiarare guerra alla carta, anche la chimica vuole dire la sua sull’argomento. Infatti, quando il foglio di carta lambisce la cute aperta, rilascia all’interno della ferita molecole chimiche dannose che, a lungo andare, potrebbero causare danneggiamenti a carico delle cellule della pelle o delle terminazioni nervose, alterandone i meccanismi di sensibilità. Ecco dunque come, individuate cause fisiche, chimiche e per giunta psicologiche, tagliarvi con la carta non sarà più considerato un evento ridicolo né tanto meno criticabile.

 

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