I quinterni sono gli antenati degli odierni quaderni, ovvero una serie di fogli piegati a metà, inseriti l’uno nell’altro e legati insieme. Il termine quinterno deriva dal latino “quinque“, cioè cinque, infatti indica un fascicolo formato da 5 fogli. Immaginate di formare un fascicoletto con 5 fogli di protocollo uno dentro l’altro, per rendere l’idea. Otterrete così un quadernetto di 10 fogli, quindi con 20 pagine. I quaderni moderni sono spillati, cioè tenuti insieme con delle zanchette, mentre una volta erano tenuti liberi oppure cuciti insieme con del filo, come nelle rilegature dei libri moderni, ed usati senza copertina.
I libri di oggi
Il fascicolo è l’unità di base per costruire un libro rilegato. I fogli stampati vengono infatti ordinati in fascicoli come i quinterni (termine ancora oggi usato in tipografia), ognuno legato per tenere fermi i fogli. Tutte le legature sono poi rilegate insieme lungo il dorso del libro, cioè la parte che rimane in vista in libreria e in genere riporta autore e titolo.
Oggi in genere i fascicoli vengono invece incollati direttamente al dorso, perché il procedimento è più semplice e meno costoso, mentre nei tascabili nelle edizioni economiche e nelle riviste i fogli sono incollati singolarmente al dorso.
I libri di una volta
Il libro come lo conosciamo oggi si è diffuso in Europa solo alla fine dell’Impero Romano, mentre in epoca classica si usavano rotoli di papiro come nella tradizione egizia. I fogli dei libri antichi non erano però di carta, ma di pergamena, cioè pelle animale, di solito bovina o ovina, raschiata e sbiancata. La pergamena era un materiale molto costoso, per cui i libri erano considerati oggetti molto preziosi non solo per il loro contenuto, ma anche per il loro valore commerciale.
Con l’invenzione della stampa e l’aumento delle copie realizzate si diffuse sempre più l’uso della carta al posto della pergamena, più economica e facile da produrre in quantità. La carta era però fatta con un impasto di cotone ottenuto lavorando gli stracci, mentre la carta odierna è a base di cellulosa ed è un’invenzione abbastanza recente. Ecco come dai quinterni antichi si è arrivati ai libri e ai quaderni di scuola che popolano le cartelle e gli zaini dei ragazzi di oggi.