Tra le giovani attrici della scena italiana, Beatrice Bruschi è uno dei nomi di maggiore interesse soprattutto grazie al ruolo di Sana nella fortunata serie ‘Skam Italia’. Dopo l’esordio su Disney Channel e il primo ciak in ‘Caos Calmo’ nel 2018, oggi per il fresco talento cinematografico si sono aperte anche le porte delle librerie – fisiche e digitali –. È uscito, infatti, il suo primo libro, intitola Nessuna differenza (HarperCollins), di cui abbiamo voluto parlare proprio con Beatrice.
È in libreria da qualche giorno il tuo primo libro, Nessuna differenza. Partiamo dal titolo, che è un vero e proprio manifesto: che significato ha per te?
Nessuna differenza vuol dire abbattere quel muro di pregiudizio, vuol dire che tutti noi esseri umani indipendentemente dal paese in cui viviamo o dalla lingua che parliamo o dalla religione che professiamo, proviamo tutti le stesse emozioni e tutti abbiamo le stesse espressioni quando le proviamo. Questo mi ha fatto riflettere che alla fine non c’è nessuna differenza tra di noi.
Da dove nasce l’esigenza di raccontarti nelle pagine di un libro? C’è qualcosa della scrittura che ti ha sorpreso, magari facendoti scoprire aspetti di te stessa o degli altri che non conoscevi?
Mi ritrovavo in continuazione a raccontare quello che avevo vissuto, soprattutto dopo l’esperienza di ‘Skam Italia’, mi ero resa conto che avevo immagazzinato tante emozioni e quindi mi sono detta “perché non scriverlo?” E così è stato. Scrivere aiuta tantissimo, mi sono stupita perché scrivendo rivivevo episodi passati che avevo messo nel dimenticatoio e li ho guardati con occhi diversi, probabilmente ad alcune cose adesso avrei reagito in modo diverso.
In Nessuna differenza si susseguono pensieri, riflessioni ed emozioni personali che sono lo specchio di un’intera generazione. In che misura ti senti di rappresentare i tuoi coetanei?
Lo scopo non era quello di rappresentare per forza qualcuno, ma mi sono resa conto che i feedback che arrivano mi lasciano senza parole. Non sono solo ragazzi che mi scrivono e che si rivedono in quelle parole, ma leggo messaggi di tanti adulti che leggendo il libro tornano indietro e rivivono dei momenti, si riconoscono in quello che ho scritto e questo mi fa davvero tanto piacere.
Il tema del pregiudizio attraversa il libro e l’attualità, purtroppo, ci dimostra ogni giorno quanto ancora sia presente in molte forme. Quale ti spaventa di più nella tua quotidianità?
I pregiudizi sono tutti spaventosi, secondo me basterebbe davvero poco per poterli abbattere, a volte basta solo essere curiosi e fare qualche domanda in più, informarsi, chiedere. Avere una visione più ampia della realtà fa capire tante cose. Ma deve partire da noi.
I social, che sembrano essere lo strumento per entrare in contatto col mondo, diventano spesso un veicolo di odio che alimenta i pregiudizi. Come ti poni davanti alle critiche e alle offese gratuite?
I famosi haters esistono e sono sempre pronti ad attaccare. Io cerco di ignorare le offese gratuite o gli insulti, mi concentro di più sui commenti positivi delle persone che invece ti sostengono e ti vogliono bene. Le critiche costruttive però sono sempre ben accette.
A fine libro scrivi: “Nonostante tutte le difficoltà e le incertezze dell’adolescenza, oggi posso affermare di essere stata fortunata”. Quanto identificare un sogno, un obiettivo, e perseguirlo può aiutare ad affrontare momenti difficili quando si è tanto giovani?
Non smetterò mai di dirlo che sono stata molto fortunata a capire fin da subito cosa e chi volevo diventare. Quando si è giovani, ma anche da più grandi, è difficilissimo proiettarsi nel futuro. Credo che sia fondamentale guardare dentro noi stessi e capire cosa davvero ci rende felici, anche prendendo tanti “no”. Bisogna provare, provare e provare ancora, e se falliamo non importa, anzi serve anche quello.
Come sono entrati il cinema e la recitazione nella tua vita fino diventare una professione?
Ho iniziato da piccola, quando avevo 10 anni ero stata scelta per un film; quando ho visto per la prima volta com’era fatto un set, le dinamiche e l’energia che c’era, mi sono subito innamorata. Il teatro ha avuto un ruolo importantissimo, è sempre stato il mio posto sicuro, il posto in cui mi sono sempre sentita a mio agio. Poi è arrivato ‘Skam Italia’ e lì ho avuto la conferma che questo lavoro è amore, è passione, ed è quello che vorrò sempre fare.
Il pubblico ha dimostrato di apprezzare molto il personaggio che interpreti in ‘Skam Italia’, una ragazza musulmana con le abitudini di una liceale come tante e più di un’asprezza nel carattere. Che cosa ami di Sana e che cosa pensi abbia conquistato i fan?
Sana è il mio personaggio, anzi la mia persona preferita in assoluto; sono un po’ cresciuta con lei in questi anni e ho solo potuto imparare da lei. La forza, la determinazione, il coraggio che ha sono davvero invidiabili. È una ragazza che va dritta per la sua strada che lotta per quello in cui crede. Capisci di amarla però quando scopri il suo lato fragile, quando scopri quella dolcezza, quando riesci a far cadere il suo scudo.
Chi vorresti raggiungere con questo tuo libro e che tipo di testimonianza, prima ancora che di insegnamento, vorresti dare?
È stata una scelta molto spontanea, non ho davvero pensato a chi potessi raggiungere, era più un mio voler raccontare qualcosa. Se riuscisse però a raggiungere e a far sentire qualcuno un po’ capito e un po’ meno solo io sarei davvero felice.
Da Disney Channel a ‘Skam Italia’: prossimo progetto (o sogno) che puoi raccontarci?
Il periodo è molto difficile, ma nonostante questo le cose si muovono.