A chi non è mai capitato di sognare di essere all’ultimo piano di un palazzo o sul tetto di un grattacielo e sentire l‘impulso di saltare? Non è una tendenza suicida, ma semmai una sorta di curiosità che ha un nome ben preciso. Si tratta della “Call of the void” o “Appel du vide” in francese.
Perché siamo attirati dal vuoto?
Secondo la scienza, è un pensiero intrusivo che può sorgere a tutti, anche se il motivo non è ancora molto chiaro. E non si verifica solo con le altezze: si potrebbe sperimentare anche sui binari dei treni o in situazioni dove un’azione sbagliata porterebbe a conseguenze disastrose.
La scienza, come detto, non ha ancora delle risposte precise su questo richiamo del vuoto. April Smith, professore associato di psicologia alla Miami University in Ohio, è l’autore di uno dei pochi studi in merito che si intitola “Un bisogno di saltare afferma il bisogno di vivere, un esame empirico dell’High Places Phenomenon”.
Dopo aver fatto compilare un questionario a 431 studenti universitari, Smith ha concluso che un pensiero simile “può riflettere la loro sensibilità ai segnali interni e affermare effettivamente la loro volontà di vivere“.
Uno studio scientifico svela il motivo
Lo studio presentava limitazioni molto importanti ed è difficile da ricreare all’interno di un sondaggio. Quel che conta, però, è che i dati in possesso degli esperti fanno sapere che questo pensiero non è qualcosa che deve creare preoccupazione in chi lo fa.
Tante persone infatti sperimentano gli stessi pensieri e impulsi. Mettiamola così: lo si può vedere come una specie di “test” del proprio cervello legato all’istinto di sopravvivenza.
Se fino ad oggi, dunque, le vostre giornate o i vostri sonni sono stati attraversati da pensieri simili che giustamente vi inquietavano non poco perché non riuscivate a capire il perché di queste elaborazioni della vostra mente, sappiate che potete stare decisamente tranquilli.