Chi è Carlo Angela, il medico che rischio la vita per gli Ebrei

Carlo Angela è stato un antifascista italiano incluso fra i Giusti tra le Nazioni per avere salvato numerosi ebrei durante la Shoah

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

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Carlo Angela è stato un medico ed un antifascista italiano. Come direttore sanitario della casa di cura per malattie mentali “Villa Turina Amione”, vicino a Torino, riuscì a dare rifugio a partigiani antifascisti e a numerosi ebrei, salvando loro la vita. Lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti e dei loro alleati fu contrastato da pochi uomini, impegnati a salvare più vite possibili. Grazie al suo ruolo, Carlo Angela riuscì in quegli anni a falsificare molte cartelle cliniche, ricoverando persone perfettamente sane e togliendole alle grinfie del sistema di sterminio.

Rischiò la fucilazione

Sospettato dalla polizia fascista, Carlo fu interrogato a Torino e rischiò la fucilazione. Angela non pubblicizzò mai questa sua attività, che rimase sconosciuta ai più fino al 1995, quando la pubblicazione di diari di alcuni ebrei da lui salvati ne fecero conoscere le imprese. Nel 2001 una commissione israeliana ha dichiarato Carlo Angela Giusto tra le Nazioni, un riconoscimento per chi ha rischiato la vita per salvare degli ebrei. Il riconoscimento avvenne però postumo, perché Angela morì nel 1949. Prima della Marcia su Roma militò nel Partito Radicale, per poi aderire al Partito d’Azione.

Eletto sindaco

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale Carlo Angela fu eletto sindaco di San Maurizio Canavese e divenne presidente dell’ospedale Molinette di Torino. Il riconoscimento di Giusto fra le Nazioni fu consegnato nel 2002 ai figli. Carlo Angela è padre del celebre giornalista televisivo e divulgatore scientifico Piero Angela che durante la guerra era solo un ragazzino. Per la sua opera di divulgazione scientifica, lunga ormai oltre 50 anni, Angela ha ricevuto ben 8 lauree onoris causa, oltre che numerosi riconoscimenti.

Orribile genocidio

Il genocidio nazista arrivò a sterminare circa i due terzi degli ebrei europei, oltre a moltissime altre categorie di indesiderati da parte del regime di Hitlet che rischiavano di contaminare la purezza ariana della razza germanica, tra cui comparivano rom, comunisti, omosessuali, portatori di handicap e testimoni di Geova. Si calcola che i morti causati dalla “soluzione finale”, come veniva chiamato lo sterminio, furono oltre 10 milioni, di cui circa 6 milioni di ebrei. I progetti del Terzo Reich prevedevano l’eliminazione, almeno nella prima fase, di circa 50 milioni di persone.

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