Tanti di noi conoscono bene quella sensazione: dopo giorni, settimane, forse mesi di ricerca, finalmente arriva la chiamata. Quell’attesa offerta di lavoro si sta finalmente materializzando in un colloquio faccia a faccia. È un traguardo importante, considerando il mare di curriculum che spesso finiscono nel dimenticatoio senza un secondo sguardo. Ma non c’è tempo per il sollievo: il vero banco di prova è proprio di fronte a noi, nell’aula del colloquio. E i trucchetti degli esperti di risorse umane sono tantissimi e sempre dietro l’angolo… Come fare per non cascarci e per essere scelti?
- Domande strane e inaspettate ai colloqui di lavoro: ecco perché
- Le domande più poste ai colloqui di lavoro
- Il test della tazza di caffè: il nuovo trucco dei colloqui di lavoro
Domande strane e inaspettate ai colloqui di lavoro: ecco perché
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Sicuramente conoscerai qualcuno che ha ricevuto l’amara delusione di essere scartato da un colloquio di lavoro per via di domande strane e inaspettate che lo ha colto impreparato. Non c’è da stupirsi: durante i colloqui di lavoro, i responsabili delle assunzioni non si limitano alle classiche domande tecniche, ma vogliono sondare la personalità e le capacità del candidato.
È fondamentale, dunque, avere almeno un’idea di quali possono essere queste domande trabocchetto e come affrontarle con sicurezza. I colloqui si sono trasformati infatti in veri e propri esami psicologici, simili a quelli che si trovano nelle riviste per adolescenti ma con implicazioni molto più serie. Sapere cosa aspettarsi può fare la differenza tra un successo travolgente e una brusca delusione.
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Le domande più poste ai colloqui di lavoro
Tra le domande più comuni ci sono quelle classiche che spesso gettano i candidati in un vortice di incertezza. Ne abbiamo individuate 4:
- “Come ti descriveresti in una parola?”
- “Quali sono i tuoi punti di forza e debolezza?”
- “Perché hai scelto di candidarti per questa posizione?”
- “Per quale motivo hai lasciato / stai lasciando il tuo lavoro precedente?”
Vi sembrano difficili? L’importante è mantenere la calma e riflettere prima di rispondere, evitando trappole che potrebbero ritorcersi contro di te. La sincerità è fondamentale, ma anche la diplomazia gioca un ruolo chiave: evita di criticare i tuoi ex datori di lavoro o di far emergere rancori nei confronti di situazioni passate. Evita anche di mentire.
Il test della tazza di caffè: il nuovo trucco dei colloqui di lavoro
Il mondo dei colloqui di lavoro è in continua evoluzione e una delle nuove tendenze arriva dall’Australia, dove un imprenditore ha ideato un modo inusuale ma illuminante per valutare la propensione dei potenziali dipendenti al rispetto del bene comune. Questo metodo, noto come “Test della tazza di caffè“, è un esperimento semplice ma rivelatore.
Durante un tour dell’azienda, il candidato viene condotto nell’area caffetteria e invitato a servirsi una bevanda. Con la tazza in mano, viene quindi ricondotto in ufficio per concludere il colloquio.
Quello che conta davvero è ciò che succede dopo il colloquio. L’intervistatore osserva attentamente il destino della tazza rimasta tra le mani del candidato: sarà riportata diligentemente nell’area mensa, dimostrando un senso di responsabilità per il “bene comune”? Oppure sarà abbandonata spensieratamente sulla scrivania, segnalando un atteggiamento disinteressato e poco attento?
L’idea alla base di questo piccolo esperimento va oltre il semplice atto di educazione del riportare una tazza sporca. È un test del livello di consapevolezza e rispetto che il candidato dimostra verso l’ambiente che lo circonda, indicativo di un atteggiamento responsabile e di un’attenzione al dettaglio che va oltre il possibile ruolo aziendale. Questo gesto minimo, o la sua mancanza, può rivelare molto sull’atteggiamento di un individuo nei confronti del lavoro di squadra e dell’ambiente lavorativo nel suo complesso.