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Blue Monday, com'è nata la bufala del giorno più triste dell’anno

Il blue monday è il giorno più triste dell'anno? Assolutamente no: ecco come è nata e si è diffusa la bufala che ha fatto nascere questa storia

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Il terzo lunedì di gennaio è solitamente conosciuto come “blue monday” e viene universalmente indicato come il giorno più triste dell’anno. In pochi sanno che in realtà si tratta di una bufala diffusasi talmente tanto da essere diventata virale fino ad entrare di diritto nella pop culture del ventunesimo secolo. Questa affermazione si basa infatti su una trovata commerciale originata da una campagna pubblicitaria di Sky Travel, ideata e diffusa nell’ormai lontano 2005.

Come è nato il Blue Monday

La storia di fondo la conosciamo tutti. Secondo un’equazione matematica elaborata dallo psicologo dell’Università di Cardiff Cliff Arnall, il giorno più blu dell’anno cadrebbe il terzo lunedì di gennaio. Senza ombra di dubbio si tratta di una data particolare che segna il pieno ritorno alla routine dopo le feste natalizie, i regali, le abbuffate, i chili di troppo e i primi buoni propositi per l’anno nuovo già infranti… Ma basta questo a renderlo tanto triste?

Blue Monday, mancano le basi scientifiche

Nonostante la mancanza di fondamenta scientifiche, la storia del Blue Monday persiste annualmente. La formula utilizzata per la sua classificazione non specifica le unità di misura utilizzate, aggiungendo ulteriori dubbi sulla sua validità. Inoltre, Arnall ha successivamente ammesso di essere stato pagato da un’agenzia per apporre la propria firma su uno studio preesistente, privo di valore scientifico.

Questa pratica si è ripetuta anche nel caso del giorno più felice dell’anno, quando Arnall è stato retribuito dall’azienda di gelati Wall’s. Anche questa classificazione manca di validità scientifica ed è stata dichiarata una trovata pubblicitaria. L’equazione stessa è stata interpretata liberamente da Arnall, e l’Università di Cardiff ha preso le distanze da essa.

Perché il Blue Monday è una bufala

La stessa formula elaborata dal professor Arnall è stata più volte messa in discussione dal mondo della ricerca. E, come abbiamo visto, lo stesso accademico ha poi finito per confessare di essere stato pagato da un’agenzia per dare una spiegazione pseudo-scientifica alla teoria del giorno più triste dell’anno.

Blue Monday: siamo solo vittime di una suggestione

E quindi? È tutta una bugia? Assolutamente sì! E, anzi, se vi capita o vi è capitato di sentirvi tristi nel giorno predestinato, sappiate che la colpa può essere imputata al blue monday solo per coincidenza o qualora conosciate già la storia. Si tratta di pura suggestione. Anche perché sono tanti quelli che, il terzo lunedì di gennaio degli anni scorsi, hanno vissuto una giornata fantastica e spensierata poiché del lunedì blu non hanno mai sentito parlare!

In sintesi, il Blue Monday è soltanto una bufala derivante da una strategia di marketing pubblicitario da Sky Travel, che promuoveva vacanze per “contrastare e combattere la tristezza”. E, sebbene le campagne siano ormai concluse, il mito del Blue Monday continua a influenzarci, anno dopo anno. Il potere del marketing e della pubblicità colpisce ancora.

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