La cronaca quotidiana ci riferisce di ore sempre più nere e la paura serpeggia anche al di fuori dei confini dei paesi finora coinvolti nel conflitto armato. Tra le conseguenze di cui si inizia a leggere, infatti, si sta registrando anche il boom di richieste per la costruzione di bunker antiatomici. L’incubo nucleare e il terrore della radioattività sono fra le ragioni che stanno spingendo sempre più persone a optare per una scelta del tutto impensabile fino a qualche settimana fa.
La corsa ai rifugi antiatomici è ormai iniziata anche nel nostro Paese tanto che le aziende italiane devono fare i conti con una domanda mai vista prima. La ditta leader nella costruzione di bunker, per esempio, parla di un (triste) record mai osservato in oltre vent’anni di attività. Realizzare un ambiente a prova di bomba richiede investimenti economici consistenti ma anche tempo.
Un problema, quello delle autorizzazioni che l’Italia patisce in maniera particolare a differenza, per esempio, della Svizzera. Oltralpe, infatti, dagli Anni Sessanta è in vigore una legge che prevede un bunker sotterraneo per ogni edificio. Laddove, poi, un comune non ne disponga a sufficienza, è lo Stato a provvedere alle costruzioni. Ma quanto arrivare a costare in Italia un rifugio antiatomico?
Il costo per un ambiente di piccole dimensioni parte da 30mila euro a salire, con il prezzo più economico al metro quadrato fra i 1,200 e i 2mila euro. In media, le dimensioni vanno dai trenta ai quaranta metri quadrati ma ci sono richieste anche per cento metri quadrati. E qui i prezzi volano fino a 300mila euro.
Ogni azienda, poi, presenta opzioni differenti con soluzioni più o meno articolate tra i 50mila e i 90mila euro per cinque – sette persone. E si tratta per lo più di costruzioni sotterranee anche se non mancano vere e proprie ville bunker esterne. Nessun fronzolo, invece, per l’arredamento ma attenzione alle dotazioni per quanto riguarda sistemi d’aerazione, cisterne d’acqua e contatti radio.