Senza alcun dubbio il paese in cui si vive influisce sul modo in cui viviamo la nostra vita a causa di vari fattori come l’ambiente, la cultura e il cibo e la Sardegna, così come pochi altri posti in tutto il mondo, pullula di persone che arrivano – e spesso superano – i 100 anni d’età ancora in salute.
Le ricerche sulla longevità dei sardi
Per questo motivo la bellissima isola italiana è spesso al centro di studi e ricerche volte a carpire l’elisir di lunga vita che nascondono i suoi abitanti.
Un po’ di numeri rendono l’idea del perché la Sardegna è considerata un fenomeno mondiale da questo punto di vista: essa ha infatti la percentuale più alta di persone che vivono fino a 100 anni o oltre, con una percentuale di centenari nella popolazione doppia rispetto al tasso considerato normale per il resto del mondo.
La dieta e il vino
Esiste una vera e propria dieta delle zone blu, ovvero quelle in cui si annida una alta concentrazione di persone ultracentenarie, basata su alcuni semplici alimenti: nel caso dei sardi, il classico regime alimentare consiste in pane integrale, verdure, frutta, pesce e fagioli; a questi cibi si aggiunge un po’ di vino rosso ogni giorno (1-2 bicchieri al massimo).
In particolare sembra che il vino Cannonau abbia un livello di flavonoidi – sostanze in grado di ripulire le arterie – tra le 2 e le 3 volte superiore a quello degli altri vini. Il vino rosso, inoltre, contrasta la produzione dell’ormone dello stress, il cortisolo, responsabile – tra le altre conseguenze – dell’invecchiamento cellulare.
Il segreto è nel latte di capra?
Un’altra bevanda popolare in Sardegna che ha grandi benefici per la salute è il latte di capra: si stima che un bicchiere di latte di capra ogni giorno possa aiutare a proteggere dalle malattie infiammatorie dell’invecchiamento come le patologie cardiache e l’Alzheimer.
L’ultimo fattore che rende i sardi uno dei popoli più longevi al mondo non ha a che fare con il cibo ma con il movimento: i pastori sono noti per percorrere lunghe distanze a piedi o in bicicletta e ciò abbassa significativamente il rischio di insorgenza di colesterolo e infarto, senza contare i benefici sul metabolismo muscolare e osseo derivanti dall’esercizio fisico.